Sono seduta attentamente ad ascoltare la lezione della Professoressa Marini, immersa nei concetti intriganti che sta spiegando sul funzionamento del cervello umano, ogni tanto mi capita che il mio cervello divaghi un po' ma cerco con tutta me stessa di seguire il filo del discorso. Le sue parole sono affascinanti, e mi sento fortunata ad avere una docente così competente e coinvolgente che riesca a farmi apprezzare al meglio la sua materia. La luce del sole filtra dalle finestre e mi colpisce la faccia facendomi strizzare un po' gli occhi, illuminando delicatamente l'aula e creando un'atmosfera serena e accogliente. Mentre prendo appunti, un ragazzo che non conosco si avvicina al mio banco. Ha i capelli biondi che cadono in morbide ciocche sulla fronte, e i suoi occhi vivaci brillano con un'intensa curiosità. Un sorriso gentile si dipinge sul suo volto mentre si rivolge a me con un'espressione amichevole. "Scusa, posso sedermi accanto a te?" chiede cortesemente, indicando il banco vuoto accanto al mio. Avrei tanto voluto non rispondere perché Mike dice che non si parla con gli sconosciuti, ma non volevo risultare scortese.
Il suo modo gentile e la sua aura amichevole mi rassicurano. Immediatamente, e annuisco con un sorriso. "Certo, fai pure," rispondo, spostando il mio zaino per fare spazio. non mi piace avere gente vicina perchè poi mi distraggo, e il mio obiettivo è quello di arrivare alla fine del corso col massimo dei voti. Il ragazzo si siede accanto a me con eleganza, emanando un'energia contagiosa che non avevo mai sentito prima. Si presenta come Bryan, e la sua voce è calda e rassicurante. Lo osservo mentre dallo zaino tira fuori tutto il necessario, inizia a cercare nell'astuccio nero con una scritta che non riesco a identificare. Dopo pochi secondi si gira verso di me e solo in quel momento noto il colore dei suoi occhi, un verde intenso e solo dopo mi chiese con aria innocua "Hai una penna?"
*
Dopo esserci leggermente conosciuti la professoressa Marini ci riprese chiedendoci di fare meno casino. Iniziai a balbettare e le mie gote si arrossarono come una bambina di sette alla quale viene chiesto di fare silenzio.
Uscii dall'aula di neuroscienze con un misto di eccitazione e sollievo. Mi era davvero piaciuta questa lezione, forse più di quello che mi aspettavo. L'aria era fresca e frizzante, respiravo profondamente mentre percorrevo il corridoio affollato da studenti di tutte le età che parlavano fra di loro. Le voci degli studenti creavano un brusio costante che riempiva l'ambiente di energia e vitalità, come se invece di trovarsi dentro una scuola ci trovammo in un parco divertimenti, però composto da verifiche e ansie. Mentre cammino, vidi Mike che mi aspettava vicino all'uscita, sempre col suo solito sorriso stampato in faccia che mi migliorava la giornata come aveva sempre fatto. Aveva lo zaino su una sola spalla e mi salutava con un gesto della mano. "Dory! Com'è andata la tua prima lezione?" mi chiese Mike, era troppo carino quando si preoccupava per me e mi chiedeva di come avessi passato la giornata. In fin dei conti era sempre stato l'unico a sapere tutto su di me. Si avvicinò con il suo solito sorriso contagioso, che sembrava illuminare il suo volto e lo rese più splendido di quanto già non fosse. "È andata benissimo," risposi, sentendomi subito a mio agio. "La Professoressa Marini è davvero brava, e il materiale è super interessante. Te invece, com'è andata la tua mattinata?". Mi interessava troppo sapere com'era andata la sua, noi eravamo così un'amicizia senza benefici, solo una passione ardente che bruciava come un fuoco. "Abbastanza bene," dice Mike mentre iniziammo a camminare insieme verso la mensa. "Ho avuto psicologia cognitiva, e il professore sembra essere piuttosto stimolante. Abbiamo parlato dei fondamenti della percezione e dell'attenzione.
Sono sicuro che sarà un corso fantastico." Non stavo capendo niente di quello che diceva ma vedere il suo sorriso mentre parlava delle cose che gli piacevano mi faceva sentire bene. Il campus è animato da gruppi di studenti seduti sui prati, che chiacchieravano e studiavano. I grandi alberi, che sembravano di ciliegio, circondavano gli edifici e offrivano un'ombra rinfrescante, che fra poco non sarebbe più servita visto che eravamo quasi nell'inverno e il profumo degli ultimi fiori riempiva l'aria. Arrivammo alla mensa, un luogo vivace e affollato, pieno di studenti che chiacchierano animatamente mentre pranzavano. La mensa non è la parte più bella della scuola essendo quella più modernizzata con colori neutri come il grigio che emettono una tale tristezza da avermi fatto passare tutta la gioia che avevo da stamani. Le lunghe tavolate erano disposte in modo da facilitare la socializzazione, e il rumore di stoviglie e risate creava un'atmosfera accogliente. Ci mettiamo in fila e ci guardiamo intorno, cercando di decidere cosa ordinare. Le opzioni sembravano infinite: ci sono panini farciti, insalate fresche, piatti caldi e dolci invitanti esposti in vetrine scintillanti. Opto per un panino al prosciutto e formaggio, mentre Mike sceglie un'insalata di pollo con avocado e pomodorini. Ancora mi chiedo perché non riesco a regolarmi come fa lui, vorrei riuscire a mangiare insalata senza dover poi abbuffarmi dalla fame, decido però, di scansare questi pensieri negativi. Trovammo un tavolo vicino alla finestra e ci sedemmo, godendoci la luce naturale che illuminava la stanza. Fuori, il sole splendeva e il cielo era di un azzurro perfetto, che sembrava quasi dipinto da Van Gogh. Mentre cominciavamo a mangiare, Mike mi guarda curioso. "Allora, c'è qualcosa di particolare che ti ha colpito durante la lezione?". Cazzo, secondo me mi legge nella mente perchè sennò era impossibile che riuscisse sempre a capire tutto. "Beh, sì, in realtà," dico, prendendo un morso del mio panino, che era croccante all'esterno e morbido all'interno, con il formaggio che si scioglieva perfettamente, era troppo buono il cibo per privarsene. "C'è un ragazzo nuovo che si chiama Bryan. Si era seduto accanto a me e mi ha chiesto una penna. Poi abbiamo fatto un po' di rumore e la Professoressa Marini ci ha rimproverati.". Avevo deciso di omettere il fatto che mi ero vergognata troppo di essere stata richiamata. Mike rideva, scuotendo la testa. "Ti sei già fatta notare, eh? E com'è questo Bryan?". Ok, forse non avrei voluto che mi facesse questa domanda, perché sinceramente non sapevo come rispondere. "È carino," rispondo, cercando di non arrossire. "Hai capelli biondi, occhi vivaci e un sorriso gentile.
Sembra una persona molto amichevole. Ha un'aria curiosa e attenta, come se volesse davvero apprendere tutto ciò che può." Forse ho viaggiato un po' troppo con la mente e con l'ultima frase che però ho deciso di dirgli. Mike annuisce, pensieroso, mentre morde un pezzo della sua insalata. "Non lo conosco, ma mi piacerebbe incontrarlo. Sembra interessante. Magari potrebbe unirsi a noi qualche volta." qualcosa mi dice che forse Bryan non è così male se dalla mia descrizione Mike vuole incontrarlo. "Magari," rispondo, sorridendo. "Sarebbe bello conoscere qualcuno di nuovo. E poi, sembra davvero simpatico." Mike annuisce e questo mi fa capire che vorrebbe parlare di altro, quindi cambio discorso. Mentre continuammo a chiacchierare, notai i dettagli intorno a noi: il suono delle risate, il tintinnio delle posate, il profumo del caffè appena fatto. Il pranzo passa rapidamente tra risate e racconti, e mi sento grata di avere Mike al mio fianco in questa nuova avventura universitaria. La sua presenza rassicurante rende tutto più facile e meno spaventoso, e mentre ci alzammo per tornare alle lezioni pomeridiane, mi sentì pronta ad affrontare qualsiasi cosa il futuro mi riservi. Uscimmo dalla mensa e ci avviammo verso le nostre prossime classi, la brezza leggera ci accarezzava il viso. Mike continuava a parlare con entusiasmo della sua mattinata, ed io lo ascoltavo con piacere, felice di avere un amico così speciale al mio fianco. Arrivai davanti la porta della mia prossima lezione e mi chiese se quella sera avessi voglia di vederci e io ovviamente gli dissi di sì, come si fa a dire di no al proprio migliore amico?
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Ricordati che ti ho immaginato
RomanceDorothea è una ragazza semplice, vuole combattere le insicurezze e studiare psicologia. Quando però nello stesso corso incontrerà un ragazzo di nome Bryan. si prendono e si sfuggono. Si vogliono ma si odiano. A un certo punto il migliore amico di in...