Capitolo IV - Non mi piacciono le rose

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«Era una rosa in mano a quelli che non avevano intenzione di tenerla.»
- Milk and honey

Un uomo dai capelli d'un biondo slavato, si accorge della nostra presenza dopo aver salutato mio padre calorosamente, come se fosse un amico di vecchia data, con tre baci sulla guancia e altrettanto con mia madre con l'aggiunta di un baciamano. Un uomo galante senza dubbio. Un giovane ragazzo, presumibilmente mio coetaneo, Dimitri, è al fianco dell'uomo, intercetta il mio sguardo e mi sorride ammaliante. Un sorriso che gli fa brillare gli occhi. La mia reazione, al contrario, è ancora timorosa. Ovviamente rimango ancorata al braccio di Iris ancora per un pochino, anche se so che prima o poi, più prima che poi, dovrò staccarmi da lei e fingere come sempre. Un bel sorriso e si va in scena, aprite il sipario e poi, come un vecchio film in bianco e nero, in lui scorgo qualcosa, un ricordo lontano.

Flashback

«Ant corri su, corri e vediamo se riesci a prendermi. Forza Ant! Sei lentissima.» È un bimbo biondo con cui gioco sempre, ogni volta mi offre un lecca lecca alla fragola e panna, il mio preferito. A lui non piace ma lo mangia lo stesso con me sull'altalena del giardino di casa sua, dove ora giochiamo a rincorrerci. Ho sporcato il mio vestitino a fiori gialli, mamma si arrabbierà, anche se lo so che non è lei a pulirlo.

«Ant è un nome da maschio. Io non sono un maschio Dima.» Gli faccio la linguaccia e lo spingo e lui cade e piange, è il solito piagnucolone.

I miei genitori e suo papà corrono subito, mi sgrideranno ancora, mi sgridano sempre ma è colpa di Dima, è lui che mi prende in giro.

«Anthea è mai possibile che fai sempre piangere Dimitri?» Il mio papà mi sgrida e mi guarda in un modo che mi fa paura.

Io mi avvicino e gli abbraccio le gambe «Papi scusa, ma Dima mi chiama Ant come un maschio.»

«Togliti mocciosa.» Mi spintona e io sento già le lacrime sul punto di cadere.

La mia mamma mi abbraccia, lo fa sempre, lei è dolce, però papà la sgrida.
«Ci pensi Marco a questi due in futuro? Spero che riuscirai ad addomesticare tua figlia.» È il papà di Dima a parlare, non so cosa intende, però non mi piace quell'uomo.

«Partiamo domani Tomasso, vedrai come sarà per quel giorno, un tesoro di ragazza. Spero che tu riuscirai a non far piangere più tuo figlio. Un giorno dovrà prendere il mio posto.»

Fine Flashback

«Anthea De Santis immagino.» Annuisco, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi verde menta. Lui è Dima. Il bambino con cui giocavo da piccola, non mi ricordavo di lui, eppure mi è apparso quel ricordo appena l'ho visto e ho incrociato il suo sguardo. Ricordando le parole di Marco non posso fare a meno di collegare quella frase con la giornata di oggi. Un collegamento spontaneo che però, non so spiegare. Una cosa è certa; mio padre mi ha sicuramente "addomesticata" come gli è stato richiesto, chissà se Dimitri è ancora un piagnucolone.

«Dimitri Ferraro, è un piacere conoscervi o dovrei dire rincontrarci dopotutto.»

Tende una mano che stringo leggermente e voltandosi appena mi porge il mazzo di rose, lo ringrazio con un leggero sorriso, anche se non mi piacciono le rose. Iris sguscia dalla mia presa inosservata, ma la mancanza del suo calore la sento ardere tra le dita. Accenna un lieve sorriso e da brava moglie modello, torna al fianco del marito con quel portamento elegante che solo lei ha. Io, nonostante qualche lezione di galateo, non sarò mai ai suoi livelli né ci tengo ad esserlo.
Dimitri ha gli stessi capelli biondi del padre, ma di un colore più vivido pari al sole del mattino, li porta corti ai lati e ricci. Non è molto alto, sarà 1.75 circa, poco più del padre. Indossa una camicia bianca, con una giacca grigia aperta, in tinta col pantalone. I lineamenti del viso sono morbidi, la carnagione chiara ma comunque più scura della mia, un naso leggermente storto, probabilmente dovuto a qualche botta, le labbra rosee, un leggero strato di barba e due occhi vispi verdi menta, attenti mi studiano da cima a fondo. Mi domando se, forse, ha qualche nostro ricordo d'infanzia limpido nella sua mente. Fisicamente è massiccio, due spalle larghe quanto una porta e le mani sono grandi e curate, prive di anelli. Non è sposato. Smetto di analizzarlo e mi avvicino al padre, non vorrei sembrare una maleducata. Nei miei ricordi era una nube scura, solo una voce.

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