Martedì 15 Novembre
Mentre mi gusto rumorosamente le mie caramelle, osservo dalla finestra una Londra piangente. I passanti camminano veloce con gli ombrelli grigi a coprire le loro teste. Tutto sembra muoversi sulla scala del bianco e del nero.
In questa decina di giorni che sono già volati qui, non sono riuscita a scrivere nulla. Non pensavo che sarebbe successo.
Ho la paura che qualcuno possa aver scritto già quello che sto scrivendo.
Ho paura che ciò che scriva sia scontato.
Ho paura di non essere matura abbastanza per questo compito.
Ho paura di non essere matura affatto.
Ho venticinque anni ma... ho venticinque anni ma non ho avuto un'infanzia, di conseguenza mi sento ancora una bambina.Mi sento immatura. Forse lo sono.
Si, mi pesa aver già venticinque anni. Sono venticinque anni in meno che mi restano ma non li ho vissuti a pieno.
Londra.
Mi piace sì.
Mi sento accolta da questa città ma voglio andare via tra una settimana circa.Mia mamma ieri mi ha chiamato, mi ha chiesto di andarla a trovare almeno per Natale.
Manca poco più di un mese ancora... ma so già che non andrò da lei.
Glielo dirò qualche giorno prima inventando qualche scusa, come al solito.Non ne ho voglia, voglio riprendere il mio viaggio e recarmi a Rotterdam.
Basta distrazioni, basta perdite di tempo.Voglio stare da sola e girare il mondo.
Voglio che, un giorno, possa addormentarmi per sempre pensando "caspita, sì, ho davvero viaggiato tanto, ho conosciuto la terra e le sue tradizioni".
Non voglio avere anche il rimpianto di non aver visto cosa ci sia, al di là del paesino in cui sono nata.Il pacchetto di orsetti gommosi giace, ormai, per terra, in un angolo della camera. Vestiti, libri e cartacce varie pullulano questa stanza, prima bianca e spoglia. Sono davvero disordinata ma sicuramente è meglio ora, rispetto a come l'ho trovata.
A tal proposito, zia Abigail mi ha chiesto se potessi dare una verniciata alle pareti. Non credo che sia il periodo dell'anno più adatto ma... ora o mai più.
Mi ha detto di sistemarla come meglio preferisco, ricomponiamoci e andiamo a comprare la vernice verde, allora.
Nella stanza c'è un letto di legno di abete dall'aspetto scadente e una cassettiera dello stesso materiale.
Indosso un maglione che mi ha prestato la zia, non avendo portato con me tanti vestiti pesanti. Il pullover risale a quando lei era giovane, suppongo verso gli anni '70, ma è ancora in ottime condizioni. E' color carta da zucchero, con ricami geometrici neri e bianchi.
Indosso il mio cappotto nero, la mia sciarpa, prendo un ombrello della zia - che saluto di fretta - e scendo le scale condominali.
La pioggia cade con meno frequenza ma non sembra ancora smettere.
Il negozio che mi ha indicato la zia, si trova non tanto lontano da qui quindi andrò a piedi.
Passo davanti alla libreria dove ho comprato il mio libro e noto la signora dietro il bancone che sbadiglia, sistemando dei fogli. Decido di farci un salto per curiosare un po'.
«Buongiorn- ah ciao, ben trovata!» La signora mi saluta, ricordandosi di me. «...ho letto "Country music and apple tarts" e mi è piaciuta tanto, tanto davvero!» mi dice, facendosi d'un tratto piena di vita.
«Si, anche a me è piaciuto...» rispondo solamente.
Faccio un giro tra i pochi scaffali, indecisa se acquistare un thriller in offerta o meno... alla fine, dopo parecchia indecisione, decido di mettere questi soldi da parte, dico un «arrivederci» sorridendo ed esco fuori dal negozietto.
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Tra New York e Rotterdam
RomansaAnne è nata in Arizona ma non ha messo radici in alcun luogo. Caiden vive da sempre a Londra. Anne viaggia per fuggire dal suo dolore. Caiden è bloccato in quello stesso tormento e non ne è padrone. Anne scrive sotto lo pseudonimo di "Grace". C...