«Lasciatemi venire alla Royal...»

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Mi sveglio con un mal di testa allucinante. Mi passo una mano sulla fronte sudata, anche i capelli lo sono. In secondo ricordo tutto quello che è accaduto ieri sera. Ronnie e...papà. «Dio...sono stata impulsiva» È un miracolo io sia ancora viva. Mi alzo dal letto e guardo l'ora: sono le 8:30. Ho dormito troppo ma si stava così bene al caldo e senza rotture di palle. Diavolo... ma c'è scuola. Mi alzo come una molla e corro in bagno. In mezz'ora ce la posso fare a essere in classe.

Accendo il telefono per vedere se qualcuno mi ha scritto. Noto un messaggio da Ronnie. "Ho assemblea, se non hai scuola vieni alla Torre". Ma si... chi se ne frega della scuola. Le rispondo che arrivo e finisco di vestirmi. Indosso una felpa e un jeans chiaro. Mi trucco giusto per essere un po' presentabile ed esco dalla camera sperando che papà sia al lavoro. Se mi becca sono guai. In punta di piedi tipo agente speciale dei servizi segreti, cammino verso la sua stanza e vedo il letto disfatto. Controllo anche nello studio e appena ho la certezza che non è in casa prendo qualcosa da mangiare e esco.

Appena arrivo a destinazione, la vedo seduta nella panchina dell'altro giorno. Mi saluta e mi siedo. «La vecchia Emy non avrebbe mai saltato un giorno di scuola» sorrido pensando a com'ero secchiona. «Le persone cambiano. E comunque non perdo nulla visto che sono maledettamente indietro» mi mostra un cenno d'assenzo. La Royal Accademy è una tra le scuole più rinomate. Un livello d'istruzione eccellente. Un altro motivo per andarci.

«Dimmi un po' diavolo infernale, ti sei calmato o hai voglia di mettere tutti su una picca?» sorrido alla sua presa in giro «Ho fatto una cazzata» esclamo buttandomi accanto a lei a peso morto. «Non ti abbattere, torna sulla tua strada. Avevi le tue ragioni. Magari si, un pò meno la prossima volta» schiocco le dita «Che suggerisci di fare Sherlock?» «Qualunque cosa tu decida, la cerimonia d'apertura è questo fine settimana. Perciò dobbiamo sbrigari se no tanti saluti al tuo piano». Impreco mentalmente. «All'improvviso sembra tutto così difficile, non ci riuscirò mai...» espongo ad alta voce i miei pensieri «No, ferma. Non ti mettere in una gabbia da sola. Meriti un pò di libertà. Ti assicuro che troveremo un modo. Fammi pensare» mi spunta un sorriso sincero. Ti voglio bene Ronnie. Inizia a smanettare con il telefono e poco dopo mi ritrovo a seguirla per la città. «Dove stiamo andando» mi affretto a raggiungerla «Dobbiamo sbrigarci, perciò ora andiamo a parlare con mio padre. Poi penseremo al tuo» «Cosa gli dirai? Non voglio metterti nei guai» scuote la testa «Non ti preoccupare, ci penso io»

Dopo un po' davanti a me vedo l'imponente struttura. Ronnie mostra un badge elettronico. «Il cartellino mi è nuovo» il pezzo di plastica viene scannerizzato e ci viene consentito l'accesso «Mio padre ha cambiato tutta la struttura. Hanno cambiato alcuni punti costruendo delle entrate grazie alle quali si può andare ovunque e ovviamente hanno accesso determinate persone» resto in silenzio. Mi scorre un brivido lungo la schiena, spero vada tutto bene, non riesco a crederci fino in fondo. Per ogni cosa, tendo sempre a soffocare la possibilità che vada tutto bene. Arriviamo davanti all'ufficio di Jude. Bussiamo e una voce dall'interno ci dà il permesso per entrare. «Ciao papà» faccio il mio ingresso dopo di lei e mi chiudo la porta alle spalle. «Nica. Emy. Che ci fate qui?» Jude ci guarda incuriosito. È seduto in una poltrona fatiscente di colore rosso che stona con l'oscurità che avvolge la stanza «Bello il quadretto familiare, ma ci sono pure io disgraziate che non siete altro» si lamenta una voce, un secondo dopo Caleb esce dall'ombra in stile agente segreto. Entrambe scoppiamo ridere mentre ci guarda offeso. «Qualcuno è un po' permaloso» lo prende in giro Jude «Sta zitto!» lo fulmina imbronciato. «Scusa, ma la questione è un pò urgente. Non ti avevamo visto» «Lo vedo eccome, pareva vi inseguisse qualcuno».

Ci sediamo nelle due poltrone poste davanti alla scrivania. «Fatti coraggio Emy» mi sussurra. I due adulti rivolgono a me la loro attenzione e io inizio ad essere sottopressione «Jude. Voglio entrare nella Royal Academy» dico tutto d'un fiato. Il diretto interessato mi guarda sorpreso mentre Caleb rischia di far cadere il bicchiere in con cui sta bevendo «Perché così all'improvviso? Axel lo sa?» alla sua domanda sussulto leggermente. Guardo Ronnie indecisa se mentire o meno. «Non sto bene alla Raimon. Lo sai che mi è sempre piaciuta la Royal» cerco di assumere un tono triste per essere ancora più credibile. Mi osserva attentamente. I suoi occhi rossi mi studiano alla ricerca di qualche indizio, che ovviamente non riuscirà a trovare.

L'imperiale perfetta ~ Akemy BlazeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora