CAPITOLO 1

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Sono Lena Margaret, ho 16 anni e come ogni ragazza ho una vita tranquilla che oscilla tra studio e i pochi amici che mi ritrovo grazie al mio bellissimo carattere. Studio alla North High School, una delle scuola più conosciute della Sylicon Valley. Quando arrivai, il primo giorno di scuola accompagnata da mamma, vidi quanto fosse grande. Mi sembro più che altro un'enorme villa con delle enormi vetrate ad arco che riflettevano la luce del sole. Ha un fascino classico e un'eleganza senza tempo che riflettono il suo prestigio accademico e culturale, un grande portone in legno massiccio, ornato con intricati dettagli in ferro battuto, e per non farci mancare nulla, all'interno ha un ampio atrio con pavimenti in marmo bianco e nero che conduce alle varie ali della scuola.

Fortunatamente non era molto lontano da casa mia, ci potevo arrivare benissimo in bici o in bus.

Manca meno di un mese all'inizio della scuola, avrei voluto che durasse di più ma non mi posso lamentare, ho passato una bell'estate con la mia migliore amica Jessica, è una ragazza con un caratterialmente diverso dal mio ma andiamo d'accordo comunque. Almeno tre volte al mese ci vedevamo per andare a qualche festa o per un aperitivo in centro, per il resto andavamo al cinema, ascoltavamo musica a casa sua o a fare shopping.

Ad una di queste festa abbiamo conosciuto Marysol, una ragazza molto bella, alta e con il caschetto, occhi color miele. Tra una chiacchiera e l'altra avevamo legato subito con lei, soprattutto io mi sono subito accorta che avevamo tanto in comune, a parte l'andare a feste, amava molto ascoltare la musica specialmente un cantante di cui non riesco a pronunciare il nome.


LUNEDI'

Hai presente quei giorni in cui nemmeno ti vorresti alzare dal letto? Già, oggi è uno di quelli.

La sveglia suonò alle 7:00 del mattino, così ha voluto Jessica. Quando ci si mette è davvero testarda.

Allungo la mano mugugnando, mi volto per guardare la sveglia. E' già suonata due volte, la prima l'avevo silenziata. Che gran strategia. Tuttavia, sono solo dieci minuti in ritardo, niente che un po' di fretta e una colazione saltata non possano risolvere.

Che fortuna. Mi dissi tra me e me.

Strisciai fuori dal letto e mi incamminai verso il bagno in fondo alla camera. Osservai il mio riflesso mentre mi lavai i denti e il resto, poi esci e incominciai a preparami per questa giornata.

Misi un paio di jeans strappati al ginocchio e un top. Prendo lo zaino ai piedi del letto, che per fortuna avevo preparato la sera prima. Non faccio in tempo ad uscire dalla camera che il mio cellulare emise un suono, io ancora tutta assonnata decido di allungarmi per vedere chi è – ovviamente Jessica – le risposi e lasciai il cellulare sul letto.

Scesi le scale e mi avviai verso la cucina per fare colazione quando un buonissimo odore mi invade i polmoni, un odore inconfondibile per me – l'odore dei pancake appena sfornati – sorrido appena entrai in cucina e mi ritrovai mamma ai fornelli come al suo solito.

 «buongiorno tesoro! I pancake sono già pronti nel piatto».

«buongiorno mamma! Grazie, avevo già sentire l'odore ancora prima di entrare in cucina», le dissi. Lo stomaco si stava già facendo sentire

Presi un paio di pancake e del succo di frutta per poi accomodarmi a tavola. C'è talmente tanto silenzio che sentii pure i miei pensieri così decisi di accendere la tv. Tra una risata e l'altra finnemmo entrambe la colazione e io ritornai in camera per finire di prepararmi.

Ripresi il cellulare, aprii spotify e misi riproduzione casuale, qualunque canzoni andava bene, basta ascoltare della musica mentre finisco di preparami. Mi alzai e andai verso la scrivania dove tengo il beauty case, mi sedetti, misi un po' di eye-liner e mascara in modo da sembrare un morto vivente. La musica si fermò all'improvviso e mi chiedo chi sia ancora – di nuovo un messaggio di Jessica sei pronta? – le risposi che sono quasi pronta. Andai in bagno per darmi una pettinata. Spensi spotify, afferrai lo zainetto che stava sul baule davanti al letto e per ultima cosa presi le chiavi di casa. 

Era per strada quando telefonai a Jessica per avvertirla che stavo per arrivare sperando fosse puntuale. Dopo qualche minuto la vivi uscire di casa, indossa dei jeans larghi, una maglietta bianca basic e un paio di nike azzurre. Non sono mai stata pratica per quanto riguarda le marche delle scarpe.

Ammisi a me stessa che stava benissimo così.

 «scarpe nuove eh», dissi osservando verso il basso.

«hai vistooo!» fece un giro su se stessa tutta contenta per poi tirare su il jeans e allungare una gamba per farmi vedere meglio. Con un enorme sorriso rimase immobile per qualche secondo per ammirare il suo nuovo acquisto.

Alzai gli occhi su di lei «sei poco contenta vedo» dico ridendo, «dai andiamo» mentre la presi a braccetto per incamminarci.

 «vai piano Lena!», disse quasi lamentandosi, «non voglio rovinarle».

Alzo gli occhi al cielo.

 «allora..dove vuoi andare? Mi hai detto di mettere la sveglia presto, perché?» dissi curiosa. Ha quasi sempre in mente qualcosa da fare sta ragazza.

«ci deve essere per forza un motivo per andare da qualche parte?.... E perché della sveglia?  bhe..per passare del tempo assieme».

Camminammo per venti minuti a vuoto, tanto per fare una passeggiata fino a quando ci trovammo il centro commerciale di fronte a noi, ci guardammo con uno sguardo di intensa ed entrambe esultiamo assolutamente si! .

Entrammo ed andammo direttamente da H&M per vedere le novità.

Jessica camminò verso la parte più interessante per lei, la parte dove ci sta ogni tipo di jeans, da quelli basic a quelli più vivaci. Notò una maglia blu con macchie rossa, è proprio nel suo genere. Andò davanti allo specchio a pochi passi da noi per vedere come le stesse – le sta una meraviglia – , decise poi di andare nel camerino per provarselo, io la segui e mi misi ad aspettarla. Esce pochi minuti dopo, fa una giravolta su se stessa, si finse modella per un attimo andando avanti e indietro, io alzo gli occhi perché è sempre la solita.

Sfortunatamente, però, Jessica se ne accorge, «e smettila una volta tanto!», alzò le mani in segno di arresa, «ma se non ho fatto nulla» risposi alzando le mani in finta arresa.

Mi fulminò con lo sguardo ancora prima di chiudersi nel camerino, e probabilmente vorrà provare altre maglie.

Intanto che lei si provò tutto ciò che le ispirava io andaiad esplorare la parte dei crop top, pantaloni a vita alta, blazer, sono i tre capi di abbigliamento che amo. Camminai tra le corsie del negozio, guardai qua e là alla ricerca di qualcosa di interessante, e mi saltò all'occhio un pantalone color caramello. Lo presi per assicurarmi che ci fosse la mia taglia – Si! C'è la mia taglia! – decisi di continuare la ricerca pensando a quale crop top potevo abbinare ai pantaloni ma in lontananza ne vedi uno che faceva proprio al caso mio.

La mi destinazione ora era il camerino ma per poco un ragazzo non mi venne addosso, si scusa con me e io lo rassicurai dicendo che non era successo nulla poi ognuno per la sua strada. Ero già nel camerino quando Jessica mi chiamò, tirai fuori una mano per indicarle a quale camerino ero e le dissi di aspettare fuori.

Dopo un po' usci con l'out-fit .

«sono proprio belli» dissi a Jessica continuando a guardami allo specchio. Mi girai per vedere come mi stanno dietro.

«wow! ... questi pantaloni ti fanno un culo bellissimo!» mi guardò da capo a piedi con una faccia sorpresa. La ringrazio ridendo.

Finito di fare shopping, pagammo e ritornammo a casa di Jessica perché si stava facendo brutto tempo. Siamo già davanti a casa quando iniziamo a sgocciolare.

EQUAZIONI DEL CUORE: amore e numeri, un legame perfettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora