Sono nell'ufficio dell'Agenzia, seduto sulla mia sedia che ho spostato fino alla finestra, per vedere Yokohama, per la prima volta dopo tantissimo tempo con il mio occhio rosso libero. Sto cercando di non pensare a niente, attività che di recente è diventata alquanto difficile.
«Dazai-kun.» mi chiama improvvisamente una voce autorevole alle mie spalle.
«Sì presidente?» domando, voltandomi verso di lui e alzandomi in piedi.
«Il boss della Port Mafia ha chiesto di vederti. Ha detto che ora che hai scoperto tutto vorrebbe riavere indietro i suoi documenti.»
«Certamente.» annuisco «Vado subito.»
Mi reco verso la scrivania, trascinandomi dietro la sedia, sotto lo sguardo sorpreso di tutti.
«Ecco perché ero sorpreso dalla quantità di fascicoli sulla quale lavoravi, non erano nostri! Cosa ci facevi con i documenti della Port Mafia?!» esclama Kunikida, fuori di sé.
«Cercavo la vera ragione per la morte di Nakahara Chuuya.» rispondo semplicemente, infilando tutti i fogli nella stessa busta di alcuni giorni prima e dirigendomi verso l'uscita.
«Ma Dazai!» sento esclamare ancora, prima di richiudermi la porta dell'ufficio alle mie spalle.
Cammino tranquillo, come se mi si fosse sollevato un peso dalla coscienza, e forse è così. Adesso mi sento quasi allegro nel vedere gli edifici ricostruiti o aggiustati, la gente che cammina tranquilla, qualche turista curioso di saperne di più su questi misteriosi utilizzatori di abilità. Il Sole splende nel cielo, calando sempre di più verso l'orizzonte, riscaldando la Terra in quella calda giornata di mezza estate.
Ormai è passato un intero mese.
Mentre mostro l'Oracolo d'Argento ai due uomini di guardia alla porta, penso che questa dev'essere l'ultima volta che lo faccio, perché Mori deve ancora riscuotere il mio favore, e probabilmente mi chiederà di tornare alla Port.
Salgo le scale prima e con l'ascensore poi, raggiungendo finalmente l'ultimo piano. Entro con tutta la tranquillità che possiedo e, trovando la stanza vuota, lascio i documenti sulla scrivania di Mori e spero di riuscire a scappare prima che lui mi trovi.
«Dazai-kun.» dice una voce, infrangendo le mie cristalline speranze.
«Vieni con me.» mi fa, sulla soglia di una porta su un lungo corridoio che io ho attraversato una volta sola, per andare ad assistere all'omicidio del Vecchio Boss. Senza dire altro, mi fa strada fino ad una porta che, data la distanza dalle altre su quel lato, sembra dare su una stanza particolarmente spaziosa.
«Prima di entrare, voglio parlarti un attimo.» dice, e io annuisco, spronandolo a continuare.
«Anch'io sapevo già tutto di Chuuya-kun. Tuttavia,» continua, notando la mia espressione farsi sempre più incazzata «mi è stato fatto promettere di non dire alcunché, ma solo di fornirti il necessario affinché tu possa arrivare alle tue conclusioni da solo. Sarebbe poi stato compito di Kōyō darti conferma, insieme all'ultimo biglietto.»
Si torce un po' le mani, come in ansia per qualcosa.
«All'inizio ero molto scettico di questa cosa, e non solo io...poi però siamo stati convinti dal vostro detective geniale, e non ho potuto proprio fare altro...dopotutto, tenevo anch'io a Chuuya-kun.»
«Cosa c'entra Ranpo? Ah, giusto, lui sa sempre tutto.» sbuffo.
«Non è proprio così, ma adesso credo sia meglio che te lo mostri, o potresti uccidermi a breve.»
Apre la porta, invitandomi ad entrare. In un primo momento non vedo nulla, poi accende l'interruttore, e mi ritrovo in una stanza immensa, con le pareti azzurro pastello e una vetrata incredibile, pari quasi a quella del suo ufficio. Ciò che più mi stupisce però, è la folla.
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Love notes~Soukoku~
Fanfiction"Non dimenticarmi. Ma non lasciarti sopprimere. Io ci sono, anche se non mi vedi. Mi sono sempre fidato di te e dei tuoi piani, tu fidati se ti dico questo." Arahabaki non perdona, e Chuuya lo sapeva bene quella notte d'inizio estate, quando ha comb...