🩷Capitolo 17-Bianca🌹

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UN ANNO PRIMA, CIRCA

Non vale; la regola era una parola.

Sono appena stata a pranzo dai genitori di Luca. Sono delle persone davvero carine e cercano di farmi sentire sempre a mio agio; mi hanno accolta sin da subito con sorrisi caldi e gentilezza.

Andiamo spesso a pranzo da loro, di solito la domenica. A volte invece quando è complesso incastrare impegni e viaggi, ci organizziamo per la cena.

Adesso sono in macchina con Luca e stiamo andando a casa sua. Domani mattina deve andare via per un viaggio di lavoro, ma abbiamo stabilito che prima di partire mi accompagnerà alla metro che mi porterà in cooperativa. Quindi passiamo il tempo che ci rimane dopo cena accoccolati sul divano.

Mi propone di andare a dormire presto in vista della giornata impegnativa, e così alle 22.00 Luca dorme e io sto leggendo nel letto accanto a lui da quasi mezz'ora.

Stiamo insieme da circa quattro mesi e devo dire che sin da subito è stato tutto abbastanza naturale; lui è anche il primo ragazzo con cui ho provato a ricominciare e devo ammettere che è stato persino più semplice del previsto, quasi spontaneo. In lui ho visto una bella persona, degna della mia fiducia e a cui ho deciso di provare ad affidare il mio cuore.

Sarà che ci siamo conosciuti grazie ad amici in comune, sarà che non sapeva niente di me e del mio passato, della mia famiglia, che non mi sono mai sentita sotto giudizio...beh, fatto sta che stiamo insieme da un po' e stiamo bene. Sorrido mentre nella mia mente scorrono immagini di noi due...

S'è fatto tardi, quindi chiudo il libro e lo appoggio sul comodino, collego il cellulare al caricabatterie, ma proprio in quel momento comincia a squillare.

Quando leggo di chi si tratta, mi sembra impossibile, penso di aver letto male. Ma poi continua a suonare e allora, alla velocità della luce inserisco la modalità silenziosa schiacciando il tasto laterale e lascio cadere il telefono sul comodino come se scottasse.

Poi resto lì, a fissare lo schermo illuminato e ad ascoltare la vibrazione che rompe il silenzio della sera, mentre aspetto che dall'altro capo del telefono clicchino sul dannato tasto rosso.

Finalmente il cellulare si zittisce.

Ok, non era niente, visto? Ha smesso di chiamare.

Posso tornare a respirare.

Aveva solo sbagli-

Lo schermo di riaccende, mi sta richiamando.

Merda.

E ora cosa faccio?!

Niente, lo ignoro, non rispondo.

Però... e se avesse bisogno? Infondo è la seconda chiamata di fila...

Magari è un'emergenza...

Ok, rispondo, magari è una cosa veloce. Un'emergenza veloce, sì ecco.

Scollego il cellulare, esco dalle coperte e poi a piedi nudi lascio la stanza.

Socchiudo la porta scorrevole e poi clicco sul tasto verde.

Ma non riesco a dire niente.

Sento solo il battito del mio cuore, il mio respiro accelerato che mi rimbomba nelle orecchie e nel petto.

"Bianca?" al suono del mio nome pronunciato dalla sua voce, allontano di scatto il telefono e appoggio la fronte al muro.

Dio, è proprio lui...

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