Luna's pov
Ad ogni alba, il rintocco della sveglia alle sette era un incubo, ma ormai avevo trovato la forza per affrontarlo. Guardandomi allo specchio, scorsi i miei capelli lievemente scompigliati ma nulla di preoccupante del resto.
Come sempre indossai il mio solito braccialetto con la Luna, è l'unico ricordo che avevo di mia madre prima che morisse. Non l'avevo mai tolto.
"Ah! neanche stanotte sono morta nel sonno.. Peccato. Vado a fare colazione."
Furono le prime parole che Harper riuscì a proferire non appena aprì gli occhi. Era una delle altre due ragazze che condividevano il dormitorio con me e Iris. Aveva un carattere singolare, non era mai propensa a dialogare con noi ed evitava sempre di intrattenere discorsi lunghi più di 5 parole, nessuno aveva mai capito cosa le frullasse per la testa.
"Vedo che anche questa mattina non vedi l'ora di affrontare la giornata, Harper."
Biascicò Lily ironicamente con una voce rauca e sonnecchiante. Inutile dire che Harper la ignorò e si diresse a fare colazione nel refettorio.Lily almeno provava ad essere amichevole, anche se non dedicava mai del tempo a me o Iris. Lei faceva parte del gruppo di ragazze più rilevanti della casa, le stesse che si divertivano a schernarmi da anni. Non ho mai capito il perché volesse essere come loro, se la sua natura in realtà non lo era. Anche se i suoi capelli biondo ghiaccio e i suoi occhi azzurri lasciavano credere che potesse essere una di quelle solite biondine stronze che si vedono nei film.
Mi diressi con Iris a fare colazione. Scrutai le sue occhiaie e i suoi capelli neri corvini in disordine e mi bastò per constatare che doveva non aver dormito benissimo.
"Vedo che hai dormito bene." affermai con tono ironico e un riso trattenuto.
Lei però non sorrise alla mia battuta. Sembrava avere un'aria turbata.
La guardai con apprensione.
"Come farò quando dovrò dormire con un ragazzo? insomma, chiunque si spaventerebbe vedendomi appena sveglia."
Un'espressione di sollievo affiorò sul mio volto quando mi resi conto che la sua preoccupazione era dovuta a motivi stupidi. Ogni tanto dimenticavo che il 90% di ciò che ronzava nella mente di Iris erano pensieri su ipotetici ragazzi che lei avrebbe avuto in futuro.
"Se un ragazzo ti ama, continuerà a farlo anche dopo averti vista appena sveglia. Lo farà in qualsiasi condizioni tu ti trovi."
Sorrise alle mie parole.
Quel sorriso durò poco, perché subito udimmo il suono che rappresentava il nostro tormento più grande. Le parole di Victoria.
"A quanto pare stanotte la tua amichetta non ti ha letto alcuna storiella per addormentarti. Fossi in te non mi farei vedere con quelle occhiaie."
A parlare fu la stessa che quella sera quando avevo 8 anni strappò le pagine del mio libro preferito riducendomi ad un fiume di lacrime, che solo quel misterioso signore cessò. Ancora una volta stava cercando di deriderci dinanzi alle sue amiche, tra cui anche Lily che ci guardava con aria dispiaciuta.
"Se vuoi racconto anche a te una storiella stanotte, parla di una ragazza insopportabile che venne strangolata nel sonno dalle ragazze che prendeva sempre in giro. Non leggo questo genere di solito, ma per te potrei fare un'eccezione."
Alle mie parole Victoria rispose con solamente uno sguardo pieno di ira, prima di voltarsi e andarsene mentre con le mani giocherellava con la punta della sua coda di cavallo.
"La odio." esclamò Iris con un tono che esprimeva tutto il suo disprezzo nei suoi confronti.
"Già, anche i-" non riuscii a finire la frase perché dopo essermi guardata per un attimo intorno mi accorsi di qualcosa.
STAI LEGGENDO
Don't hurt me
RomansaDopo un'infanzia segnata dal dolore e dal maltrattamento nella casa famiglia, Luna Evans trova rifugio nella scrittura grazie a un gesto di gentilezza ricevuto da Arthur Bennet, un uomo affascinante e misterioso che sembra avere un legame con lei. I...