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Mi ostino a volerti ricordare per quello che sei stato, ma la lucidità mi sfugge in questo preciso istante.
Non sta dalla mia parte.
Lascia spazio ai vuoti che mi hai creato da qualche parte.
Dentro di me.
Incolmabili solchi accentuano, intensificano, il dolore che provo solo nel pensarti, nel poterti toccare anche solo per un instante.
Sentimenti che fungono come connettore per le parole che viaggiano da una riga all'altra, da una lacrima all'altra.
Non ho desiderato e non mi sono mai capacitato di doverti vedere prima o poi in queste condizioni.
Abbiamo, hai combattuto una lunga battaglia.
Per alcuni era già persa in partenza.
Il sottoscritto però è convinto di questo suo fervido desiderio.
Di questo ticchettio che rimbomba non solo nella sua testa, ma anche nelle persone che hanno la più solida convinzione, di aver vinto.
Di aver trionfato alla fine anche senza l'artefice di questa guerra.
Di aver trionfato anche con questa vitale perdita.
Di aver trionfato anche senza nonno.
Di avercela fatta grazie a un fattore che agli occhi dei più sciocchi può risultare un dettaglio insignificante.
La perseveranza.
Quella concenzione di tenere stretti i denti, di lottare fino alla fine, di rialzarsi anche dopo ogni colpo subito.
Una virtù che solo pochi possono avere.
Una realtà che solo pochi riescono ad accettare.
Un male incurabile ha trasformato la persona che eri.
Ha cancellato uno dei tanti pilastri della mia vita.
Il punto di riferimento per ogni minima esigenza, pronto a sostenere moglie, figli e nipoti.
Nonostante tutto non ha cancellato il tuo nome.
Lo custodiro fino alla fine, da generazione a generazione.
Per poter ricordare al mondo la persona che eri.
Ciao nonno Patrizio.

                                        patrizio.silvestri

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