Capitolo 5

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"Li abbiamo seminati?" chiede poi il boss distogliendo lo sguardo da me e guardando Jimin imprecando liberamente "Dimmelo tu, capo" rispose l'altro intendo a guidare a una velocità disarmante

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"Li abbiamo seminati?" chiede poi il boss distogliendo lo sguardo da me e guardando Jimin imprecando liberamente "Dimmelo tu, capo" rispose l'altro intendo a guidare a una velocità disarmante. 

Le nostre teste si girano quasi insieme mentre entrambi osserviamo dietro di noi. Vedevo solo taxi e auto normali. Nessun segno dei nostri inseguitori. 

"Per ora. . ." comincia a dire, il suo corpo ancora teso e sull'attenti sotto di me "Per ora li abbiamo persi" Dice riguardando un'ultima volta rilassandosi di poco rigirando la testa. 

Sospira serio e in modo brusco, passandosi una mano tra i suoi capelli, che ricadono ad adornare il suo viso perfettamente.

"Appartamento in centro città, Jimin" dice serio poi all'autista, sembrando comunque più calmo di prima "Dobbiamo restare cauti e insospettabili" aggiunge poi rilassando la testa contro il poggiatesta sospirando pesantemente, mentre io fisso il suo pomo d'Adamo e le vene esposte del suo collo ingoiando a vuoto. Scendo dalle sue gambe sedendomi al suo fianco timidamente e nervosamente guardando giù. 

"Ci siamo quasi, capo" riferisce JImin, guidando ancora veloce, ma mimetizzandosi con il traffico.

Dopotutto, una macchina mezza sfasciata, un lunotto e un finestrino mancante, una spogliarellista rapita era una cosa del tutto normale e insospettabile; ma era anche comprensibile il fatto che volessero mimetizzarsi tra la folla e seminare definitivamente chiunque ci stesse inseguendo. 

Sussurro dal nulla, la voce tremante e appena percettibile "P-per favore..." Le parole escono a stento dalle mie labbra, come se avessi perso il controllo su di esse. Un brivido mi percorre la schiena mentre mi rendo conto di ciò che sto dicendo, senza averci nemmeno riflettuto. L'uomo accanto a me si volta, attirato dal mio flebile suono. I miei occhi si incontrano con i suoi, pieni di un terrore silenzioso.

Con voce ancora più flebile, quasi un lamento, indico il mucchio di banconote sparpagliate sul sedile posteriore "P-puoi... puoi prenderti tutto." Il vento che entra dal lunotto posteriore le fa svolazzare leggermente, come se sottolineasse la mia disperazione.

La mia voce si rompe in un singhiozzo mentre lo supplico "L-lasciami andare... per favore." Le parole si susseguono a fatica, cariche di un'emozione che non riesco più a contenere.

Il boss mafioso mi scrutinò per un istante, un silenzio carico di tensione che mi fece trattenere il fiato. Poi, un sogghigno compiaciuto si disegnò sulle sue labbra. "Due terzi di quei soldi erano miei, non molto tempo fa", affermò con voce gelida, mentre i suoi occhi mi squadravano con fare calcolatore "E modestamente, ci ho rinunciato più che volentieri per un ballo e quel dolce regalo che hai dato a Theerapanyakul. Volevo sinceramente farlo da inizio serata" , ammise con una risatina sprezzante. "E poi," continuò, indicando con la testa il mucchio di banconote sparpagliate sul sedile e sul pavimento, "cosa ti fa credere che questa miseria sia sufficiente a comprare la tua libertà?"

His Captive - Jungkook x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora