EvelynQuando entro in classe vedo due ragazze che parlottano tra di loro: sono tutte e due magrissime e bellissime. Una ha i capelli color oro, occhi verdi e labbra color pesca, l'altra capelli ricci castani scuro e occhi marroni. Aveva delle labbra valorizzate dal un lucida labbra.
Mi sedetti al mio solito posto pensando a ce fosse possibile essere così belle.
Magari un giorno pure tu sarai bella come loro, Evelyn.
Mi dissi.
Faceva così male vedere tutte quelle ragazze poter mangiare tutto quello che volessero e rimanere perfette.
Per un periodo ci provai anche io, mangiavo schifezze tante quante ne mangiavano loro, ma non mi sentii meglio. Anzi, stavo solo peggio. Vedevo come mi ingrassavo sempre di più giorno dopo giorno."Evelyn? Ti chiami così giusto?"
Mi girai cercando di capire chi mi stesse chiamando. Le due ragazze di prima mi stavano guardando sorridendomi.
"Si, mi chiamo Evelyn."
"Conosci per caso un certo Lucas Baker? O il suo migliore amico Blake Carter?" Disse con uno sguardo languido.
"Ehm, sì. Lucas è mio fratello e quel rompipalle di Blake sta sempre con noi a casa."
Il solo pensiero di Blake mi fece venire voglia di chiuderlo nel bagno per ore come aveva fatto lui con me.
"Perché stai lì da sola? Vieni seduta qui con noi." Stavolta fu la ragazza dai capelli ricci e castani a parlarmi. Aveva un sorriso più sincero e dolce.
Fece scansare la bionda e mi fece sedere vicina a lei."Daisy. Daisy Flores."
Mi prese la mano e me la strinse calorosamente.
"Lei è Taylor Wilson." Disse indicando con un cenno di capo l'amica che ormai non ci ascoltava. Taylor non mi aveva dato una particolare prima impressione buona. Anzi mi ha dato parecchio fastidio come ha chiesto se conoscessi Lucas e Blake.
Daisy invece aveva qualcosa di buono nel suo sguardo.Finita scuola uscii dalla classe mentre camminavo accanto a Daisy e Taylor che camminava avanti a noi. Daisy mi stava parlando della festa che avrebbe organizzato per Halloween.
Tutto sembrava andare bene finché un clacson suonò.
Mi girai come fecero Daisy e Taylor, e quello che vidi non mi piacque affatto. Una macchina nera era ferma davanti a me, alla guida c'era lui. L'ultima persona sulla faccia della terra che avrei voluto vedere in quel momento. O almeno non dopo che Taylor aveva passato la ricreazione a chiedermi di presentarglielo con trucchetti da bambini delle elementari, come: "Evelyn, hai una casa abbastanza grande per tutte e tre? Magari potremmo venire a studiare da te un giorno di questi." E non le era importato quante volte le avessi detto che la casa era già invasa dai parassiti degli amici di Lucas, lei continuava a dire "più siamo meglio è."Che ci faceva lui qui?
"Sali in macchina, Fatina, ti porto a casa io oggi."
Daisy e Taylor si girarono in contemporanea a guardarmi.
Sentii le guance scaldarsi, così mi girai e guardai Blake.
"Oh no! La Fatina adesso mi ucciderà. Guarda che sguardo cattivo." Sghignazzò Blake prendendomi in giro davanti alle ragazze."Non fai paura nemmeno a un bambino che si piscia addosso per tutto. Avanti, sali. Mi picchi dopo."
Continuò Blake."Io non salgo in macchina con te. Preferisco tornare a casa a piedi."
"Smettila di fare sempre la bambina capricciosa. È mai possibile che fai quello che ti si dice di fare? Sei una rompipalle. Sali in macchina e stai zitta. E sappi che se adesso non sali scendo e ti ci faccio entrare a forza in questa macchina di merda." Disse Blake alzando un po' i toni. Sempre il solito scorbutico del cazzo.
Salii in macchina, dopo aver salutato Daisy e Taylor, senza aggiungere altro. Blake partì subito, senza aspettare che mi mettessi la cintura. L'abitacolo era impregnato del suo profumo fresco e pungente.
Rivolsi lo sguardo verso il finestrino per guardare alberi e case passarmi sotto lo sguardo. Misi le cuffiette che riprodussero per tutto il viaggio Summertime Sadness di Lana Del Rey. Perché anche se non era estate quella canzone rimaneva la mia ancora di salvezza.
Sentii gli occhi farsi pesanti man mano che la maccjina sfrecciava sulle strada di casa e mi addormentai.
Arrivati a casa Blake aprii la portiera dove avevo appoggiato il corpo per dormire e subito sentii un vuoto sotto di me che mi fece risvegliare bruscamente."Avanti, non sono il tuo cazzo di schiavetto. Ti sto chiamando da 10 minuti." Disse con tono scocciato quel rovina accappatoi di Blake.
Mi stiracchia e lo guardai per un attimo."Non starai mica aspettando che ti tenda la mano per aiutarti a scendere, vero?" Chiese come se fare il galantuomo fosse l'ultima cosa che volesse fare in quel momento.
Come se Blake Carter fosse un galantuomo."Da te? Un gesto di galanteria non aspetterei mai. Puoi stare tranquillo, Brontolo." Dissi sbuffando e scendendo dalla macchina raccogliendo lo zaino dalla macchina.
"Come mi hai chiamato?!" Chiese con un accenno di irritazione nella voce.
"Brontolo." Risposi divertita.
"Chiamami così un'altra volta e mi faccio pentire di averlo detto." Disse iniziando ad avvicinarsi.
"Brontolo." Ripetei. Volevo vedere quanto oltre si spingesse. Non poteva veramente farmi del male.
Sono la sorella del migliore amico, se tiene davvero a Lucas non mi farebbe del male.
Blake mi schiacciò tra lui e la macchina. Il suo petto era schiacciato completamente al mio. Mi mise una mano sul collo per tenermi ferma e impedendomi di muovermi. Poi avvicinò il volto al mio al punto da farmi credere che mi avrebbe baciata. Si avvicinò al mio orecchoo e mi sussurrò con voce roca."Tieni a bada quella linguaccia prima che ti insegni io a farlo, e fidati, non ci andrò piano."
Si staccò improvvisamente lasciandomi contro la macchina a pensare cosa volesse dire. Poi mi schiarii la gola e presi dallo zaino il mio mazzo di chiavi e mi avviai verso la porta di casa dove Blake mi stava aspettando."Entri?" Chiesi titubante.
"Aspetto tuo fratello e Ethan dentro." Disse senza nemmeno guardami più.
Così aprii la porta e andai in camera mentre Blake si sedette sul divano.
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Hell
ChickLitQuesta non è una storia qualunque, ma la storia di come ho imparato a vivere. Di come mi ha insegnato a vivere.