Capitolo Sette

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Toydaria, 4 ABY

Charn Dre stava cercando di tornare a casa del suo padrone una volta vendute le fiale di Spezia che gli erano state affidate per la giornata, ma stava avendo difficoltà nel ritorno, un po' perché aveva una gamba zoppicante, un po' perché c'era in giro più confusione del solito, in più, c'era chi sembrava particolarmente contento, chi invece molto arrabbiato e sbraitava con le persone felici.
In mezzo a tutta quella folla, Charn Dre riuscì ad identificare Jadani seduta sorridente sugli scalini della piazza.
Il Kel Dor andò a sedersi accanto a lei, curioso di sapere cosa stesse accadendo e contento di potersi sedere un po'.
"Cosa ti è successo alla gamba?" chiese lei con preoccupazione.
Lui alzò le spalle. "Solite cose. Cos'è successo, qui?"
Anche Jadani era una schiava come lui, ma aveva una coppia di un uomo e una donna come padroni, con lui che viaggiava spesso e aveva notizie da un po' tutta la galassia. Per questo, Jadani aveva sempre tante storie da raccontare al Kel Dor.
"A quanto pare, l'Impero è finito." rispose lei con un sorriso che evidenziò ulteriormente le rughe già presenti sul suo viso.
"È sempre stato quel Luke Skywalker?"
"Così sembrerebbe."
"Beh, non credo che per noi cambi molto." ribatté Charn Dre, sollevando nuovamente le spalle.
Jadani scosse la testa, alzando gli occhi al cielo. "Cosa?" chiese lui, vedendo il suo atteggiamento.
"Niente, è che da piccolo non eri così, eri sempre così ottimista nonostante tutto."
"Beh, sono più consapevole della mia condizione."
"Ehi, qua la vecchia sono io." ribatté lei con tono scherzoso.
"Tanto anch'io continuerò ad essere uno schiavo alla tua età."
Jadani sospirò e lo tirò più vicino a sé, avvolgendo affettuosamente le sue spalle con un braccio, mentre Charn Dre posò la testa sulla sua spalla.
"Non posso prometterti il contrario, ma magari questa è la volta buona e un giorno saremo liberi insieme." rispose lei, per poi guardare la gamba con la quale il Kel Dor stava zoppicando. "Ti fa tanto male?"
"Effettivamente sì." ammise lui mogiamente.
I due rimasero in silenzio, ad osservare la confusione che continuava ad animare la piazza, domandandosi se qualcosa sarebbe davvero mai cambiata per loro.

Dorin, 16 ABY

"Su Dorin, hai detto?" chiese conferma Heather, mentre il suo Maestro la aiutava ad uscire dalla nave spaziale, con lei che lo guardava con fare curioso, non avendolo mai visto senza maschera. "Beh, è il tuo pianeta, non sei contento?"
"Sì, contentissimo." rispose lui sarcasticamente con un sospiro, per poi prendere il suo comunicatore per avvisare Luke di quanto successo. Prima che potesse attivarlo, vennero però avvicinati da altri due Kel Dor, che avevano sentito lo schianto. Vedendo un'umana e uno apparente alla loro stessa specie, uno dei due iniziò a parlare in lingua kel doriana:
"State bene, per fortuna. Atterraggio di emergenza? Non è comune che finiscano bene, visto i buchi neri. Siete poco fuori Doorink, se ci seguite vi portiamo in un posto sicuro."
"Grazie per l'accoglienza. Siamo bisogno di aggiusteremo la nave spaziale subito, devono ripartire presto." rispose Charn, in evidente difficoltà con la lingua.
I due Kel Dor si guardarono, evidentemente divertirti, per poi iniziare a parlare in basic per non metterlo ulteriormente in difficoltà: "Non sapevamo non parlassi molto bene la nostra lingua, ma non preoccuparti. Su, mettiamoci in cammino verso Doorink." continuò sempre lo stesso, prima di avviarsi.
"Si può riparare entro oggi, vero?" chiese Charn con una certa ansia, "È abbastanza urgente."
"Mi dispiace." rispose la ragazza, "Ma oggi nessuno lavora se non per emergenze mediche. La saggia della città compie settant'anni, quindi quattro di venerazione."
"Venerazione?" domandò curiosa Heather.
"Per i Kel Dor, è abbastanza difficile arrivare oltre i sessant'anni." spiegò lei, "Per questo una volta che arrivano ai sessantacinque, ogni anno che compiono, è uno di venerazione. Anche se a quanto pare c'è stato un Jedi che ha vissuto per più di trecento anni!"
"Oh, spero l'abbia scelto e non gli sia semplicemente capitato, mi sembra un po' troppo." ribatté Charn, facendo ridacchiare Heather.
Il ragazzo Kel Dor si girò verso di loro, anche lui divertito, con l'intenzione di dire che non c'era motivo di preoccuparsene, quella cosa riguardava solo i Jedi, ma, proprio in quel momento, notò che sia l'umana che il suo simile avevano una spada laser appesa alla vita.
"Siete dei Jedi?" domandò meravigliato, facendo girare anche l'altra Kel Dor, "Che stupidi, non ci siamo neanche presentati! Ed effettivamente avevo sentito di un cavaliere Jedi Kel Dor, anche se mi ero sempre chiesto come mai non venisse mai su Dorin. Ad ogni modo, io sono Xe Nazz, lei è mia sorella Draal Nazz."
"Beh, sì, sono un Cavaliere Jedi, mi chiamo Charn, e lei è la mia Padawan, Heather." presentò entrambi, con la sua Padawan che, quasi a conferma, fece un cenno di saluto entusiasta, sorridendo.
Gli altri due guardarono Charn perplesso quando si presentò solo col suo nome, facendolo sospirare.
"Charn Dre." precisò, "Ad ogni modo, non è proprio possibile avere la navetta riparata per oggi? Oltre alla fretta, l'ossigeno nella maschera di Heather è limitato."
"Mi dispiace." rispose Xe Nazz, "Ma come dicevo, oggi non lavora nessuno. Per quanto riguarda la tua Padawan, non temere: non siamo mica selvaggi, abbiamo delle riserve di ossigeno. Avvisate chi dovete avvisare che non ce la fate per oggi, vi offriremo ospitalità per l'inconvenienza. Non mi è nuovo il tuo nome, comunque."
Charn sospirò e prese il suo comunicatore per mettersi in contatto con Luke, il cui ologramma apparve davanti a lui dopo qualche secondo.
"Tutto okay?" domandò subito il Gran Maestro, preoccupandosi vedendolo senza maschera.
"Sì, siamo stati costretti ad un atterraggio d'emergenza su Dorin. Ehi, togliti quel sorrisetto compiaciuto dalla faccia."
Disse, riferendosi all'espressione di Luke, che aveva sempre voluto che il Kel Dor tornasse in visita sul suo pianeta d'origine. Il viso del Gran Maestro si fece però rapidamente preoccupato. "Aspetta, atterraggio d'emergenza? E Heather sta bene?"
Sua nipote si avvicinò a Charn, entrando nel suo campo visivo, mostrando di avere una maschera apposita e di stare a posto.
"Come vedi, sana e salva. Per quanto riguarda l'atterraggio d'emergenza, abbiamo trovato dei Cavalieri di Ren che stavano lasciando il pianeta, spero non abbiano preso la persona che cercavamo. Come se non bastasse, qui è festa, non ci ripareranno la navicella prima di domani."
Luke sospirò pesantemente. "Manderò qualcuno a cercare quei Cavalieri di Ren. Tu non ti preoccupare, anzi, magari approfitta della visita per scoprire qualcosa sulle tue origini, se vuoi. Appena sarà possibile, andate su Tissac a controllare".
Charn annuì, anche se non molto volenteroso di scoprire molto sul suo passato. Lo salutarono entrambi prima di interrompere la comunicazione.
Nel frattempo, continuando a camminare, erano arrivati a Doorink. Sia Heather che Charn si guardarono attorno, lei molto più curiosa di lui. Il cielo, così come fuori città, era scuro e nuvoloso, le case piuttosto piccole e semplici, ma di materiali resistenti per affrontare le varie intemperie metereologiche frequenti sul pianeta. Solo dopo aver compiuto qualche passo nella città avevano già visto due templi e numerosi pozzi, volti a raccogliere e sfruttare l'acqua che cadeva spesso dal cielo.
I Kel Dor che vedevano in giro, così come i loro accompagnatori, erano tutti vestiti da cerimonia, con abiti rossi e dorati, cosa che dedussero fosse una cosa eccezionale, vista la semplicità del resto della città.
"Non dovremmo essere qui, ho un gran brutto presentimento." disse Charn sbuffando, facendo alzare gli occhi al cielo alla sua Padawan, che invece sembrava piuttosto contenta di questa gita improvvisata.
"Per cosa sono i templi?" domandò curiosa ai due.
"Sono i templi dell'Ordine del Baran Do." spiegò Draal Nazz, "È simile all'Ordine Jedi. Sono templi piuttosto vecchi, ma c'è ancora chi segue quella filosofia. Dovresti provarci anche tu." suggerì poi a Charn, il quale rispose con un vago 'certo', poi la Kel Dor disse loro che li averebbe presentati alla saggia della città.
Dopo qualche altro minuto di camminata, arrivarono ad una casa dalla quale c'era un via vai di gente che entrava ed usciva. Quando la casa si svuotò un po', Xe e Draal Nazz li portarono all'interno, dirigendosi verso la stanza in cui si trovava la saggia, seduta su un letto.
Charn e Heather rimasero leggermente dietro i due, i quali invece si avvicinarono a lei, chinando la testa e iniziando a parlare nuovamente in lingua kel doriana: "Saggia Bhul Riln, siamo andati a recuperare i due che sono atterrati accidentalmente qui. Sono due Jedi." annunciò Xe Nazz, prima di spostarsi leggermente per mostrare meglio i due ospiti, "L'umana si chiama Heather, lui è..."
"Charn Dre." continuò la saggia con tono sorpreso, prima che la ragazza potesse dire il suo nome, per poi alzarsi, anche se un po' a fatica, avvicinandosi a lui per guardarlo meglio, "Sei... Vivo."
"Io... Immagini di... Sì?" rispose lui un po' confuso per essere stato riconosciuto, ma anche preoccupato.
Notando il suo errore, Bhul Riln scosse la testa e portò una mano al viso del giovane, continuando a guardarlo con pura sorpresa nei suoi occhi.
"Non per essere scortese." iniziò Charn, un po' in imbarazzo e parlando in basic per essere più facilitato, "Ma... Ci conosciamo?"
"Certo, tu sei mio nipote. Mia figlia, Jast Vane, è... Era la tua mamma".
In quel momento, Charn sentì il terreno mancargli sotto i piedi e l'aria che faticava ad arrivargli in maniera regolare. Senza dire una parola, si allontanò da lei di qualche passo, prima di uscire rapidamente dalla stanza.
"Io... Non so cosa gli sia successo." disse Heather, abbastanza sorpresa.
"Siete Jedi, eh? Tu devi essere la sua Padawan." disse Bhul Riln, sospirando alla reazione di suo nipote, "Non so come sia stata la sua vita in tutti questi anni, ma per qualche motivo probabilmente ha rifiutato di conoscere le sue origini. Stagli vicino e, solo se vorrà, riportalo da me. Digli che... Sarò sempre disponibile per parlargli".
Heather annuì prima di uscire anche lei. Trovò il suo Maestro seduto per terra, la schiena poggiata contro un muro, mentre respirava con affanno. Non l'aveva mai visto così.
"Maestro..." iniziò lei, il tono preoccupato, mentre gli si sedeva vicino.
"Scusami." rispose lui, interrompendola, evidentemente ansioso, decisamente non come lei era abituata a vederlo, "Non dovrei mostrarmi così a te, sono il tuo Maestro."
Heather scosse leggermente la testa, accennandogli un sorriso, prima di avvolgere le proprie braccia attorno ad un suo braccio. "È vero, lo sei, ma lo sai che per noi sei anche parte della nostra famiglia. Non devi preoccuparti di essere vulnerabile davanti a me."
"Non vi sarò mai grato abbastanza." rispose sinceramente Charn, "Ed è per questo che voglio solo voi, io... Non voglio conoscere altro. Non voglio stare qui, non voglio tornare lì dentro, non... Non voglio sapere altro."
"Posso chiederti perché?"
"Perché ogni cosa che scoprirei su di me non mi piacerebbe. Se sono stato amato e poi sono finito in qualche modo prima fra gli Imperiali e poi in schiavitù, mi troverei a rimpiangere la famiglia che avrei dovuto avere. Se non ho mai avuto niente di buono, inizierei a credere che forse è ciò che merito. Sai perché al contrario di tutti gli altri Kel Dor non uso il mio nome completo? Perché quando tuo zio mi ha trovato, volevo essere come tutte le meravigliose persone che avevo finalmente attorno a me. Volevo essere meno diverso possibile."
Heather lo guardò con compassione, conoscendo il suo passato difficile. Poggiò la testa sulla sua spalla, rimanendo in silenzio per qualche secondo, prima di tornare a parlare: "Capis... Anzi, no, non capisco. Non potrei mai, perché non conosco tutto il dolore che hai dovuto patire. Però, ormai siamo qui e hai scoperto di avere una nonna con cui non sai quante altre occasioni avrai di riparlare. Qualunque sia la verità, anche se magari difficile da accettare, non può portarti via ciò che sei adesso."
"E cosa sarei adesso?"
"Un grande Jedi, leale e coraggioso. Qualcuno su cui poter sempre contare per i tuoi amici. Il miglior fratello che zio Luke avrebbe mai potuto desiderare. Un bravissimo Maestro, nonché uno zio a cui voglio tanto bene."
A quelle parole, Charn non poté fare altro che stringerla di più a sé, sentendo il cuore più leggero e allo stesso tempo quasi scaldato.
"Ma da dove hai tirato fuori tutta questa saggezza?" domandò ridacchiando, causando una risatina anche nella sua Padawan, "Ho sempre invidiato le specie con i dotti lacrimali, piangere sembra così liberatorio." ammise poi.
"Beh, lo è".
Dopo un respiro profondo, Charn si rimise in piedi, iniziando a camminare nuovamente verso la casa di sua nonna. Heather rimase seduta, non sapendo se seguirlo, ma il suo Maestro si fermò e le fece cenno di andare con lui, cosa che eseguì subito.
Qualunque cosa sarebbe accaduta in quelle mura, l'avrebbero affrontata insieme.

Star Wars Ep VIII - L'Ombra del Jedi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora