19 • Martina

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A fine giornata non ho potuto impedire ai miei pensieri di volare da Stefano, perché si è messo alla guida come un incosciente? Poteva farsi davvero male. Mi sono informata tramite suo fratello sulle sue condizioni, ferita superficiale un corno, ha una frattura alla caviglia e gli ci vogliono almeno sei settimane per poter camminare di nuovo. Ho deciso che oggi, visto che è il ventisette di dicembre e festeggeremo direttamente a Capodanno e quindi, non ho impegni con la mia famiglia, vado a trovarlo. Ormai, posso dire che ho una certa confidenza con Kevin, gli mando un messaggio per chiedergli di venirmi a prendere, non accetto un no come risposta, anche perché i miei genitori lavorano; dunque, non noteranno la mia assenza per un paio di ore e poi non c'è niente di male nell'uscire di casa. Visto che ho la sua approvazione, testuali parole, mi viene a prendere tra mezz'ora e se non mi trova giù, va via, inizio a prepararmi. Non mi sento molto a mio agio sulla sua moto e, considerato che non so se viene a prendermi proprio con quella, indosso dei jeans bianchi e un maglioncino rosa. Amo vestirmi con vari colori, il nero lo utilizzo raramente. Metto le scarpe comode da ginnastica e inizio a farmi un leggero trucco, giusto per non sembrare un mostro a tre teste, le mie occhiaie sono così pronunciate che posso sembrare un alieno.

«Stavo per andarmene, sei fortunata», Kevin non mi saluta, il che non mi sorprende. In realtà non ho sfiorato l'orario, non ha di che lamentarsi.

«Sono stata precisa in realtà, quindi non si tratta di fortuna», come ho previsto, è venuto a prendermi con la sua moto. Anche dopo esserci salita una volta, e anche se ho constatato che sa guidare, mi mette sempre ansia. Si avvicina per mettermi il casco, il suo prezioso casco verde, e mi aiuta a montare in sella.

«Non ti credevo una precisina», non lo sono. Semplicemente, mi sono data una mossa visto che ha minacciato di andare via senza accompagnarmi da suo fratello.

«Sono tutt'altro che precisina, posso garantirtelo», urlo per sovrastare il rumore del vento, è partito solo adesso e già andiamo a tutta velocità. Mi tengo stretta a lui come fosse un ancora di salvezza, che poi, se facciamo un incidente, moriamo entrambi e tenermi a Kevin non servirà a niente. Ok, forse sono troppo pessimista ma la sua guida è spericolata, è normale che non ci vedo niente di positivo.

«Sono molto curioso di vedere cosa sei, moglie di satana», a quanto pare non siamo passati al soprannome barbie, continua a chiamarmi in quel modo. La cosa buffa è che dovrei offendermi, dovrebbe essere dispregiativo e invece, detto da lui, mi piace. Non so cosa voglia dire con questa frase, ma sono certa che l'ha detta a bassa voce per non farsi sentire, quello che non sa è che invece ho sentito benissimo e conoscendomi, penserò a quello che avrà voluto dire, per tutto il giorno.

«Quanto manca ancora?». Se resto su queste due ruote infernali, per molto tempo, dovranno portarmi in ospedale. Mi sto sentendo male per quanto stia andando veloce e il peggio è che non vuole decelerare.

«Perché, vai di fretta?». La fretta verrà a lui quando capirà che, anziché portarmi a casa sua, dovrà fare una sosta al pronto soccorso.

«Se non vai più piano, svengo. Non so quanto ti conviene perdermi per strada, venirmi a recuperare e portarmi in ospedale», forse il mio è solo panico, ma sta davvero guidando in modo pericoloso. L'altra volta, anche se era veloce, non guidava così. Se ha istinti omicidi può anche lasciarmi in mezzo alla strada e morire da solo, io non ho intenzione di morire in questo modo, per mano sua poi.

«Esagerata, so quello che faccio e odio il traffico. Comunque, se svieni, non vengo a cercarti e se vuoi raggiungere casa mia, ti conviene fare uno sforzo e restare vigile», lo odio. Ha seriamente detto che non è un suo problema se mi sento male, quando, a farmi sentire in questo modo, è il come sta guidando? È fuori di testa, questo è sicuro.

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