Chapter 3

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2 mesi dopo

Pov. Mirko

Ormai sono passati 2 mesi dalla scoperta sia mia sia di Mario... e ci ho imparato a convivere anche se i primi mesi ero davvero molto molto impaurito, impanicato e non sapevo se prenderla bene o male.

È il mio sogno della vita avere un figlio che sia come me e la mia ragazza, nato da una notte d'amore; ma non essendo abituato ad una presenza maschile adulta in famiglia, all'infuori di mio fratello, ho davvero tanta paura di non esserne pronto, non esserne all'altezza.

Però ho comunque scelto di restare, sarebbe stato da codardo scappare.

Alessia è al quarto mese e Havana al quinto, siamo in una sala d'attesa completamente vuota, essendo le 19:30 di sera, aspettando che il medico ci chiami per la visita di controllo.

Batto il piede furiosamente, sono in ansia perché essendo al quinto mese si dovrebbe scoprire se sarà un maschietto o una femminuccia, Havana è di fianco a me che smanetta al telefono visibilmente ansiosa anche lei, che spera e sente sia un maschietto.

Io lo preferirei, ma non voglio illudermi... c'è sempre la possibilità.

[...]

"Plevani? ...venga si accomodi" ci dice il medico salutando la coppia prima di noi che con le foto delle ecografie si dirige verso l'ascensore.

Entriamo in stanza e ci sediamo, parliamo un po' del più e del meno di come sta andando rispetto al mese scorso e poi fa preparare Havana... che ansia! Mi sta mangiando dentro.

Mi avvicino allo schermo, sentire il battito del suo cuoricino mi fa veramente sciogliere, non vedo l'ora che nasca e finalmente potrò stingerlo tra le mie braccia.

"Allora..." dice anche se io non sto capendo niente della proiezione, intravedo solo un bambino molto molto piccolo "penso sia una femminuccia..." lo sguardo della mia ragazza si spegne...

"NO! Fermi, guardate è un bellissimo maschietto, come lo chiamerete?" Una lacrima le riga il volto, io mi trattengo, come sempre, anche se mi sto emozionando.

"Riccardo" diciamo in coro e il medico ci sorrise.

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Povs. Alessia

Come sempre sto in sala d'attesa, da sola, continuando a lanciare occhiate allo schermo del telefono con la speranza di un messaggio di Mario, ma ovviamente non trovo nessunissimo messaggio...

Anche sta volta alla visita da sola; siamo a Novembre e in teoria sarebbe dovuto uscire Il Paradiso, ma è parecchio in ritardo, obbligando Mario a stare giorno e notte in studio non godendosi per niente la gravidanza di su* figli*.

Approposito di questo tra un mese sono al quinto, il mese della scoperta, ma io non voglio saperlo e del parere del mio ragazzo ormai non mi interessa più.

Dopo qualche minuto ancora nessun messaggio, neanche per dirmi che non viene, la segretaria mi chiama dicendomi che il dottore è pronto.

Il mio medico e abbastanza giovane, e questo a Mario urta parecchio ma io nonostante tutto ho occhi solo per lui, è stato sempre al mio fianco (tranne gli ultimi mesi che è completamente assente) e soprattutto è il padre di nostr* figli*.

La visita finisce e proprio mentre sto per uscire vado addosso a qualcuno, o meglio, a Mario.

"Scusa ero in ritardo, non ho visto l'ora non volevo" non appena finisce di dirlo si trova un bello schiaffo sulla guancia e me ne vado.

Povs. Mario

Oddio sono già le 18:00! La visita!

Prendo la giacca, visto il freddo di Novembre e scappo via verso l'ambulatorio che ha scelto Alessia.

Salgo in macchina e mentre guido tutti i sensi di colpa mi attanagliano lo stomaco...

Non sei un bravo padre...
Fai schifo...
Non ci sei mai ne in casa ne alle visite insieme alla tua ragazza...
Sei un fallito anche Mella musica il tuo disco sarà in ritardo...

Scaccio via questo brutti pensieri ormai con gli occhi pieni zeppi di lacrime, lacrime su lacrime mentre guido mi annebbiato la vista, faccio schifo.

Quando arrivo mi asciugo le lacrime esterne ma quelle interne nella mia mente ci sono ancora e la parola fallito rimbomba nella mia testa, mentre entro vado a sbattere contro Alessia che sta già uscendo.

"Scusa ero in ritardo, non ho visto l'ora non volevo" sono le uniche parole che riesco a dire, facendomi piagere ancora, ma ancor prima che inizino a rigarmi il viso le mi tira uno schiaffo fortissimo e scappa io piango ancora...

Il giorno dopo...

Ho deciso di stare due giorni a Genova da mia mamma per capire ciò che sta succedendo nella mia vita e rimettere a posto la mia testa...

È tutta la mattina che piango e mia mamma che resta ad abbracciarmi come quando avevo 16 anni.

Ho deciso di chiamare Alessia che dopo 6 squilli risponde

"Che vuoi" mi dice aspra

"Chiarire, ora sono a Genova da mia mamma, ultimamente non mi sento più in grado di fare niente..." inizio a piangere e singhiozzare "sono un fallito in tutto nella vita, con te, e nostr* figli*, nella musica... sono un semplice fallito"

"No ti prego non piangere, vuoi che venga giù a Genova?" Mi chiede comprensiva

"No stai tranquilla, non voglio pesarti" non voglio esserle di intralcio, l'unica cosa che so fare

"Io invece vengo, tutto per il mio amore, ciaoo a dopo!"

"Ale ti am-" e riattacca

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Povs. Elena

Non so che cosa prendere a Mario, si sente un fallito inutilmente... è vero che è poco presente in casa però non serve ridursi così tanto è da stanotte alle 3:00, quando arrivato che piange interrottamente

Din don, il campanello

Corro ad aprire e mi trovo davanti Alessia

" Ciao Elena!" Mi abbraccia calorosamente come sempre "Potrei andare da Mario?" È sempre stata così carina e gentile nei confronti di tutti, è proprio quella giusta considerando anche ora che è incinta, saranno degli splendidi genitori!

" Certo e chiedi pure? È su in camera è da stanotte che piange e dice come un disco rotto di essere un fallito..."

Povs. Alessia

Ho paura, tanta paura per Mario, spero ritorni il Mario spensierato, buffo, divertente di sempre.

N.A.

Cosa succederà a Mario? Smetterà mai di darsi del fallito?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 03 ⏰

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