7. ALEX.

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Cazzo.

«Allora, cugino. Vedo che hai mandato già tutto a puttane, eh». La voce di Brian alle mie spalle mi distrae dal fatto che stavo effettivamente pensando ho mandato tutto a puttane.

Ho provato a rincorrere Kate ma era troppo tardi. Quando sono uscito fuori dal locale era già sparita. Per oggi va bene così. La cara Kate Anderson capirà ben presto che non può sfuggirmi.
La scia bollente della sigaretta impregna l'aria fresca della notte newyorkese intorno di me ed è l'unica cosa che mi sta trattenendo dal prendere la pistola e piantare una pallottola nel cervello del mio caro cugino.

«Potresti chiudere quella cazzo di bocca, Brian?», scocco, sputando il fumo sopra la mia testa. La sua mano destra si piazza aperta di fianco al mio braccio in attesa di un accendino. «Ecco». Sento lo schiocco dell'accensione di una sigaretta e con uno sguardo lanciato dietro di me vedo che si appoggia al muro lercio del locale.

«Hai idea delle cazzate che stai facendo, cugino o vuoi ignorare il fatto che le tue merdate stanno scavando la fossa a entrambi?». Un momento dopo, la mia mano è stretta intorno al suo collo. La sigaretta ancora accesa sul cemento sotto le nostre scarpe.

«Credo che stai confondendo il mio non averti preso a calci per quella scenetta là dentro per stupidità, Brian», continuo a esercitare pressione sul suo collo. «Fai quello che ti dico. Non fare mai più niente senza un mio ordine esplicito», premo ancora più forte. «E soprattutto non toccare mai più, Kate». Per un momento ho pensato di spezzargli entrambi i polsi, farlo inginocchiare sul pavimento e chiedere perdono solo per averla sfiorata. Quando ho visto la sua lingua dentro la bocca di Kate, oltre che un conato di vomito, mi è venuta voglia di tagliargliela e fargliela ingoiare.

Allento, soddisfatto, la pressione sul collo e lo lascio andare. Vedo che rilassa i muscoli e passa poi a raddrizzarsi la camicia. «Cazzo, amico. Non c'è bisogno di fare così».

Sto camminando verso la mia Audi mentre sento la sua voce in lontananza.

«Puoi ripeterti quello che ti pare, Alex. Ma sai benissimo che lei non ti perdonerà mai».

Il rombo del motore è niente in confronto al tumulto dei miei pensieri.

Kate Anderson è mia. E se devo sacrificare la mia vita per averla che sia così.


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