Capitolo V

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La cantina era avvolta dall'oscurità, spezzata solo da deboli luci provenienti da lampade economiche posizionate casualmente. Un odore di muffa e umidità pervadeva l'aria, rendendo ogni respiro pesante. Mason, seduto su una sedia con i piedi appoggiati al tavolo, teneva in mano una birra mentre ascoltava con noncuranza l'ira scatenata di Curt, il proprietario della gioielleria.

-Mi sono stancato dei tuoi giochetti, Mason! Abbiamo fatto un patto: ho eliminato il tuo compagno, e ora mi spieghi perché mi hai mandato altri a derubarmi?- sbottò Curt, avanzando verso Mason con un'aria minacciosa, le vene del collo gonfie di rabbia.

Mason lo guardò con disprezzo, il sorriso scomparso dal volto - Ascolta, Curt, non ho idea di cosa tu stia parlando e sinceramente non me ne frega un bel niente!-  rispose sprezzante e mentendo - Punto primo: dovevi eliminare entrambi i miei colleghi, non solo uno. Il secondo l'ho dovuto sistemare da solo. Quindi i soldi rimangono con me, come cauzione. Capito? - continuò con una voce tagliente.

Infuriato, Curt afferrò Mason per la maglietta, tirandolo verso di sé - Sei un bugiardo! Il piano era tutto tuo! Se l'altro è riuscito a scappare, è merito tuo, non mio!- gridò, stringendo con forza, le nocche sbiancate dalla tensione.

Mason mise le mani su quelle di Curt e sospirò, visibilmente irritato -Guarda, dovevi semplicemente fare ciò che ti ho detto. Invece sei entrato come un matto con quel fottuto fucile, rischiando di colpire anche me!- disse, spaccando i polsi del gioielliere che urlò di dolore, cadendo in ginocchio.

-Sei ... sei un bastardo!- singhiozzò Curt con le lacrime agli occhi mentre si allontanava, piegato dal dolore.

-È una cosa che sento spesso...Sì -  commentò Mason impassibile, prendendo una pistola dal cassetto del tavolo e puntandola verso Curt - Curt, posso fidarmi di te?- chiese Mason, il tono ora più calmo ma ancora carico di pericolo.

Il gioielliere annuì rapidamente, visibilmente spaventato - Sì! S-sì! Non ho detto nulla alla polizia! Sono venuti due volte per interrogarmi, ma non ho detto niente!-

Mason abbassò la testa leggermente inclinata di lato - Bene, bravo Curt - disse, posando la pistola e aiutandolo a rialzarsi - Ora vai in ospedale. Hai fatto davvero una brutta caduta!- aggiunse con un sorriso malevolo.

Curt lo guardò spaventato ed annuì in silenzio avviandosi verso l'uscita tremante.

Mason guardò la pistola sul tavolo per un momento, poi scosse la testa ridendo sommessamente - Un'altra rapina, eh? - disse sarcasticamente a se stesso, lanciando la bottiglia vuota contro il muro con rabbia - Quella puttana di Artemide si mette in mezzo senza sapere a cosa sta andando incontro!-  disse guardando il muro.

Si raddrizzò, si sistemò i ciuffi di capelli che sfuggivano al gel e prese il casco - Devo andare al punto d'incontro. Non posso fare tutto da solo - concluse. "Artemide, ci re-incontreremo e non vedrò l'ora di vedere l'espressione sulla tua faccia!" pensò sorridendo sadico. Ora doveva concentrarsi sul suo prossimo passo: incontrare i suoi contatti, condividere le informazioni e pianificare il prossimo colpo.


Una quarantina di minuti dopo...

La moto sfrecciò nel buio dello spiazzo industriale fuori città, derapando con un ruggito di motore che spezzò il silenzio notturno. Le gomme lasciarono segni neri sull'asfalto illuminato sporadicamente dai fari industriali. Due figure, il volto coperto dal casco, attendevano con le braccia conserte vicino alle proprie moto. L'atmosfera era densa di tensione.

-Sempre il solito esibizionista -  mormorò uno dei due, scambiando uno sguardo con il compagno.

Mason frenò bruscamente, scese dalla moto con un balzo atletico e si avvicinò a loro, togliendosi il casco con un gesto teatrale - Ragazzi! Da quanto tempo!-

Uno dei due lo fissò con uno sguardo gelido, nascosto dietro la visiera del casco -Già, quasi non ricordo più da quanto... Ah sì, da quando ci hai lasciati nelle grinfie della polizia mentre te la filavi con il malloppo!-

Mason fece spallucce con disinvoltura, un sorrisetto spavaldo sul volto - Ancora rancore per quella faccenda, Ivan? Sai bene che se non fossi scappato da solo, ci avrebbero presi tutti e tre -

Ivan lo guardò con disprezzo celato - Non è solo rancore, Mason. È questione di fiducia. Una volta eravamo una squadra!-

Mason abbassò lo sguardo per un istante, poi lo rialzò, uno dei ragazzi lo incitò

- Perché ci hai contattati, Mason? Arriva al punto-

Mason sorrise, un sorriso carico di falsa innocenza - Oh dai, non possiamo vederci per fare quattro chiacchiere tra vecchi amici?-

L'altro ragazzo intervenne, tagliando corto -Mason, non so se ci prendi per stupidi o cosa, ma non dilungarti troppo. La mia pazienza ha un limite. Perché ci hai convocato qui? -

Mason, quasi colto in fallo, annuì divertito - Ho bisogno di voi, siete gli unici di cui mi fido -

Ivan strozzò una risata amara - Divertente sentirtelo dire -

Mason lo guardò serio - Non sto scherzando. Ho provato a lavorare con altri, ma erano degli idioti -

L'altro ragazzo attendeva ancora la spiegazione. Mason continuò  -Va bene, oltre a questo, avete sentito della coppia straricca che si sposa, no? -

Ivan annuì, così come l'altro ragazzo - Certo, non fanno altro che parlare di quei due -

Mason sorrise, un sorriso avaro. L'altro ragazzo intuì subito -Non vorrai mica...-

-Li rapineremo-  Esortì Mason - In grande stile. Magari prendendo in ostaggio quei due scemi e chiedendo un bel riscatto ai genitori. Sapete che arrivano da due famiglie ricche, vero?-

Ivan lo guardò, preoccupato - Mason, è rischioso. Sai cosa vuol dire rapire una coppia come quella? Proprio perché sono di famiglia ricca... Se ci beccano, questa volta non ci salverà nessuno -

L'altro ragazzo, Derek, annuì deciso - Ci sto! -

Ivan lo fissò incredulo - Derek! Ma che... Sei impazzito?-

Derek sospirò, stanco delle solite discussioni -Sono stanco dei piccoli furti. Mi mancano le cose fatte in grande! - Si voltò verso Mason e gli puntò il dito - A patto che stavolta non ci lasci nella merda!-

Mason allungò la mano con un sorriso complice - Affare fatto, e ho anche un piano!-

Ivan dissentì, scuotendo la testa - Tu fai schifo nel pianificare. Ecco perché ci pensavo sempre io -

Derek strinse la mano di Mason con determinazione - Mettiamoci al lavoro. Ora basta con le cazzate!-

Mason li guardò, un sorriso trionfante sul volto - Perfetto. Questa volta, faremo la storia!-

E per Mason, dopo mesi si fece più nitida la visione di Artemide in ginocchio, di lei e degli Olimpo e lui a capo di un'intera città.

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Ciao  a tutti, inanzitutto volevo ringraziare i ragazzi dello scambio di lettura, tra chi da consigli chi mi racconta come si sente durante l'andare della storia sono davvero felicissima e sono anche contenta che in qualche modo vi stia sia intrigando che piacendo! 

Un ringraziamento va anche a chi non commenta per forza e legge anche solo la storia, mi fa molto piacere che stiate portando avanti la lettura! Spero di continuare a stupirvi e appassionarvi a questa storia che sto scrivendo!


The wedding is coming (GL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora