Capitolo IV

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La settimana continua in modo monotono.
Ogni mattina compio la stessa identica routine di ogni identico giorno.

Saluto Lyren con un cenno,prima di chiudermi la porta alle spalle non curandomi di aspettarla.
Ormai è una settimana intera che ci parliamo a monosillabi.
Ogni mattina ci salutiamo con un cenno,prima di ignorarci per tutto il restante della giornata.

Varco l'aula,preparandomi mentalmente a due ore di filosofia.
Ci siamo perfino spostate di banco.
I primi tre giorni dopo l'accaduto,non facevamo altro che litigare in classe.
Motivo per la quale,il quarto giorno di litigio ho optato per spostarmi e mettermi l'anima in pace.
Giro fra i banchi e non'appena raggiungo il mio,mi abbandono sulla sedia beandomi di quei pochi attimi di pace,prima che la professoressa Dugermoth inizi a parlare senza sosta.

Dall'altra parte della classe,le iridi color ghiaccio di Cassie mi fissano con aria di superiorità.
Da quando io e Lyren abbiamo litigato,non fa' altro che starle appiccicata. Come se lo faccesse per ripicca.
Quella ragazza non mi piace.
È bellissima,non lo nego. Ha dei tratti docili,il corpo snello con delle forme da paura. Per non parlare dei capelli di un rosso così acceso da fare invidia a Jessica Rabbit.
Nonostante la sua bellezza sia pari a quella di una dea greca,c'è qualcosa di forzato nei suoi modi gentili ed educati.
Come se si sforzasse per apparire in quel modo tanto innocente e gentile da classica matricola.

Restiamo a fissarci in cagnesco. Nessuna delle due distoglie lo sguardo per prima.
Dopo svariati minuti,Lyren la richiama poggiandole una mano sulla spalla con delicatezza.
Immediatamente i suoi tratti si addolciscono alla vista della mano sulla sua spalla.
Poi distoglie lo sguardo dal mio,lasciandomi la vittoria.

Alla fine della lezione,esco dall'aula lanciando un'ultima occhiata a Lyren,che ricambia senza alcuna emozione.

Percorro i corridoi di fretta,voglio uscire da qui immediatamente.
Non riesco più a respirare qui dentro.
C'è troppa aria scolastica,troppa serietà.
Ho bisogno di uno svago che mi permetta di liberare la mente e lasciare andare tutti i miei pensieri negativi.
Da domani potrò finalmente dedicare anima e corpo interamente alla mia passione.
La Polo Dance per me è la salvezza.
La sensazione di avere tutti gli occhi incollati addosso,gli applausi e tutti i video che riprendono il mio talento unico.
Ho sempre amato quel momento. Il momento in cui capisci di avercela fatta.
Il momento in cui l'entusiasmo e l'adrenalina si uniscono creando un vulcano di emozioni.

I miei pensieri si interrompono quando varco l'uscita dell'istituto. Ho bisogno della mia salvezza.
Estraggo il cellulare dalle tasche posteriori dei pantaloni e digito il numero di mio padre sul display.
Al terzo squillo,il telefono smette di vibrare e percepisco la voce di mio padre attraverso l'aggeggio elettronico.

Dopo essermi subita tutte le raccomandazioni di mio padre e averlo rassicurato di riportargli l'auto sana e salva,la piccola Smart varca il parcheggio di Yale. Mio padre abbassa il finestrino facendomi l'occhiolino.
Poi apre la portiera e mi corre incontro stringendomi a sé.
«Hai capito cosa ti ho detto? Non distruggermi la macchina e non schiantarti contro qualche edificio,mi raccomando»
Alzo gli occhi al cielo stufa della ventesima raccomandazione da parte sua.
«Si ho capito,torneremo sane e salve. Ruoto il capo verso la Smart parcheggiata dietro di noi.
Papà mi stringe più forte,poi estrae il cellulare dai Jeans e digita il numero di un Taxi.
Si gira ancora una volta verso di me,soffermandosi sulla mia mano,poi estrae un mazzo di chiavi dall'altra tasca e me le lancia contro,le afferro al volo facendogli l'occhiolino,poi sistemo il sedile e metto in moto.

Impiego venti minuti buoni prima di ricordare i passaggi principali. Ogni volta che entro in questa macchina devo fare mente locale per ricordare qualcosa e non rischiare di spiaccicarmi al suolo.

Forbidden love:l'amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora