Everett Cloptom

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1 dicembre 1893

Caro diario,

era da tanto tempo che non mi ritrovavo ad usare il passaggio segreto che con i suoi ingranaggi articolati mi avrebbe condotta nel sotterraneo segreto di Infaustus. 

Eravamo soliti incontrarci lì, io con i Serpeverde.

Come al solito, lo trovai immerso nella penombra, illuminato solo da poche torce incantate che gettavano ombre tremolanti sulle antiche pietre umide. Il freddo pungente di dicembre si infilava attraverso le pareti, rendendo l'aria umida e carica di mistero. 

Io e Infaustus ci trovammo lì, seduti su vecchie casse coperte di muschio, il trittico di Isidora e il suo vecchio pensatoio che io e Sebastian avevamo completato anni prima. Vecchie prove dei nostri trascorsi e delle nostre avventure vissute.

Mi avvolsi meglio il mantello attorno alle spalle, il respiro era visibile nell'aria umida.

«Dobbiamo mettere insieme i pezzi, Infaustus. Al momento tutti puntano il dito su Everett Cloptom. La polizia ha quella lettera che invitava Anne nel luogo del delitto proprio alla stessa ora in cui... - presi un attimo di pausa prima di continuare -  Sembra scritta di suo pugno, ma non è detto che faccia di lui l'assassino. E se fosse successo altro in quel momento?»

Infaustus annuì, i suoi occhi chiarissimi avevano un'espressione concentrata nella penombra: «Esattamente. E poi c'è la faccenda del Maride. Non possiamo ignorare questo dettaglio, per quanto il signor Moon non sia il massimo dell'attendibilità, ma questo sembra troppo anche per lui.»

Sospirai, massaggiandomi le tempie. «Io credo nell'innocenza di Everett. tu?»

Infaustus annuì, non spingendosi troppo con le congetture. Era come se tutto e niente potesse essere vero. Un attimo sembrava che la strada per trovare le risposte fosse spianata davanti a noi; l'attimo dopo, mille indizi, sospetti e congetture si mischiavano, facendoci ritrovare nel caos.

Presi un respiro profondo e iniziai a delineare le cose da fare per diradare la nebbia nelle nostre menti e in questa situazione.

«Dobbiamo parlare con Everett. Ho confidenza con lui, posso provare ad andare a cercarlo e chiedergli direttamente cosa sa. Vorrei sentire da lui cosa ha da dire... sempre se può parlare.» terminai, mangiucchiandomi le unghie.

Infaustus incrociò le braccia, riflettendo e sollevando un sopracciglio: «Devo ammettere che le tue capacità persuasive potrebbero farlo parlare. Forse non potrà dirti tutto nel dettaglio, visto che ci sarà un processo, ma almeno capirai qualcosa in più»

Annuii, grata che avesse capito cosa intendevo e per il fatto che non avesse bocciato subito una mia idea, come suo solito fare.

«Ma sì, dopotutto sei una di cui ci si fida facilmente, e con una giusta ragione» continuò, ammorbidendo i suoi lineamenti.

«Era un complimento, Infaustus Gaunt?» chiesi stupita, portando il mio viso vicino al suo, nascosto dalla penombra, per scrutarlo meglio.

Si portò una mano vicino alla bocca, schiarendosi la voce: «Nel frattempo, io parlerò con Nerida. Essendo un Serpeverde come me, non dovrei avere problemi a raggiungerla e a convincerla a darci delle informazioni. Lei è in grado di parlare con i Maridi, potrebbe aiutarci a capire meglio la situazione.»

Lo guardai con ritrovato entusiasmo: «Ottimo piano. Allora ci dividiamo i compiti. Io trovo Everett e tu parli con Nerida.»

Infaustus si alzò, scrollandosi di dosso la polvere del vecchio sotterraneo. «Perfetto. Ricorda, Maeby, dobbiamo stare attenti. Qualunque cosa scopriamo, potrebbe esserci qualcuno che non vuole che la verità venga alla luce.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 28 ⏰

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Hogwarts Legacy | Diario del 7° anno 1892 - 1893Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora