Alzo leggermente la testa e davanti a me c'è solo un grosso tappeto persiano bianco e blu. Adesso è rosso e giallo. Adesso verde e viola. Scuoto la testa e cado di nuovo faccia a terra.
Oh merda. Merda. Merda.
E' successo. Le uniche cose che ho in testa sono le parole di mio padre. Ma adesso devo mantenere il controllo e recuperare le mie amiche.« Se mai ti svegli e non ti ricordi neanche come si ci alza in piedi, la prima cosa che devi fare è accertarvi che sia tutte sane e salve, dopo di chè filate a casa. Ti supplico, non stare lì a cercare di ricomporre i pezzi della notte prima. »
Devo fare come ha detto papà ma il problema è che io non so mi ricordo davvero come si ci alza. Distolgo lo sguardo verso destra e nel balcone intravedo dei piedi. Improvvisamente trovo la forza di alzarmi ma alzandomi di scatto, provo a fare due passi e cado di nuovo. Ma devo vedere di chi si tratta. Sono due piedi nudi ed il che mi preoccupa. Esco ma la luce del sole mi impedisce di ragionare. Mi focalizzo sul corpo distenso al suolo: è Brit.
Ha i capelli scompigliati, il vestito lungo adesso è diventato un corto abito bruciato sul bordo, le spalline calate e il volto sconvolto, nonostante stia soltanto dormendo. Mi siedo accanto a lei, facendo sì che l'ombra della ringhiera in pietra sia il mio riparo. La testa sembra pesarmi un quintale. Sono stanca, oppressa e devastata ma devo ancora trovare Zoe ed Eve. Do un occhiata dentro, restando seduta sul balcone. Questa non è la nostra stanza d'albergo. Dove ci troviamo?
La mia caduta al suolo ha svegliato Brit che sta facendo dei versi di dolore con qualche accenno a qualche risata.« Dove sono? » Chiede sussurrando.
« Nel balcone di chissà qualche appartamento. » Rispondo io.
Lei prova ad alzare la testa e mi vede.
« Sam. Ma che abbiamo combinato? » Domanda esausta.
« Non lo so, ma se trovo Zoe, la uccido. » Mormoro, tentando di alzarmi.
L'idea che sia stata Zoe mi da la forza di alzarmi e nonostante la testa che martella come un trapano, ho la forza di andarla a cercare. Mentre sto camminando, una persona mi arriva addosso facendomi tornare di nuovo con la faccia su quel dannato tappeto. Dei capelli rosa sono sui miei occhi e così capisco di aver trovato Zoe.
« Che cos'hai fatto, Zoe!? » Domando spingendola via da me.« Sam, io non ho fatto niente, speravo potessi dirmelo tu. » Dice con difficoltà, quasi piangendo.
I suoi occhi sembrano essere sinceri, e poi l'idea che tre di noi stiano bene, apparentemente bene, mi rassicura un pò. Ma non sarò serena finché non troverò Eve.
Brit si alza entrano nella stanza per dirigersi in bagno ma non riesce a trovarlo così le do una mano. Certo che questa stanza è strana. Non sembra proprio una di quegli hotel degli Stati Uniti. Guardo l'orologio, sono le 10:30.
Apro la porta e finalmente trovo il bagno e dalla vasca sbuca una mano. Urlo per la paura e giungono vicino a me Brit e Zoe.
Quest'ultima fa avanti ed uno dei sollievi più forti che io abbia mai provato è questo: Sentire Zoe chiamare Eve.
Eve è nella vasca, ed è devastata come noi. Siamo tutte e quattro, possiamo andare via!
Cerco la borsetta ovunque, così fanno anche le altre. Per i primi 20 minuti tutto sembra essere sparito in questo posto che neanche conosciamo, ma finalmente Zoe trova tutte le nostre borse insieme.
« Usciamo da qui! Chiamiamo un taxi e torniamo al The Mirage Hotel. » Ordino.Usciamo e ci rendiamo conto che l'hotel che ci ospita non è dei migliori. E' umido e spoglio. Camminiamo fino a raggiungere l'uscita.
Alzo il cellullare al cielo ma niente, nemmeno una tacca. Non c'è campo.
« I vostri cellulari funzionano? » Domando.Tutte negano.
« Proviamo a chiedere a qualcuno. » Mormora Brit, ancora stanca e devastata.
Zoe si avvicina ad un uomo che sta lavando il vetro della sua auto.
« Mi scusi, saprebbe dirci come poter raggiungere il The Mirage Hotel? » Domanda.
L'uomo ci guarda tutte quante e poi torna a terminare il suo operato. Sarà uno straniero. Adesso che tengo la testa un pò più lucida mi rendo conto che qui non siamo proprio a Las Vegas. Mi precipito verso l'uomo.
« Che posto è questo? » Domando agitata.
Lui risponde con una lingua straniera. Più agitato di me. Spagnolo. In un attimo mi è tutto chiaro, così ritento.
« Dònde estamos? » Domando.
« Sonoyta, Mexico. » Risponde.
Guardo Brit e le altre. Messico. Penso di esser morta più e più volte dopo aver sentito quel nome. Siamo fuori dagli Stati Uniti. In Messico. Abbiamo fatto talmente danno che abbiamo cambiato anche stato. Come ci siamo arrivate qui e soprattutto, come si torna indietro?
Chi lo dice a mio padre, adesso?
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Una Notte Da Leoni 4: Non è ancora finita.
FanficPhil, Stu, Alan e Doug, dopo il loro ultimo disastroso viaggio, hanno bloccato i loro bollenti spiriti concentrandosi sulle proprie famiglie e mantenendo ben saldo il loro matrimonio. Tutto sembra filare calmo, fino all'arrivo dei 21 anni di Brit, f...