Purché respirino: Heather

2.8K 11 0
                                    

Heather si trovava al centro, per prepararsi ad una serata dedicata alla caccia di uomini. Decise di dedicarsi una mezza giornata, pianificando ogni dettaglio con cura e metodica: manicure, pedicure, depilazione nelle zone strategiche, massaggio, trucco e parrucchiere. Ogni trattamento era un rituale di preparazione, un preludio al desiderio che avrebbe dominato la notte, una cerimonia in cui ogni gesto si trasformava in un'intima celebrazione della sua femminilità e potere.

Mentre preparavo la saletta, Heather iniziò a parlare della serata imminente, il suo desiderio era palpabile, ardente. "Ho voglia di scopare!" disse, senza mezzi termini. Colta dalla sua energia e dal suo bisogno, le proposi un massaggio energizzante, un preludio a ciò che l'attendeva, un rituale che avrebbe risvegliato ogni fibra del suo essere.

Per l'olio optai per una miscela di ginepro e limone, una combinazione stimolante per la circolazione, perfetta per una serata in cui sarebbe dovuta essere al massimo della sua prestanza. Iniziai con un esercizio di respirazione, creando una connessione profonda tra operatore e ricevente.

I miei movimenti iniziali sulla sua schiena erano ampi e lenti, alternando pressioni mirate per sciogliere ogni tensione. Proseguii lungo le gambe, sentendo il suo corpo rilassarsi sotto le mie mani. Quando finii con la schiena, la feci girare supina e ripresi il massaggio.

Arrivai all'altezza dell'inguine, e lei aprì immediatamente le gambe, rivelando le sue piccole labbra prominenti attraverso gli slip monouso. Ogni mia pressione le strappava un gemito, e le sue gambe si allargavano sempre di più, offrendo il suo corpo alla mia manipolazione. Quando applicai una leggera pressione sul Monte di Venere, senza mai interessare le parti intime, il suo bacino si sollevò, cercando di avvicinarsi il più possibile alle mie mani, i gemiti si trasformarono in ansimi.

Quel giorno, il massaggio terminò senza portarla all'orgasmo. Heather doveva essere pronta per la sera, preservare tutta quell'energia senza disperderla troppo presto.

Due giorni dopo, Heather tornò al centro senza appuntamento, una rapida toccata e fuga. La sera, verso la chiusura, Elena mi consegnò una busta, invitandomi ad aprirla. Dentro c'era un biglietto arancione. Era da parte di Heather, un ringraziamento per la serata che aveva trascorso e che io sapevo bene cosa significasse. Subito dopo, Elena mi rimproverò: "Non è che stai intessendo delle relazioni con le clienti? Ti ricordo l'accordo che abbiamo!" Mi colse alla sprovvista, spiegai solo ciò che avevo proposto a Heather in funzione delle sue richieste. Si convinse della mia spiegazione e mi diede carta bianca. Scoprii in seguito che sapeva sempre tutto e che quel rimprovero era stato un test per verificare la mia lealtà nei confronti del centro, e soprattutto nei suoi confronti.

La settimana dopo, sempre di venerdì, Heather tornò al centro per prepararsi alla caccia del fine settimana. A differenza della volta precedente, venne nel pomeriggio. Il trattamento fu identico alla seduta passata. Al termine, mi consegnò un biglietto, uno di quelli che il centro forniva ai clienti per ricordare la data e l'orario di un appuntamento. Sopra c'era un indirizzo e la firma di Elena. Mi disse semplicemente: "Ore 21 e hai l'autorizzazione di Elena."

Alle 21 mi presentai all'indirizzo indicato, incerto su cosa aspettarmi. Mi vestii in modo elegante ma informale, con un completo grigio scuro e una camicia bianca leggermente sbottonata che metteva in risalto l'abbronzatura artificiale a cui Elena mi sottoponeva non appena mi vedeva un po' pallido.

Arrivato al piano, vidi che c'era solo Heather. Non era una festa; io ero l'unico invitato, la preda designata. Lei era la leonessa e io la gazzella, evidente dal modo in cui era vestita. Il suo corpo era fasciato in un abito nero con uno spacco laterale che svelava e celava con una maestria erotica, impreziosito da eleganti trasparenze. Al collo, una leggera collana che scendeva fino all'ombelico, incorniciando i seni, e orecchini pendenti fino quasi alle spalle. Mi fece accomodare in sala, restando in piedi di fronte a me, e dopo i convenevoli di rito, mi offrì un drink: il classico prosecco, uno Spritz e poco altro, scusandosi per non essere meglio fornita.

Scelsi e lei si diresse verso la cucina, mostrandomi che l'abito si apriva completamente da metà schiena fino in fondo, lasciando il fondoschiena completamente scoperto. I sandali dal tacco alto le donavano un movimento sinuoso, elegante e profondamente eccitante. In cucina, sempre dandomi le spalle, iniziò a preparare i drink. Lo spettacolo era troppo eccitante per rimanere impassibile. Ogni suo movimento, dal prendere i liquori al mescolare nei bicchieri, culminò quando si chinò in avanti per prendere i cubetti di ghiaccio, rivelando un gioiello, un plug inserito nel lato B.

Mi alzai silenziosamente, mi spogliai e, mentre era ancora lì chinata, la presi da dietro, sentendo il calore della sua accoglienza e il desiderio che aveva instillato in me esplodere in un'unica, travolgente azione.

La lubrificazione naturale mi permise di entrare con facilità fino in fondo, strappandole un gridolino di piacere. Rimasi fermo per qualche secondo, facendole sentire quanto fosse duro, poi iniziai a scoparla con ritmo crescente. Lei, ansimando tra un gemito e l'altro, farfugliò: "Hai capito per chi mi sono preparata? Ho capito che usi bene le mani e mi sono fatta l'idea che usi altre parti del corpo in maniera magistrale."

Le mie mani non rimasero ferme. Scoprirono il suo seno che ballava oscenamente ad ogni mio colpo. Potevo vedere i nostri movimenti riflessi nella vetrina davanti a noi, lei con gli occhi chiusi che godeva di quella doppia penetrazione. Il plug era ancora al suo posto e potevo sentirlo distintamente lungo tutta la lunghezza del mio cazzo mentre entrava e usciva da quel corpo ardente.

Il primo orgasmo della serata ci travolse entrambi. Lei si accasciò sul bancone, il suo vestito e parte dei suoi capelli macchiati dalla mia sborra. Ma quello era solo l'aperitivo.


Le confessioni di un massaggiatoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora