Marina: la libertina

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Marina, oggi, è una donna profondamente trasformata rispetto alla giovane ragazza che era una volta. Allora, i suoi primi incontri con il sesso erano stati impacciati, vissuti con ragazzi altrettanto inesperti. Tuttavia, c'era in lei una curiosità bruciante, un desiderio nascosto di scoprire fino in fondo le profondità del piacere. Cresciuta in una casa con due fratelli maschi, aveva imparato presto che non c'erano compiti riservati a un genere specifico. I suoi genitori non facevano distinzioni: se una gomma si bucava, Marina doveva sapere come cambiarla da sola e questo l'ha resa indipendente sotto ogni aspetto della sua vita. Eppure, dentro di sé, Marina aveva iniziato a percepire qualcosa di diverso, un potere nascosto, un'arma segreta.

Quel potere, il suo potere, era la sua sensualità. Una sensualità che, una volta scoperta, l'aveva spinta verso esperienze audaci, esperienze che, se compiute da un uomo, sarebbero state acclamate con applausi e ammirazione. Ma per una donna... per una donna, quelle stesse esperienze si tingevano di sfumature diverse, dense di giudizi e di sussurri. Eppure, Marina non si era mai fermata. Anzi, quel potere sensuale era diventato la sua forza, la sua liberazione, il segreto con cui aveva plasmato la donna forte e consapevole che è oggi.

Al centro, Marina arrivava sempre accompagnata. Poteva essere un amico, un'amica, ma mai da sola. Una settimana prima, avvertiva Elena, affidandole il compito di preparare il "trattamento" più adatto. Marina sapeva, dal giorno in cui si erano conosciute, che poteva fidarsi ciecamente di lei, sapendo che Elena avrebbe superato ogni sua aspettativa, offrendo esperienze che andavano oltre ciò che avrebbe potuto immaginare.

Fu durante uno di questi appuntamenti che Elena mi presentò. Il suo sguardo tradì immediatamente l'intento di quella presentazione, lasciandomi intuire ciò che sarebbe accaduto. Infatti, la settimana successiva, ricevetti una telefonata da Elena. Mi informava che avremmo avuto un incontro con Marina e che mi avrebbe fatto sapere i dettagli.

Il giorno prima dell'appuntamento, Elena mi chiamò in ufficio per darmi le coordinate. Mi sarebbe venuta a prendere l'indomani verso le 19. Nessuna attrezzatura per massaggi era necessaria; Elena si sarebbe occupata di tutto. Mi disse solo di vestirmi in modo informale.

Alle 19 precise, mi trovai davanti al mio portone. E alle 19 precise, Elena arrivò con la sua cabrio rossa, un'auto dal design fluido e armonioso, elegante ma mai ostentata. La carrozzeria, in un rosso intenso ma raffinato, attirava gli sguardi senza mai risultare invadente, mentre gli interni in pelle nera, con cuciture rosse a contrasto, aggiungevano un tocco di charme, un lusso discreto che rispecchiava perfettamente la sua proprietaria, elegante ma essenziale, minimalista nella sua raffinatezza.

Non chiesi dove fossimo diretti; sapevo che non me lo avrebbe detto. Dopo un'ora di guida, ci trovammo tra le colline sopra la città e imboccammo il lungo viale che portava a una villa color crema. Era estate, e il giorno si stava lentamente dissolvendo in una luce morbida e avvolgente, accompagnata da una brezza piacevole.

Parcheggiata l'auto, Elena si diresse verso l'ingresso, e solo in quel momento potei ammirare il suo vestito rosso, un capo di seta fluente che seguiva ogni curva del suo corpo con una delicatezza quasi irreale. Le spalle scoperte esaltavano il suo incarnato, mentre la scollatura profonda, ma mai volgare, accennava a un décolleté provocante. Il tessuto sembrava essere un'estensione della sua pelle, abbracciando i fianchi con una grazia naturale. Sul retro, una fila di bottoncini minuscoli risaliva lungo la schiena nuda, aggiungendo un tocco di raffinata sensualità. La sua schiena, perfettamente delineata, sembrava un invito a esplorare ulteriormente.

Sulla porta ci attendeva Marina, il suo corpo avvolto in un vestito bianco che incarnava il puro desiderio. Il tessuto di raso lucido e leggero scivolava sulla pelle come un amante attento, abbracciando le curve con una sensualità palpabile. La scollatura, profonda e audace, scendeva fino all'ombelico, rivelando un décolleté mozzafiato che esaltava la forma del seno e dei capezzoli. Le spalline sottili, quasi impercettibili, si posavano con leggerezza sulle spalle, lasciando al vestito l'arduo compito di restare in posizione. Il tessuto si stringeva attorno ai fianchi, accentuando la silhouette sinuosa, mentre uno spacco laterale rivelatore correva lungo una gamba, esponendo generosamente la pelle a ogni passo.

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