In palestra.

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Mi chiamo Francesca Freschi. Ho 27 anni e sono nata a Brigna Alta, un piccolo (41 anime) paesello in campagna nei pressi di Cuneo in Piemonte. Ho conseguito la laurea in Economia e commercio alla Bocconi di Milano nel 2021. Ed ora vivo proprio qui a Milano. Lavoro per un grande studio di commercialisti associati. Vivere a Milano non è facile nè da un punto di vista economico nè da un profilo pratico. Credo che anche dal lato professsionale non offra più molte opportunità, non come un tempo perlomeno.

Ho studiato tantissimo perchè, fin da bambina, ho sempre desiderato fuggire dal mio paese. Non vedevo l'ora di conseguire il diploma di maturità. I miei genitori erano tristi al pensiero di vedermi partire, ma cercavano in ogni modo di non darlo a vedere. Volevano il meglio per me. 

Non ho mai sopportato quella desolante solitudine. Ho naturalmente detestato il chicchericcio invadente tipico dei paeselli, ma una volta arrivata a Milano ho realizzato che anche nelle grandi città, nelle piccole comunità che si creano di zona in zona, esiste questo orribilie modo di screditare le persone, diffamandole o ricamando su fatti accaduti più o meno realmente. Insomma da questo spettegolare, vuoi o non vuoi, non si può scappare. Provo vergogna per tutte quelle persone che non sono capaci di convivere con il resto del mondo.

Sono  stata una ragazza un tantino sovrappeso pesavo 70 kg anche se sono altina (1,75 mt). Avendo vissuto in un piccolo paese, più che parlare di bullismo e body shaming a scuola, dove nessuno mi vedeva, dovrei raccontare del disagio che ho iniziato a provare tra i mille esili e sensuali corpi delle ragazze con cui ho frequentato l'università: Valentina di Roma, Giulia di Siena, Claudia di Sirmione e Antonella di Padova. Sembravano tutte modelle, anche quelle che non frequentavo. La forma fisica stava diventando un'ossessione. 

Cosa avrei potuto fare? 

Già dal tempo in cui avevo cominciato a frequantare le lezioni avevo trovato un lavoretto part-time, in un bar non lontano dalla facoltà, per poter soddisfare un mio piccolo capriccio: l'iscrizione in palestra. Una mattina mentre ripetevo a mente quello che avevo studiato tutto il giorno e la sera prima, in vista dell'esame di statistica, sbarazzando i tavoli da paittini, bicchieri e tazzine era passato un ragazzo di circa 25 annni, scolpito come un statua di marmo, per lasciare i depliant pubblicitari di una palestra aperta da poco nella zona la 'Wellness'. Costava solamente 50 euro al mese e per i primi 200 iscritti il primo mese era offerto. Dovevo assolutamente andare lì e cominciare ad allenarmi per mettermi definitivamente in forma. Volevo conoscere quel ragazzo e pian piano, allenamento dopo allenamento torvare il coraggio di chiedergli di uscire.

Il giorno stesso avevo deciso di passare da casa, il mio minuscolo monolocale adiacente alla facoltà da 700 € mensili, recuperare un borsone e buttarci dentro una tuta due scarpe e un asciugamano con ciabatte. Ero corsa ad iscrivermi. Mi avevano offerto il primo mese e chiesto l'acconto per quello successivo. Era la loro tattica per evitare che qualche furbetto provasse a frequentare la palestra gratis fuggendo via dopo il mese di prova. Superata la reception ero entrara in questo regno immenso. Non c'erano solo le sale per praticare gli sport, ma anche un bar, un centro benessere, una piccola piscina e un giardino con solarium.

Non sapevo dove andare. Guardavo attorno a me, come se non avessi avuto nemmeno un minimo di senso dell'orientamento. Inotrno avevo mille luci. Gli arredamenti, gli specchi, le porte e i pavimenti erano tutti nuovi e splendenti.

Mi ero fermata ad osservare dalla vetrata le piante del solarium. Era un piccolo bosco una bucolica oasi nascosta in un edificio del centro di una delle città più caotiche d'Italia. Pochi minuti dopo una mano mi sfiorava la spalla. Ero saltata come un canguro per lo spavento.

Chi era secondo voi???? 

Il ragazzo dei depliant. 

Io ero spettinata, con capelli lunghi come i miei si nota subito, sovrappeso e senza trucco. Vi lascio immaginare l'imbarazzo. Sembrava davvero il primo incontro tra la bella e la bestia. Solamente che in questo caso la bestia ero io. Lui: biondo, alto almeno 1,80 mt, muscoloso, occhi azzurri, curato e profumato, incredibilmente profumato. Mi era venuta fame, non so esattamente di cosa.

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