Capitolo sedici

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Mi risvegliai nell'ambulanza dopo aver perso conoscenza. Di fronte a me c'era mia madre, mentre fuori dalla porta dell'ambulanza, in lontananza, scorsi Cristian.
<<"Cloe! Come ti senti?">> chiese mia madre con voce piena di preoccupazione.
<<"Sto bene, mamma, ma cosa è successo?">> chiesi, ancora confusa.
<<"Mi hanno avvisata che eri svenuta e che avevano chiamato l'ambulanza">>
<<"Ah, ora ricordo">>
<<"Per fortuna c'erano Martina e Tommy a sorreggerti mentre stavi svenendo, altrimenti avresti potuto sbattere la testa">>
<<"Li ringrazierò">>
<<"Ti sembra il momento di scherzare? Mi hai spaventata a morte">>
<<"Scusa, mamma">>
Dopo tutto quello che era successo con Adam, speravo che con il tempo le cose migliorassero e che riuscissi a superare tutto. Ma non fu così: gli attacchi di panico iniziarono a tormentarmi. Ogni volta che mi trovavo in difficoltà, il respiro si bloccava e il cuore batteva così forte da farmi perdere i sensi. È successo a scuola durante l'intervallo; per fortuna, Tommy e Martina erano lì vicino e hanno subito chiamato l'ambulanza perché non riuscivo a riprendermi.
<<"Vai a prendere le tue cose in classe, io ti aspetto fuori nel frattempo">>
<<"Andiamo a casa?">>
<<"Sì, certo, non puoi rimanere a scuola">>
<<"Va bene, mamma">>
Andai in classe a recuperare le mie cose e nel corridoio incrociai Cristian, visibilmente agitato.
<<"Ehi, stai bene? Ero in ansia per te">>
<<"Sì, ora sto bene, grazie">>
<<"Cloe, so che le cose tra noi non sono mai andate bene e che tu ti sei appena lasciata, ma io vorrei starti vicino, non solo come amico, ma di più. Se solo tu me lo permettessi">>
<<"Ah. Non so davvero cosa dire, Cri">>
<<"Non devi rispondermi ora. Pensaci">>
<<"D'accordo">>
Le parole di Cristian mi lasciarono perplessa; non mi aspettavo che mi chiedesse di essere la sua ragazza. Ero incerta se fosse un sogno o realtà. Tornata a casa, riflettendo con serenità, provai un senso di contentezza per ciò che Cristian mi aveva confessato. Era esattamente ciò che avevo desiderato prima di Adam. Cristian sembrava essere cambiato; forse la mia esperienza passata aveva aperto i suoi occhi e ora mi guardava con un nuovo rispetto. Forse aveva compreso quanto realmente tenesse a me? Era innamorato? Queste domande mi tormentavano e solo lui poteva dar loro risposta.

"Christian, voglio chiederti una cosa"

"Dimmi, piccola." Piccola? Stavo forse sognando.

"Vuoi davvero stare con me?"

"Sì, Cloe. Voglio starti accanto, sempre." Mi diedi un pizzicotto e no, non stavo dormendo. Ero sveglia."

Nel frattempo mi arrivò un messaggio da parte di Adam.

"Ei, ho saputo che sei stata male oggi, come stai?"

"Sto meglio, come fai a saperlo?"

"Mi hanno chiamato e sono venuto lì. Ti ho visto in ambulanza."

"Ah. Non ti ho visto."

"Ero distante. Comunque, sono felice che tu stia bene."

"Grazie."

"Mi manchi, Cloe."

"Non fare così."

"Non posso farci niente, ti amo ancora."

"L'amore non basta in questi casi."

"Va bene. Se cambi idea, io sono qui."

Il giorno seguente mi svegliai con un gran mal di testa e trovai un messaggio di Adam.

"Affacciati."

Affacciandomi dal balcone della mia camera vidi sulla strada una scritta:
'Buongiorno, Principessa'

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