Prologo

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Questa non è una storia qualunque, ma la storia di come ho imparato a vivere. Di come mi ha insegnato a vivere.

Freddo, sento freddo, sento solo questo, freddo. Posso sentire l'odore del sangue, posso sentirne il sapore e posso sentirmi svuotata da esso. Sento le palpebre pesanti che lottano per potersi chiudere. Ma non posso chiudere gli occhi, se li chiudo non lo vedrò mai più e io lo devo vedere. Io ho bisogno di vederlo.

Sento gli occhi chiudersi, e non riesco più ad aprirli. Però sento la sua voce chiamarmi.

È arrivato.

"Evelyn...Evelyn sono qui, apri gli occhi. Apri gli occhi! Avanti!"

La sua voce si fa sempre più lontana, ma lo devo fare. Non posso mlasciarlo così.

Raccimolo le ultime forse che mi rimangono e apro appena gli occhi.

Il suo volto è bagnato da lacrime, i suoi occhi sono un fiume in piena, i capelli sono scombinati, ma rimane sempre bellissimo.

"Ehi, ce ne hai messo ti tempo , eh..." Sussurro sorridendo con la poca voce che mi è rimasta.

"Shhh, Evelyn, sono qui, risparmia le forze, stanno arrivando. Andrà tutto bene. si, deve andare tutto bene. Tornerai con me a casa e guarderemo tutte le volte che vuoi quello stupido film che ti fa piangere ogni volta come una bambina come se fosse la prima volta. Ti giuro che lo guarderò tutte le volte che vuoi, ma non chiudere gli occhi..."

Le palpebre sono troppo pesanti, non le riesco più a tenere aperte. Ma il sorriso, quello non me lo leverà più nessuno, perché sto con lui. Finalmente stiamo insieme.

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