Capitolo due

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L'anno scolastico volgeva al termine, con gli esami imminenti. Ero pronta ed ansiosa, desiderando ardentemente l'arrivo dell'estate per dire addio alla mia scuola. Il giorno dell'esame, tutti i professori mi interrogarono sul mio futuro dopo la terza media, ma io non avevo ancora una risposta definitiva. Ero indecisa, come sempre: indecisa per natura. La mia compagna di banco non era esattamente una mia amica; lei lo pensava, ma per me era solo una compagna di comodo che mi cercava solo quando aveva bisogno di aiuto per i compiti, sia a casa che in classe. Poi c'era Rosy, un'altra ragazza con cui inizialmente non ero in sintonia, ma verso la fine dell'anno ci avvicinammo e insieme riflettevamo sul nostro futuro scolastico. Alla fine, decidemmo di iscriverci al liceo artistico. Amavo disegnare ed ero abbastanza brava. Dopo l'esame di terza media, mi sentii finalmente libera, come se mi fossi liberata di un peso. Potevo finalmente dire addio ai miei compagni di classe, alla mia compagna di banco e anche a Igor e Marco, i due teppisti della classe con cui non andavo d'accordo. Mi prendevano in giro per i miei occhiali e l'apparecchio ai denti, soprannominandomi "Patty", come la protagonista de "Il Mondo di Patty".
Quell'anno fu complicato per me a causa loro, con tante insicurezze che mi facevano guardare allo specchio e vedere solo difetti: gambe formose, un sedere prominente e capelli che non stavano mai come volevo. Quando tornavo a casa, desideravo solo rinchiudermi nella mia stanza a guardare i cartoni o a fare i compiti. Ogni giorno dopo la scuola, guardavo "Dragon Ball" su Italia Uno, anche se è più un cartone per ragazzi, perché mi piaceva, soprattutto un personaggio: Vegeta. Ero affascinata dal suo carattere ribelle e tenebroso, simile a quello di quel ragazzo che incontrai durante le vacanze di Pasqua. Continuavo a pensare a Cristian, chiedendomi se pensasse anche lui a me o se mi avesse già dimenticata.

Finalmente arrivò l'estate e la mia famiglia si trasferì nella nostra casa al mare, vicino agli zii. Era il mio posto preferito, dove potevo essere me stessa e godermi i mesi estivi con i miei cugini. La casa era grande, con una terrazza dove trascorrevamo molto tempo, saltando da una casa all'altra tramite gli scalini che le collegavano. Accanto abitava Vanessa, la mia migliore amica, con cui ero cresciuta e che vedevamo solo d'estate perché viveva a Milano con la sua famiglia durante l'anno. Ero felice di rivedere Vanessa perché, anche se ci vedevamo solo estivamente, restavamo in contatto durante tutto l'anno. Trascorrevamo le giornate intere in spiaggia, a pochi passi dalle nostre case, facendo il bagno, giocando con la palla in acqua o organizzando tornei di pallavolo, sebbene fossi una pessima giocatrice. Ogni sera, ci riunivamo al muretto di fronte al bar, dove incontravamo tutti i ragazzi del posto.
I giorni trascorrevano sereni, fino a un pomeriggio in cui io e Vanessa facemmo una passeggiata e sentimmo il rumore di una moto che si avvicinava al mare. Non potevo crederci: era Cristian. All'inizio sembrò non notare la mia presenza, ma quando risalì dalla spiaggia mi vide e si fermò per parlarmi.
<<"Francesca">> disse con un sorriso smagliante.
<<"Cristian">>
<<"Che coincidenza">> esclamò lui.
<<"Non credo sia una coincidenza, abito qui,">> dissi ridendo. <<"Tu?">>
<<"Anch'io abito qui vicino, ma come è possibile che non ti abbia mai vista in zona?">>
<<"Beh, ora mi vedi"."Prima essendo piccola passavo la maggior parte del tempo dai nonni, uscendo solo per andare al mare. Forse per questo non ci siamo mai incontrati">>
<<"Forse hai ragione. Sono contento di averti finalmente incontrata">>
<<"Lo dubito">> dissi timidamente. <<"Devi dirmi qualcosa?">>
<<"Sì. Mi daresti il tuo numero di telefono? Così possiamo sentirci">>
<<"Va bene">> risposi senza esitazione. <<"Ma devi sapere una cosa: io non mi chiamo Francesca">>
<<"E come ti chiami?">> chiese, grattandosi la fronte con il pollice.
<<"Mi chiamo Cloe">>.
<<"Perché mi hai detto un nome falso?">>
<<"Perché pensavo che non ti avrei più rivisto">> ammisi imbarazzata.
<<"Dammi il numero, così posso mandarti un messaggio">>
Glielo diedi e poi lo salutai mentre si allontanava. Mi voltai per guardarlo una volta di più e poco dopo ricevetti un messaggio sul telefono. Era lui, Cristian.

<<"Hey bellissima">> diceva il messaggio.
<<"Ehi">>
<<"Sei libera stasera?">>
<<"Non lo so, perché?">>
<<"Vorrei vederti.">>

Il cuore mi batteva forte, l'ansia mi pervase. Non potevo credere che stesse chiedendomelo; era stato il soggetto dei miei sogni.
<<"Va bene, cercherò di liberarmi">> risposi al messaggio con felicità negli occhi.
<<"Perfetto, allora ci vediamo stasera">>

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