<Oggi Moon-Chan ha preso le sgridate dalla nonna.
Mi ha guardato con gli occhioni da vittima ma aveva ancora il musino sporco per la salsiccia che aveva mangiato>

<Oggi papà era nervoso.
La mamma mi ha detto di
nascondermi in camera ed io l'ho fatto anche se non capisco perché.
Il papà di Takyo ama quando il suo bambino gli va incontro quando rientra dal lavoro>

< Oggi mamma e papà hanno litigato...
Parlavano di una signora che si chiama Nana..
Volevo anch'io parlare con loro ma sono stato cattivo e mi sono intromesso nella discussione senza prima chiedere il permesso di entrare in cucina.

Non imparo mai>

Pagine...

Pagine su pagine redatte con una calligrafia infantile, anche se molto arguta e piena di terminologie che da bambino Izuku si sarebbe sognato, che raccontavano il disagio di un piccolo umano con una famiglia terribile.

Aveva già ascoltato altre storie del genere.. storie familiari disastrose che avevano portato delle persone a crescere con dei seri disturbi mentali o con le stesse problematiche quando poi si formavano loro stessi delle famiglie.

Sero... Denki...lo stesso Shouto che già al primo anno, poco prima del festival sportivo, gli aveva raccontato qualcosa sulla sua famiglia che aveva fatto accapponare la pelle del verdino facendolo ringraziare per aver avuto sempre una donna come Inko al suo fianco

Ma questo?

Questo bambino parlava di una perenne solitudine e della costrinzione, data da un padre padrone, all'isolamento ed alla tristezza.

I rimproveri documentati in quelle pagine erano da condannare per non parlare delle punizioni, disumane, a cui il piccolo Tenko era sottoposto quasi quotidianamente.

Perché?

Questo si chiese Izuku asciugandosi una lacrima appena formatasi e posando il quaderno a terra davanti alle sue ginocchia

Perché?

Perché esistevano soggetti del genere? E perché gli veniva consentito di avere dei figli?

Che fine aveva fatto quel bambino?

Lo stesso bambino con un cuore così dolce da privarsi del suo stesso pane, quando era in punizione, per darlo a Moon-Chan? Il suo cagnolino?

Dov'era adesso?

Che cosa faceva?

Era ancora vivo?

Il dorso delle nocche di Izuku andò a sfiorare la copertina consunta del secondo diario, di cui aveva letto solo qualche pezzo, per poi riaprirlo all'ultima pagina scritta e sospirare accarezzando il tratto della penna

"Ti odio"

Queste erano le ultime parole scritte, in stampatello e vergate talmente tante volte da aver strappato il foglio, prima che il diario finisse e di Tenko Shimura  non si sapesse più nulla..

I:" dove sei? Che..c-che fine hai fatto?"

Le nocche sfiorarono ancora quella pagina, una preghiera espressa solo nella mente per quel bambino perso, per poi rialzarsi appena in tempo e mettere tutto nel cassetto...

Prima che Shigaraki Tomura irrompesse nella sua stanza, senza nemmeno bussare, ed alzasse il mento in segno di sfida porgendogli un controller

S:" Se proprio devi fare tutto questo casino muovi il culo."

Per poi allontanarsi dalla porta, lasciando il controller sullo stesso mobile che conteneva i diari, e dirigersi in soggiorno senza nemmeno controllare che il verdino lo seguisse.

Lasciandogli forse ancora un po' di tempo, anche se inconsciamente, per piangere quel bambino perduto come gli aveva visto fare dalla telecamera installata sul letto

Come aveva fatto anche lui non appena era uscito dalla "bolla" ed aveva rimesso piede in quel posto

Come aveva fatto anche lui non appena era uscito dalla "bolla" ed aveva rimesso piede in quel posto

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