Capitolo III

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Martedì

Aprì gli occhi e vide un soffitto piastrellato bianco, confuso nel cercare riferimenti per capire dove si trovasse. Una voce non del tutto sconosciuta risuonò accanto a lei  - Sei in ospedale, nel caso te lo stessi chiedendo.-

Artemide voltò lentamente il viso e vide la detective, in canotta appoggiata al letto, con i capelli legati e profonde occhiaie sotto gli occhi - Eh?- balbettò la bionda  -Come? Cosa ci faccio qui?-

La detective la scrutò attentamente, il suo sguardo penetrante mischiato a una nota di preoccupazione  - Sei collassata a terra mentre scappavi, ammanettata- spiegò, il tono calmo ma con un sottofondo di serietà.

Artemide sussultò e controllò i polsi, sollevando lo sguardo inaspettatamente libero dalle manette. Il suo viso rifletteva una miscela di sorpresa e confusione - Lo sai che l'ho fatto solo per evitare che rifiutassi di venire in ospedale, vero? – rispose la Davis.

La bionda continuava a guardarla dritto negli occhi, ammaliata dallo sguardo magnetico della detective - Non dovevi- mormorò

La mora si alzò lentamente, stiracchiandosi con nonchalance, ma il suo corpo denotava la fatica della notte passata in allerta. Artemide notò allora le cicatrici sul collo, sulle spalle e sugli avambracci della detective, segni visibili della sua storia di lotte e pericoli - Vedo che sei una persona che non ha paura del pericolo – commentò con sarcasmo, un mix di ammirazione e curiosità nella voce, facendo un gesto con la testa verso le cicatrici.

La detective si voltò a guardarla, il suo sguardo, non era abituata a mostrare un lato di sé che di solito nascondeva - Parli delle mie cicatrici?- chiese, annoiando con questa domanda la bionda.

Artemide alzò un sopracciglio, manifestando un certo fastidio  - Beh, di che altro, si vedono lontano un miglio, Non potevi vestirti? - chiese, cercando di distogliere l'attenzione dal corpo della donna.

Valerie la guardò con intensità  - Ero vestita, ma per salvarti la vita ho dovuto strappare la camicia e premere sulla ferita, altrimenti saresti morta dissanguata - disse, rivelando con semplicità la gravità della situazione che avevano affrontato.

Un uomo entrò di colpo, visibilmente agitato – a- ehm DOVE DIAVOLO ERI FINITA! MI HAI FATTO PREOCCUPARE! Abbiamo bisogno di te al lavoro, lo sapevi e ti sei ficcata in questo casino?!- Gridò, guardando seriamente la collega. Artemide lo guardò - Sto bene, Charls, tranquillo- disse cambiando il nome del collega, non potevano rischiare proprio ora.

L'uomo annuì, guardandola  - Pensi di riuscire a muoverti?- Chiese, la detective si schiarì la voce e l'uomo alzò lo sguardo sulla donna che aveva ignorato fino a quel momento e sbiancò - Ah.. lei è la Davis..- la ragazza lo guardò  -Perché quella faccia? Mai visto una poliziotta?-

L'uomo guardò Artemide e poi la detective - È che... cosa ci fa qua? Ha combinato qualcosa?-

La detective dissentì - Si è semplicemente fatta sparare e saccagnare di botte, malauguratamente e fortunatamente, io ero lì - disse alzando le spalle -Così l'ho accompagnata in ospedale, se non fossi intervenuta sarebbe probabilmente morta dissanguata - Poi andò verso l'uscita  - Bene, visto che quest'uomo, immagino il tuo capo o collega, ti è venuto a raccattare, io vado.- Stava per varcare la soglia, poi si sporse - Buona giornata, Marì.- Disse, e se ne andò. 

Artemide sbiancò.

 - Cazzo...- Cargo guardò Artemide, serio - Stai bene? Cosa è successo? -

La ragazza guardò il collega - Un coglione al Bubbling, ha aggredito Matt con una bottiglia. Spero stia bene. E io gli ho dato un assaggio dei miei pugni.- Cargo dissentì - E lui del suo piombo...- La bionda distolse lo sguardo - Mi conosce, Cargo. Sa chi sono e non so perché. Non l'ho mai visto in vita mia.- Sospirò - I ragazzi sono pronti per sta sera?-

The wedding is coming (GL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora