1. Benvenuta

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"A volte non hai il tempo di accorgertene, le cose capitano
in pochi secondi. Tutto cambia.
Sei vivo. Sei morto.
E il mondo va avanti.
Siamo sottili come carta"
Charles Bukowski

Eta: 14 anni

Oggi è il mio primo giorno di scuola alla San Jose School, una scuola pubblica.
Abitavo a New York quando i miei genitori erano ancora sposati, in seguito al tradimento di mio padre, avvenuto quando avevo solo tre anni, il giudice mi affidò a mia madre, ritenendo quell'uomo incapace di accudirmi.
Ha deluso l'amore della sua vita, la donna a cui aveva giurato fedeltà e amore incondizionato per l'eternità; solo per una ragazza più giovane e bella, con un corpo formoso e senza figli.
Non li ha mai desiderati, così come il matrimonio.
È stata mia madre a insistere su entrambi, quando rimase incinta sperava mio padre sarebbe cambiato, credeva una figlia potesse sistemare il loro rapporto.
Si sbagliava, seppur in quei pochi anni lui mi abbia dimostrato affetto, non si è tirato indietro nell'abbandobarci e rifarsi una nuova vita, una in cui noi due non eravamo incluse.
Si è fidanzato e ha avuto un altro figlio, non l'ha ancora lasciato e non lo farà mai.
Così come non tornerà mai da me.
Inizialmente ci sentivamo con telefonate, insisteva nel farmi conoscere mio fratello ma, dopo aver compreso non l'avrei fatto, ha smesso di chiamarmi.
Non aiuta mia madre in questioni economiche, mi scrive solo nelle festività o al compleanno.
Seppur da bambina desideravo ricevere un suo abbraccio, essere considerata ancora la sua principessa, sentir la sua voce leggermi un'alta favola e condurmi in un altro mondo; ora so che quelle braccia stringerebbero troppo forte, la corona peserebbe sulla testa, la favola sarebbe macabra e il mondo intriso di sofferenza, contaminato dai suoi peccati.
Volevo un padre presente, uno a cui confessare segreti, raccontare le prime cotte, invece ne ho avuto uno che a malapena si ricorda il mio nome.
Non provo niente nei suoi confronti, il vuoto ha preso possesso di me e mi ha reso insensibile al suo pensiero.
Per me Mason Ellington non esiste più.
Io e la mia migliore amica, Adeline Eversley, ci siamo iscritte nella stessa scuola e siamo capitate nella stessa classe.
Ci conosciamo fin da bambine, siamo legate in maniera indissolubile.
Ci spalleggiamo, siamo complici in qualsiasi cosa, sappiamo le insicurezze altrui e riusciamo a capirci con un solo sguardo.
Lei è stata la mia salvezza, nei miei periodo bui c'era sempre, non mi ha mai lasciato.
Ho costantemente paura che le persone a cui tengo mi abbandonino, che trovino qualcuno migliore di me.
Non mi sento all'altezza del loro affetto, sostengo di essere inferiore agli altri, ecco perché sono gelosa.
Non è una gelosia tossica, mi preoccupo di vederli andare avanti e lasciarmi indietro, senza voltarsi.
Però lei non lo farebbe, sa che mi procurerebbe una sofferenza impossibile da quantificare.
Siamo l'una il rifugio dell'altra, e sarà così eternamente.
Varcammo la soglia della nostra classe, è spoglia, le pareti bianche sono quasi accecanti, la lavagna è pulita, sulla cattedra sono presenti libri di diversi colori, le sedie sono occupate dagli studenti e su alcuni banchi sono già presenti quaderni aperti.
Feci un respiro profondo, cercando di tranquillizzarmi, l'ansia è una mia fedele compagna da quando ne ho memoria.
Qui comincia una nuova avventura, una fiaba diversa dalle altre, nella quale sono accompagnata da colei che ora mi stinge la mano per darmi conforto.
Fissai le mie pupille nelle sue iridi azzurre, sorridemmo nello stesso istante e ci accomodammo in due posti liberi.
Sono pronta, sono pronta, sono pronta.
Continuai a ripetermi queste parole nella mente, speranzosa di un futuro migliore.

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