Sono solo in questa stanza blu

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11.02.2024- Milano
Aprii leggermente gli occhi tirandomi con il busto un po' più su. I palmi delle mie mani toccarono un qualcosa di soffice e le mie narici vennero inebriate da un forte profumo di lavanda attenuato con un delicato profumo di caffè. Sorpreso mi guardai attorno: ero in una stanza. Una stanza dalle pareti blu decorate con delle piccole mensole dove al di sopra vi erano poggiati vari vinili. Non era affatto il pavimento freddo dove ricordavo di essere. Un giramento di testa mi riportò alla realtà. Mi alzai delicatamente e notai, dal mio riflesso sullo specchio posto dinanzi al letto, che il mio volto era pieno di ferite. <Amore buongiorno, sei sveglio!> Mirko entrò sorridente nella stanza con un vassoio pieno di ogni tipo di dolce e una tazza di caffè fumante. <Oggi colazione a letto, su vieni> aggiunse poi appoggiando il vassoio sul letto e sedendosi su quest'ultimo incrociando le gambe. <No> dissi secco. Non ricordavo come fossi finito in quella stanza, ma ricordavo benissimo tutto ciò che era successo prima. <Ma come no?> sospiro dispiaciuto <Ieri notte mi hai detto che ti piace quando qualcuno ti porta la colazione a letto> aggiunse poi mettendo su una sorta di  broncio. <Non credere che non ricordi cosa sia successo davvero ieri notte> dissi freddo sussurrando un "sei un verme" che non passò inosservato al ragazzo. <Sono un verme?> chiese ridendo <tu pensi ad un altro mentre stai con me e sarei io il verme> rise ancora più forte. <Se non avessi fatto l'infame probabilmente non ci troveremmo in questa situazione> dissi a fil di voce <Ale, amore mio> disse alzandosi e venendo verso di me <se l'ho fatto è solo perché ti amo> aggiunse accarezzandomi una guancia ma mi scansai <No, non è amore. Se mi amassi davvero avresti fatto di tutto per il mio bene> risi amaramente <anche se il mio bene comportava essere felice con un altro e non con te> continuai serio. <Perché devi complicare tutto?> urlò prendendo la tazzina di caffè scaraventandola a terra <Perché non vedi che ti amo davvero?> chiese poi <perché non mi ami come io amo te?> aggiunse <Perché sei tu che non ti fai amare> neanche il tempo di finire la frase che mi vidi arrivare un ceffone in faccia seguito, nuovamente, da calci e pugni. <che tu m'ama o no, ora sei mio e non c'è molto che tu possa fare> disse ridendo a crepapelle lasciandomi da solo di nuovo sanguinante, uscendo dalla porta e chiudendo quest'ultima a chiave.
Solo in quel momento mi resi conto che la 'stanza blu' non aveva neanche una misera  finestra da cui far entrare uno spiraglio di luce.  Ero in trappola.

Nel tuo mare |Mahmood X Marco Mengoni| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora