Parte Tre: Legami

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Nota dell'autore:
L'immagine in copertina è indicativa per darvi un'idea del tipo di acconciatura  che avrà Jimin durante gli eventi cruciali di questo capitolo.









"No love is greater than that of a father for His son."











La grande sala del tribunale celeste si svuotava lentamente, mentre gli angeli mormoravano tra loro, scioccati e disorientati dagli eventi appena accaduti.
Taehyung era stato portato via con la forza, verso le segrete angeliche dove avrebbe passato il suo ultimo giorno in Paradiso.

Jimin, non aveva mai sentito dolore dentro di sé.

Un dolore che pareva ti strappasse via organi, ossa e vita.

Paragonabile solo allo strappo delle ali, forse.

Lo aveva detto anche a Taehyung, quando tempo fa, il demone, gli aveva spiegato il significato dei baci. Non conosceva alcun dolore, ma ora... il suo cuore era stato massacrato.

Gli occhi erano gonfi di lacrime, si trovava al centro della sala, osservato da sua madre, l'Alto Serafino, il cui sguardo era un misto di rabbia e delusione. Nessuno degli altri Serafini gli aveva rivolto la parola, tenendolo a distanza come ad imporgli tutto il loro scontento.

L'Alto Serafino, avvolta in un manto di piume candide, avanzò verso con passi lenti ma decisi. La sua presenza imponente, circondata da un'aura di autorità incontestabile, faceva sussultare di timore reverenziale i pochi angeli rimasti a testimoniare la scena.

"Jimin," iniziò l'Alto Serafino, la sua voce era un freddo taglio di lama, carico di una rabbia che non riusciva a nascondere. "Pretendo delle spiegazioni."

Rimase in silenzio, osservando il punto in cui Taehyung era sparito. Nel frattempo, la sala si svuotò completamente.

"Hai rifiutato Seraphiel, il tuo compagno predestinato, davanti a tutti."

Ed era stato giusto.

"Hai scelto un demone, un abominio, sopra il nostro ordine sacro. Come hai potuto, figlio mio? Come hai potuto tradirci così?"

Finalmente sollevò lo sguardo verso sua madre, senza luce, senza vita, la sua voce tremava ma non vacillava.

"Difendere Taehyung è stata la cosa giusta da fare," le tempie di Jimin pulsavano. "Lui è innocente. Non potevo restare in silenzio e permettere che venisse condannato ingiustamente."

L'Alto Serafino strinse i pugni, le sue ali si aprirono con uno scatto che fece tremare la sala ormai rimasta vuota.

"Non solo hai difeso un demone. Hai anche abbandonato il Palazzo dei Serafini in piena notte per andare da lui. Mentre quel mostro appiccava un incendio all'Albero della Conoscenza del Bene e del Male e cercava di adescare i nostri bambini per ucciderli tra le fiamme!"

"Non li ha uccisi lui!" Ripeté a denti stretti.

"Hai messo in pericolo tutto ciò che abbiamo costruito!"

Jimin scosse la testa, il suo sguardo era fermo e deciso, ma la sua voce tradiva un profondo turbamento. "Non è stato lui, madre. Taehyung non ha fatto nulla di tutto questo. Lui voleva essere Redento, non per sé, ma per il suo popolo all'Inferno... il popolo che il Paradiso ha scelto di sterminare." La sua voce si spezzò, piena di angoscia.

L'Alto Serafino lo fissò con incredulità, la sua collera evidente in ogni piega del volto. Lo sguardo era un fuoco ardente di disapprovazione, e la sua figura maestosa sembrava proiettare un'ombra d'intimidazione su tutta la sala. La sua voce era un tuono sordo, risuonante di rabbia e delusione.

You are my Redemption [VMIN]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora