💙Capitolo 9-Jason🌷

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Quale. Cazzo. Di. Proposta?!


Sono davvero soddisfatto del servizio. Ero abbastanza teso, ma devo ammettere che la brigata con cui mi sono trovato a lavorare è davvero coesa e coordinata; non ho sentito screzi, incomprensioni o urla quindi direi che si prospetta un buon periodo di lavoro. Inoltre, l'aver tirato un sospiro di sollievo sull'organizzazione interna mi permette di stare un po' più tranquillo, anche in previsione del servizio che ci aspetta fuori sede dopodomani.

Ieri ho partecipato a un breve incontro con il vicedirettore, Bianca e poche altre persone, durante il quale ci siamo confrontati anche sul banchetto annuale che si tiene sul Monte Livata, a poco più di ottanta chilometri da Roma, insieme ad altri hotel e ristoranti del luogo.

Abbiamo organizzato il trasporto dei vari elettrodomestici, abbiamo scelto il menù e pensato alla spesa; noi partiremo quella mattina stessa intorno alle ore sei dal momento che il viaggio in pullman durerà circa un'ora e tre quarti, e che poi c'è da preparare un pranzo completo per almeno cento persone.

"Ehi, io vado a letto, vieni con me?" mi chiede Lucrezia arrivandomi alle spalle per poi poggiare le mani sul mio petto e la bocca sul mio collo.

"Mhmm mmm, tra un attimo ti raggiungo." Le rispondo senza staccare gli occhi dal cielo di Roma. Lei sembra soddisfatta della risposta e così mi dà un bacio sulla guancia e se ne va.

Saluto le stelle che stasera sono un po' nascoste dalle nuvole, quando sento una finestra aprirsi e penso sia di nuovo Lu. Al contrario, quando mi volto, scopro che il rumore arriva dalla suite accanto, e vedo Tizio uscire sulla terrazza e accendersi una sigaretta.

Rimango in attesa nell'ombra, proprio come la prima sera...

Pochi minuti dopo Bianca lo raggiunge e prende posto accanto a lui sul divanetto.

Per fortuna Tizio ha la decenza di allontanare la sigaretta dal suo volto portandola nell'altra mano.

Si scambiano carezze e baci e io devo resistere più volte alla tentazione di alzarmi ed andarmene.

Sento la mascella contrarsi e pugni stringersi.

Intorno a noi c'è così tanto silenzio, che ad un certo punto mi accorgo che dal tavolo sotto la pergola dove sono seduto posso sentire la loro conversazione.

Ancora non lo so, ma mi ritroverò a desiderare di non averlo fatto.

Improvvisamente Tizio si alza e cammina avanti e indietro. Sembra agitato.

Riesco a percepire alcune parole della loro conversazione e capisco che Bianca gli sta confessando del nostro passato ...e lui sta palesemente morendo di gelosia.

"Ne eri innamorata?" le chiede

"... sì"

Sicuramente mi amava, sicuramente io la amavo.

Sicuramente non ho mai amato nessun'altra.

La sua risposta non mi stupisce, ero ben consapevole dei suoi sentimenti per me, così come lei lo era dei miei.

Ripenso ai nostri baci, agli abbracci, ai momenti speciali condivisi, alle risate, ma anche ai momenti tristi.

Ripenso a quel dolore quando le ho detto addio.

Ricordo a quanto ho sperato che non fosse veramente un addio, ma solo un arrivederci.

Ricordo le sue lacrime al telefono, le sue suppliche.

Ricordo quando sono andato a Milano per parlare con lei e la fitta che ho sentito al cuore vedendola con quel ragazzo.

Ricordo l'indecisione che ho provato, e le urla del mio cuore quando ho capito di doverla lasciare andare.

Ti aspetto come sempre, al solito posto - Volume IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora