Una donna che suona uno strumento musicale in una notte di plenilunio può essere un ottimo soggetto per un ukijo-e.Una simile stampa abbellirebbe una ricca dimora e ne impreziosirebbe una modesta, suscitando in chi l'ammira sentimenti teneri o inducendo a filosofiche riflessioni.
Ma se,nella realtà,in una notte di luna piena sentiste la musica malinconica di uno shamisen provenire dai moli di un porto e seguendola scoprireste che la suonatrice è una donna che contempla le nere acque del fiume inginocchiata su una stuoia cosa pensereste?
"Bah! E' una donna di malaffare che cerca di adescare clienti "
Eppure ad un osservatore più attento non sarebbero sfuggiti molti e strani dettagli .
Lo yukata indossato dalla misteriosa suonatrice era di tessuto pregiato di un tenue azzurro e con decorazioni eleganti.
I kauzashi che ornavano l'elaborata acconciatura erano preziosi e di ottima fattura.
Infine l'obi color pesca che le cingeva la vita era chiuso con un nodo elaborato sul dietro.
Tutto ciò,assieme al talento con cui suonava,l'avrebbe identificata con una geisha.
Ma cosa ci fa una geisha sola,di notte e in un posto deserto e malfamato con i moli di un porto?
Se qualcuno s'incuriosirebbe qualcun altro s'avvicinerebbe con pensieri ed intenzioni non molto oneste e onorabili.
Infine c'è chi,provando uno strano turbamento si allontanerebbe in tutta fretta.
Anche un possente Sohei che percorre silenzioso e sicuro i moli deserti di un porto in una notte di luna piena sarebbe un soggetto altrettanto interessante sebbene meno commerciale.Un tale soggetto sarebbe giudicato poco usuale e piuttosto inquietante e se mai lo incrociaste in una notte di plenilunio provereste sia riverenza che timore e non vi chiedereste.
"Che mai può fare un monaco guerriero a quest'ora e in questo luogo?"
E non notereste alcuni strani dettagli.
L'abito che indossa è il Samue dei monaci ma non indossa alcun mala.
Il suo busto è protetto da un dou degno di un nobile samurai eppure la sua arma è un robusto kanabo più adatto a un capo di briganti.
Ai piedi il monaco indossa Geta semplici e robusti corredati da corti tabi di tessuto grezzo e robusto che lasciano nude le gambe muscolose e stranamente villose.
Come è solito dei monaci guerrieri una sciarpa avvolge la sua testa come un cappuccio lasciando scoperti solo gli occhi.
In una tale apparizione ci sarebbe abbastanza mistero e minaccia da starsene bene alla larga.
E se entrambe queste strane figure si ritrovassero la stessa notte nello stesso luogo?
Lo Sohei s'appressa alla geisha che continua a suonare e,giunto a pochi passi da lei si siede pesantemente incrociando gambe e braccia.
La Geisha,pur avvertita dalla sua presenza,continua a suonare variando più volte melodia passando dalla melanconia alla solennità dalla tristezza all'allegria.
Lo Sohei rimane immobile ma all'inizio della melodia allegra emette un grugnito d'approvazione davvero indecoroso per il suo stato.
La melodia allegra continua incalzante finché...
La Geisha...
Ruota la testa come farebbe una civetta..
Allunga il collo in lunghe spire di serpente...
Allarga le labbra dipinte in modo elegante mostrando denti bianchi come l'avorio ed affilati come pugnali.
E' una Rokurokubi e il suo viso è a un meno di un palmo da quelli dello Sohei.
Che non muove un muscolo.
Non impugna il suo kanabo.
Non sta' recitando mantra o sutra.
Ha solo spalancato gli occhi più sorpreso che spaventato.
A questo punto la yokai è perplessa e corruga la fronte pensosa.Poi,più per dispetto che per cattiveria afferra la sciarpa dello Sohei con i denti e la strappa via.
La testa del monaco è enorme quanto il suo corpo sostenuta da un collo tozzo con lineamenti tozzi.
Una mandibola grossa da cui spuntano due enormi canini che si appoggiano su labbra carnose.
I capelli e la barba sono rossi,ispidi e incolti.
Due corna corte e tozze ornano una fronte bassa.
E' un Oni.
Che sorride.
Che parla...
Che chiede alla yokai di suonare ancora.
La richiesta dell'orco e' accettata anche se chi la esegue e' piuttosto perplessa.
Era sempre stata sicura che...
Le avevano sempre detto che ...
Gli Oni sono degli stupidi bruti...
Amano solo combattere...
Prendano per il loro piacere ogni femmina che vedono montandola come dei cinghiali senza la minima delicatezza...
La musica cambia melodia facendosi sensuale ed invitante mentre la musicista sorride maliziosa.
L''orco è stupito.
Aveva sempre saputo che...
Gli avevano insegnato che...
Le yokai sono astute e contorte...
Amano l'inganno e la sottigliezza...
Per loro vale di più essere corteggiate ed ammirate che essere prese con vigore.
Eppure non è un orco che la sta baciando con tale delicatezza da non rovinarle nemmeno il trucco?
Non è una yokai che si accoscia sollevando lo yukata scoprendo natiche nude ed invitanti che celano,sotto,un tesoro ancor più invitante?
Per quanto una seconda mazza stia spuntando da sotto la sua veste l'Oni non vuole staccare la sua bocca da quella della Rokurokubi il cui volto ora accarezza sfiorandone i delicati lineamenti con la punta delle dita grandi e callose.
Sebbene le mani della Rokurokubi non smettano di arpeggiare sullo strumento elle ritrae il suo collo mentre solleva le natiche al di sopra delle spalle divaricando le gambe impaziente e smaniosa.
L' orco continua a baciare ed accarezzare con delicata passione il volto della yokai mentre la monta con foga.
La yokai stringe dentro di sé la possente virilità dell'orco con sfrenata libidine mentre ricambia baci appassionati.
Certo una tale scena sarebbe ben difficilmente ritratta in un ukijo-e anche se è certo che non mancherebbe di estimatori.
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Sette passi nel delirio
KurzgeschichtenChi l'ha detto che i mostri possono solo terrorizzare ?