Non pensavo sarei mai tornato alla Port Mafia così tante volte in poche settimane, ma eccomi di nuovo qui, a mostrare l'Oracolo d'Argento ai due uomini di guardia. D'altro canto però, non pensavo nemmeno che Chuuya sarebbe mai potuto morire lasciandosi alle spalle una caccia al tesoro.
Salgo le scale fino al quarto piano, dove inizio a chiedere in giro di Kōyō. Purtroppo scopro che è in missione da qualche parte, ma al posto suo riesco a parlare con Akutagawa.
«Dazai-san, cosa ci fai qui?» mi domanda, sorpreso di vedermi.
«Possiamo parlarne altrove?» chiedo a mia volta, mostrando anche a lui l'Oracolo, e annuisce, facendomi strada fino all'ascensore, il quale ci porta all'ufficio del giovane, una stanza abbastanza ampia, con una finestra rivolta a Nord, per limitare l'esposizione ai raggi solari. Tuttavia, non sembra che l'ambiente si particolarmente vissuto, in quanto c'è solo una scrivania con due sedie, uno scaffale di armadietti, e un plico di fogli con accanto una penna. Nemmeno un computer, né un telefono fisso.
«Cosa succede?» mi domanda ancora, mentre ci sediamo sulle due sedie.
«Sto cercando la ragione della morte di Chuuya.» rispondo.
«Ma non era dovuta ad Arahabaki?» chiede sorpreso.
«Così sembrava, ma poi ho trovato questo.» rispondo, porgendo anche a lui il biglietto datomi al ristorante.
«Ranpo-kun, il detective di punta dell'Agenzia, mi ha voluto dare una mano, e la sua attenzione è caduta su questo fascicolo, all'interno del quale, c'era questa foto.» continuo, posando il tutto sulla sua scrivania. Uno dopo l'altro, esamina sia il biglietto, sia il rapporto, sia la foto.
«Cosa vuol dire "Non è colpa tua"?» mi domanda, trovando la scritta sul retro.
«Non ne ho idea, ma è la terza volta, esclusa la lettera, che trovo un biglietto del genere. La calligrafia è sempre quella di Chuuya.» spiego «Speravo che Kōyō-san potesse dirmi qualcosa di più a proposito di questo omicidio o qualunque altra cosa, essendo sempre stata molto legata a lui, ma ho saputo che non c'è.»
«Al momento è a Tokyo, ma dovrebbe tornare nei prossimi giorni. Tuttavia...» continua Akutagawa, guardando meglio la foto «Se non sono ancora state cancellate, potresti dare un'occhiata alle registrazioni di quel giorno al magazzino. Magari è successo qualcosa, ed è per ciò che il detective ti ha tirato fuori proprio questo caso.»
Rifletto un attimo, poi annuisco.
«Hai ragione, grazie mille.»
«Figurati Dazai-san.» risponde, con un colpo di tosse.
Raccolgo tutto dalla scrivania e lo saluto, per tornare poi all'ascensore e dirigermi nell'ufficio dove sono tenute tutte le registrazioni degli edifici di possesso della Port Mafia, nel quale sono entrato anch'io un paio di volte per delle ricerche. Fortunatamente non trovo nessuno, quindi mi metto liberamente a cercare le cartelle riguardanti il magazzino al porto, scorrendo poi fino a trovare quelle di tre mesi fa, e infine proprio quella del giorno che stavo cercando.
Mi infilo le cuffie a disposizione e ci clicco sopra, scorrendo fino al punto in cui compare l'uomo, che inizia a frugare nell'edificio, finché non arriva Chuuya. Resto quasi affascinato nel riguardare i suoi movimenti fluidi in combattimento, finché non mi riscuoto al suono dello sparo con il quale ha ucciso l'avversario. Quello si accascia a terra, morente, in una pozza di sangue, ed è allora che noto qualcosa di diverso nel comportamento di Chuuya.
Sembra essersi irrigidito, come se stesse vedendo qualcosa che lo stia turbando, ma d'innanzi a lui non c'è assolutamente niente. Indietreggia di qualche passo, puntando nuovamente la pistola davanti a sé, ma sembra attendere alcuni istanti prima di sparare nel vuoto. Scuote la testa un paio di volte e crolla a terra, ansimando, poi si guarda intorno e si rialza a fatica, come se il suo nemico invisibile fosse sparito definitivamente, afferra il cellulare e digita qualcosa a fatica, poi scappa fuori dal raggio della videocamera.
Porto la registrazione in avanti, vedendo solo alcuni membri della mafia portare via il cadavere, quindi esco da quella cartella e mi metto a cercare in quelle delle videocamere circostanti, non trovando nient'altro. Probabilmente deve aver utilizzato la sua abilità per tornarsene a casa.
Trascorro l'intera giornata a scorrere tra le videocamere di quasi l'intera città, qualsiasi luogo, qualsiasi data a partire da quel momento, ma non trovo altro, finché non mi arriva un messaggio. Apro il cellulare, e leggo il messaggio di Ranpo, trovando scritte solo alcune date con rispettivi punti della città.
Afferro all'istante l'obbiettivo del detective, e mi metto subito alla ricerca delle registrazioni da lui indicatemi tra le cartelle del computer, scorrendo ogni volta fino al punto in cui compariva qualcuno.
Un vicolo stretto e un uomo incappucciato, di corsa e con qualcosa tra le braccia, colpito alla schiena da un proiettile con aura rossa. Chuuya che si avvicina al corpo per controllare l'effettiva morte, per poi sollevare lo sguardo, fare un'espressione impaurita, e scappare via.
Periferia, esterno di una fabbrica. Un gruppo di persone che sparano contemporaneamente allo stesso bersaglio, che blocca la gravità di ogni proiettile nel momento stesso in cui essi lo toccano. I proiettili poi tornano indietro ai loro proprietari, calciati da Chuuya, che sembra nuovamente terrificato nell'istante stesso in cui anche l'ultimo è stato ucciso.
Un sudicio edificio, qualche altra vittima, Chuuya che schiaccia i loro corpi per terra aumentandone il peso, per poi tremare non appena il loro sangue si riversa sul suolo.
Vedo una mezza dozzina di filmati del genere, finché non trovo quello che veramente potrebbe aiutarmi a capirci qualcosa in più: un lago di un parco pubblico di notte, e una donna con un abilità di fuoco. Chuuya in mezzo all'acqua, controllandone la gravità e andando ad annegare l'avversaria. In quel momento però, nell'acqua si formano tre "cerchi di onde". Uno, generato dal cadavere galleggiante della donna, il secondo dai movimenti effettuati da Chuuya, e poi un terzo, dietro il corpo di lei, ma in linea con Chuuya. In quel punto però, non si vede quasi niente, se non una sorta di fumo nero, per niente denso, tanto da essere praticamente invisibile.
«Adesso basta, vattene, lasciami in pace!» risuona nelle mie cuffie in quel momento, urlato da Chuuya, e il fumo sparisce. Colto da un'orripilante illuminazione, torno a rivedere tutte le registrazioni precedenti, stavolta finalmente notando il fumo in ognuna di esse, e capendo.
Sì, per Chuuya ormai sarebbe stata solo una questione di tempo.
Mentre scrivevo questa storia ho trovato su YouTube un video gacha molto carino, intitolato Secret Garden, che parla proprio di come Chuuya sia morto a causa di Arahabaki perché Dazai non è arrivato in tempo.
Ho scoperto anche the Secret Garden è proprio una canzone ispirata al videogioco Undertale, e ho deciso di modificarla un po' per renderla dal punto di vista di Chuuya e Dazai.
Se a qualcuno interessa, magari potrei farvi vedere il testo in un prossimo capitolo, ditemi voi!
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Love notes~Soukoku~
Fanfiction"Non dimenticarmi. Ma non lasciarti sopprimere. Io ci sono, anche se non mi vedi. Mi sono sempre fidato di te e dei tuoi piani, tu fidati se ti dico questo." Arahabaki non perdona, e Chuuya lo sapeva bene quella notte d'inizio estate, quando ha comb...