Capitolo 2, Allison

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Presente
"Allison, Chase, la colazione si raffredda!".
Probabilmente Chase è ancora infossato nel letto come ogni mattina, io invece ci sto solo mettendo un' eternità a scegliere qualcosa di sensato da mettere per andare a scuola.
Qualcosa di diverso dal solito jeans e dalla solita felpa intendo.
Poi però mi ricordo che fare shopping non è tra le mie attività preferite e che quindi oltre alle solite cose non ho molto altro da indossare.
A volte preferirei essere obbligata a portare una divisa scolastica, in modo da non essere giudicata almeno su come mi vesto.
Si, perché ogni singola volta che oltrepasso l'ingresso della scuola, sento decine di sguardi giudiziosi fissarmi, come se avessi la pelle viola al posto che rosa carne.
Mamma mi diceva sempre che quando le persone mi guardano in quel modo è perché sono bella e loro sono invidiose, ma io non le credevo.
A scuola più della metà delle mie compagne mi trattano così, senza un apparente motivo, quando l' unica cosa che vorrei è essere giudicata in base al mio carattere e non a come mi vesto o che livello raggiungo secondo i loro stupidi ideali di bellezza. Però, ci sono Dixie, Evelyn e Nancy, le mie migliori amiche o almeno così credo.
Da quando è morta mia madre, il loro atteggiamento nei miei confronti è cambiato e in peggio purtroppo.
Eccole proprio sotto i miei occhi.
Dalla finestra della mia camera vedo la macchina di Evelyn parcheggiata sotto casa. "Ehi Alli, sali in macchina", "Arrivo ragazze, datemi un attimo!".
Cavoli, mi ero dimenticata che sarebbero passate a prendermi per andare a scuola.
In fretta e furia presi lo zaino e uscì di casa, assicurandomi prima che Chase fosse sveglio.
"Allora Alli, tra non molto è Halloween" incominciò nuovamente Nancy, seduta al fianco di Eve. È da più di un mese che tutte e tre provano a convincermi ad andare alla festa in maschera organizzata da una nostra compagna, Cheryl. Nonostante io conosca le mie amiche dalle elementari, non sono ancora riuscita a farle capire che le feste non fanno proprio per me. Ho provato a spiegarlo ad ognuna di loro, ma a quanto pare, non riescono ad avere un' amica che non sia la loro copia spiaccicata.
L' unica volta che ho assistito ad un party, in seconda liceo, non è finita molto bene e forse è anche per il casino che è successo quella notte che io non partecipo quasi mai alle feste. Poi io, Allison Parks, non sono affatto paragonabile a tutte le altre ragazze, alte e snelle, a livello fisico sono bella come un pugno nello stomaco.
"Sì, so quando è Halloween", ribattei alquanto stufa, "bene, dopo scuola passeremo dalla signora Charleston per comprare i vestiti e tutto l' occorrente" mi rispose tempestiva Evelyn.
Stai calma Allison, stai calma.
"Sarò felice di accompagnarvi ragazze, però, per l' ultima volta, vi ripeto che non verrò a casa di Cheryl sabato", "non capisco perché insistiate così tanto", aggiunsi.
Evelyn e Nancy si guardarono affrante mentre Dixie, seduta sui sedili posteriori affianco a me, mi guardò come si guarda chi fa una battuta che non fa assolutamente ridere: con disgusto, e poi disse:"Ma insomma Alli, non ti abbiamo mai chiesto nulla, cosa ti costa venire ad una festa?".
Finalmente accostammo la macchina nel parcheggio della scuola e come se non stessi aspettando altro scesi frettolosa dall' auto. Per quanto abbia provato a mantenere la calma, in quel momento non ci riuscì: "E voi, cosa vi costerebbe guardarmi come una vostra amica, con tutti i miei pregi e difetti, al posto di guardarmi come un manichino spoglio da soffocare con dei vestiti attillati, dai quali vi scoppia fuori il petto come se foste delle spogliarelliste, magari a voi piace sembrare di esserlo ma a me no".
Dissi tutto così velocemente che per qualche secondo non respirai più, mentre fuori dall' auto quelle che pensavo fossero vere amiche mi stavano guardando incredule.
Non lasciai loro il tempo di reagire alle mie parole che mi voltai ed entrai a scuola.
Una parte di me vorrebbe non aver mai detto ciò che ho detto, non ho mai alzato la voce in questo modo, ma allo stesso tempo, era da tutta l' estate che non mi accettano per quella che sono, cercando in tutti i modi di farmi sembrare più simile a come sono fatte loro, rispetto a come sono io realmente.
Non è da me ciò che ho fatto, aggredirle in questo modo, però penso che se ho detto ciò che ho detto è perché ne avevo bisogno ed era giusto così.

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