Social.

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Mi Chiamo Enrica e ho finalmente 18 anni. Vi chiederete perchè 'finalmente' o forse no. Io ve lo racconto lo stesso. Sono più di 5 anni che aspetto di poter creare il mio primo account social. I miei genitori sono stati tassativi ed intransigenti sull'argomento. Ritenevano che fosse più opportuno che io ne avessi uno solamente da maggiorenne. Secondo loro a diciotto anni una persona diventa mediamente adulta e responsabile di se stessa. Ho il mio primo smartphone in mano da 20 minuti. Rimbalzo da Instagram a Facebook e da Tik Tok a snapchat perchè non so con quale app cominciare e sopratutto non so se iscrivermi solamente su un social o, già che ci sono, su tutti. I miei compagni di classe, fin dalla prima media, hanno sempre avuto uno smartphone e almeno un account snapchat. Alcuni hanno addirittura un profilo su ogni piattaforma tranne facebook perchè lo definiscono antiquato. Forse in questi anni, tenendomi lontano da questa trappola mediatica, mamma e papà speravano di rallentare o addirittura bloccare la mia voglia di social. Invece no. Addirittura dalla prima liceo ho iniziato a contare i giorni che mancavano al mio diciottesimo compleanno. Non vedevo l'ora. A scuola ci sono un paio di ragazzi che mi piacciono, ma io sono timida e magari con lo 'scudo social' avrei avuto un briciolo di coraggio per scrivergli qualcosa. Forse no, ma mi pace pensare che il network aiuti ad abbattere il muro della timidezza. Ci si possono dire molte più cose e si ha il giusto tempo per riflettere prima di parlare, anche se alcuni amici scrivono come anaflabeti, per la pigrizia di correggere spaventosi errori ortografici. Spesso, faccia a faccia, siamo travolti dalle emozioni del momento ed inciampiamo nelle discussioni risultando maleducati.

Luca e Simone, sono due ragazzi della mia scuola. Hanno la mia stessa età. Si somigliano moltissimo e mi piacciono entrambi. Hanno i capelli un pò lunghi biondi e gli occhi azzurri. Adoro gli occhi chiari. Sono entrambi molto sportivi, come me. Io frequento la palestra con incontrollabile ossessione. Pratico fitness ogni giorno e ogni tanto trascorro qualche ora nella sala pesi per tonificare la mia massa muscolare. Lì ho conosciuto un sacco di persone, e ho un grande gruppo di amici e conoscenti; mi sento molto più a mio agio in tuta e sudata che a scuola. 

Combatto spesso con i mille disagi che affliggono i miei coetanei. Io mi ritengo una persona fortunata. I miei genitori si vogliono bene, si rispettano e di conseguenza mi hanno insegnato il rispetto. Mi piacciono i ragazzi, anche se non sono così audace da avvicinarli. Credo di essere l'unica ragazza vergine di tutta la scuola. Le mie poche e selezionate amiche mi prendono semrpe in giro. Dicono continuamente che morirò vergine: io credo che ci sia una bella differenza nel decidere di trascorrere un'intera esistenza da sola o nell'andare a letto con un ragazzo ogni volta che ma ne piace uno. Loro non lo capiscono ed io a volte mi sento sbagliata. È incredibile la facilità con cui si accusa ciò che non si coprende. 

Non ti piacciono i maschi? Sei sbagliata. 

Ti piacciono i maschi? Sei sbalgiata. 

Ti piacciono maschi e femmine? Sei comunque sbagliata. Tutto dipende sempre da chi hai davanti. Perciò ho deciso, starda vivendo, di frequentare poche persone. Molte sono tossiche, non nel senso che assumono sostanze stupefacenti (alcune sì), ma nel senso che ti inquinano volontariamente o involontariamete. Ammetto, anche se può risultare un banale luogo comune, di preferire la compagnia degli animali a quella delle persone. 

Ho un meravilgioso gatto persiano grigio Peter e un cane meticcio nero di tagla media Luky. Ho un piccolo giardino, e passo molto del mio tempo libero con loro. 

Percepisco fra alcuni dei miei cotaneti un enorme disagio. Alcune situazioni disastrate o relazioni impossibili generano frustrazione. Il mondo attuale è più concentrato a speculare sull'argomento divorzio, sulla dominante crisi famigliare, sul genere sessuale e sul disagio giovanile piuttosto che ad affrontare seriamente e risolvere definitivamente il problema.

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