Epilogo 1

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Penelope si trovava seduta alla scrivania di suo marito a scrivere il suo romanzo. Da quando aveva abbandonato il Whisteldown scrivere le era mancato davvero tanto e vedendo il successo che stava avendo il libro di suo marito si sentì ispirata e le venne la voglia di scriverne uno tutto suo. Sarebbe stato una mezza autobiografia, già sapeva cosa voleva scrivere e che il titolo sarebbe stato "La ragazza che faceva solo da tappezzeria". Sentì un colpetto provenire dalla pancia e la guardò sorridendo. «Ti chiedo di aspettare un altro pochino, almeno fino a quando il tuo papà non sarà tornato a casa» Sulla porta dello studio vide spuntare il volto sorridente di Lady Danbury che da quando aveva saputo della partenza di Colin quasi tutti i giorni l'andava a trovare anche se sapeva che Violet in quei giorni si fosse trasferita momentaneamente da loro per aiutarla con la gravidanza. «Ti disturbo mia cara?» Penelope le sorrise dolcemente ed appoggiò la piuma sul foglio «Assolutamente no. Vi state trovando bene?» La contessa le accarezzò una mano. «Penelope cara me lo domandi tutti i giorni. Sei una padrona di casa meravigliosa e sei sempre attenta a tutto. Hai ricevuto notizie da tuo marito?» Lei scosse la testa e sospirò perché non era da Colin non mandarle delle lettere. «A quest'ora mi avrebbe già scritto. Spero solo che stia bene» Si accarezzò nuovamente la pancia. «Vorrei che fosse qui per la nascita. Ho un pò paura Lady Danbury perché il termine è così vicino ed ho come l'impressione che questo piccolino o piccolina non abbia più tanta voglia di aspettare...» La donna si alzò e facendo il giro della scrivania l'abbracciò con fare materno. «Sono sicura tesoro mio che tuo marito tornerà in tempo e se non lo farà ci saremo io e Violet al tuo fianco e appena lui farà ritorno subirà l'ira del mio bastone per la sua assenza» Penelope rise leggermente e si rilassò tra le sue braccia. Sorrise quando sentì la mano della donna posarsi sulla sua pancia e il bambino colpire nello stesso punto in cui era appoggiata la mano. «Gli piacete, ne sono convinta» Passarono altri due giorni e non ricevette ancora nessuna notizia da parte di Colin e ciò la rendeva molto irrequieta. Era giunta l'ora del tè e lei si trovava nel salone con Lady Violet che stava creando un bel decoro all'uncinetto e lei ne seguiva i movimenti nella speranza di poter imparare. «Non sono mai stata portata per queste cose» Violet le sorrise dolcemente e le mostrò il decoro con dei bellissimi girasoli. «Non avrai talento per queste cose tesoro mio ma hai un talento innato per la scrittura. A tal proposito come procede il tuo romanzo?» Penelope ci pensò per un istante. «Direi bene, non credo mi manchi molto per terminarlo» Sulla porta del salone comparve Lady Danbury con un pacchettino tra le mani. «Sono in ritardo?» Penelope e Lady Violet le risposero in coro. «Non lo siete mai» Ciò suscitò delle risate da parte di tutte e tre. Lady Danbury si avvicinò a Penelope e le porse il pacchettino e lei la guardò incuriosita. «Questo è un piccolo pensiero per te mia cara o meglio per il bambino» Lei iniziò a scartare il pacchetto e quando sollevò il coperchio della scatola decorata vide che all'interno ci fosse un carillon bellissimo. Penelope con mani tremanti lo sollevò ammirandone così la bellezza dei dettagli e girando la carica ne ascoltò la melodia dolce. Guardò con emozione Lady Danbury e alzandosi in piedi abbracciò la contessa. «Questo regalo è bellissimo e vi ringrazio di cuore Lady Danbury. Grazie per le vostre continue attenzioni e affetto verso di me» L'anziana contessa le accarezzò i capelli con dolcezza e fu contenta che il suo dono le fosse piaciuto. Penelope quando si allontanò da quell'abbraccio sorrise alla donna e si avvicinò al tavolinetto per prenderle una tazza di tè. Stava versando il tè nella tazzina quando all'improvviso sentì una sensazione di pressione e calore scivolarle tra le gambe. Appoggiò la teiera e con poca classe si alzò il tessuto della veste vedendo la pozza d'acqua che si stava creando sotto le sue gambe. Il bambino aveva deciso di nascere in quel momento e lei non si sentiva per niente pronta. Mise le mani sul tavolinetto e cercò di mantenere la calma, iniziando a fare dei respiri profondi. «Mi si sono rotte le acque» Violet lasciò malamente il decoro sul sofà e la raggiunse rapidamente. «Pensi di riuscire a salire le scale tesoro? Io nel mentre faccio chiamare il dottore» Penelope annuì e si accarezzò la pancia. «Finché non arrivano le contrazioni penso di si» Lady Danbury le stette accanto mentre iniziava a salire le scale e a metà rampa Penelope ebbe la sua prima contrazione. Cercò di trattenere un gemito di dolore e si sorresse con forza alla ringhiera. «Amore mio ti prego, non uscire ora... Fammi arrivare almeno in camera» L'anziana contessa l'aiutò ad arrivare in camera e Penelope si sdraiò sul letto facendo dei respiri profondi e si mise le mani su gli occhi per trattenere le lacrime. Voleva Colin lì con lei. Voleva stringere la mano di suo marito e voleva sentire la sua calda voce mentre la rassicurava. «Penelope ti stai comportando in modo impeccabile. Vedrai che andrà tutto bene» Lei annuì e alzando gli occhi al cielo strinse le coperte cercando di non urlare. Voleva cercare di risparmiare le energie il più possibile. Violet le raggiunse nello stesso momento in cui arrivò il medico. Il dottore la controllò e le disse che non fosse ancora pronta. Penelope a quella notizia annuì e si mise con la testa contro il ventre di Violet in cerca di conforto. «Mrs. Bridgerton volete un infuso per il dolore?» Lei prima di parlare si inumidì le labbra. «No, riesco ancora a gestirle» Fecero preparare tutto l'occorrente e quando le contrazioni aumentarono e divennero più dolorose Penelope non trattenne più gli urli. Colin era tornato a Mayfair e si stava dirigendo verso casa, tra le mani aveva un pacchetto e un mazzo di fiori che aveva preso per la sua Penelope. Le aveva scritto una lettera dove si scusava con lei perché a causa di alcuni contrattempi sarebbe tornato a casa con qualche giorno di ritardo ma non aveva mai ricevuto risposta da parte di Penelope e ciò lo rese molto irrequieto e preoccupato. Sapeva che la gravidanza di Penelope stesse per giungere al termine ed aveva paura che durante quel suo viaggio le potesse accadere qualcosa. Appena aprì la porta di casa la prima cosa che vide fu Rae la domestica personale di Penelope salire rapidamente le scale con una bacinella d'acqua calda e degli asciugamani. Cosa stava succedendo in quella casa? Cos'era tutto quel via vai? In risposta alle sue domande sentì un urlo carico di dolore arrivare alle sue orecchie e capì che si trattasse di Penelope. Sentì il suo cuore fermarsi per un istante e poi di getto lanciò la giacca e tutto ciò che teneva in mano sul mobiletto vicino alla porta iniziando a salire rapidamente le scale. Appena spalancò la porta della loro camera vide Penelope in preda al dolore che stringeva le mani di Lady Danbury e di sua madre mentre stava cercando di spingere per far nascere il loro bambino. Il bambino stava per nascere e lui aveva appena fatto giusto in tempo a tornare a casa. «Mrs. Bridgerton deve spingere con più forza» Penelope crollò con la testa sul cuscino ansante e con le lacrime a gli occhi perché le sembrava di non riuscire a far nascere il suo bambino. Cercò di recuperare un pò di energie facendo dei respiri profondi e chiudendo gli occhi. Lady Danbury vedendo Colin fermo sulla soglia della porta gli sorrise e alzandosi dal letto gli lasciò il suo posto accanto alla ragazza. Penelope sentì la presa su una sua mano allentarsi e venire sostituita da una presa più ferrea e calda così voltando il volto vide il viso di Colin e gli sorrise con le lacrime agli occhi. «Sei qui... Oh amore mio sei qui...» Colin le accarezzò i capelli e le sorrise con amore. «Sono qui piccola...Sono qui» Penelope serrò gli occhi sentendo arrivare la contrazione e cercò nuovamente di spingere. «Vedo la testa! Preparate gli asciugamani. Mrs. Bridgerton recuperate le energie, la prossima contrazione deve essere quella decisiva» Lei annuì e Colin le baciò la fronte. «Credevo che non saresti tornato. Ero così preoccupata per te...» Lui le asciugò il volto e le lacrime dispiaciuto che lei fosse stata così in pena per lui. La guardò per un istante con attenzione, anche se era sudata e con i capelli tutti in disordine la trovò bellissima. «Ti avevo scritto e inviato una lettera in merito al mio ritardo amore mio ma a quanto pare deve essere andata persa. Ma in un modo o in un altro sono riuscito ad arrivare in tempo» Lei annuì e strinse con forza la sua mano sentendo che la contrazione stava per arrivare. Quando arrivò spinse con tutte le sue forze residue urlando per il dolore e il dottore riuscì a tirare fuori il bambino. Colin la guardò e poi guardò con emozione verso il bambino sorridendo ma quel sorriso si spense subito perché anche lui come Penelope si accorsero che il bambino non stesse piangendo. «Perché non piange? Dottore...Il mio bambino sta bene?» Gli domandò preoccupata Penelope sentendo le sue forze venire meno e la sua vista iniziare a vacillare. Il medico si allontanò da loro per controllargli le vie respiratorie che fortunatamente erano libere, così dando un leggero colpetto al bambino sul quel piccolo fondoschiena e si sentì finalmente il suono di un pianto. Quando Penelope sentì il suono del pianto del suo bambino fece un sospiro di sollievo e poi sentì il suono del suo cuore batterle come un tamburo nelle orecchie. Lentamente sentì il suo corpo e le sue palpebre diventare pesanti, si sentì troppo debole per via del parto tant'è che alla fine perse i sensi. Colin al suono di quel pianto sentì il proprio cuore esplodergli dalla felicità. «Sentito amore mio? Sta piangendo!» Si voltò a guardare sua moglie nell'esatto momento in cui la vide chiudere gli occhi e finire con il volto vicino alle sue gambe e la sua mano abbandonare la presa sulla sua. Colin si sentì morire in quel momento pensando che stesse rischiando di perderla per una complicanza data dal parto. Le passò un braccio sotto la schiena sollevandola e le sfiorò il volto pallido nel tentativo di farla riprendere. «Penelope? Amore? Dottore!» Il medico consegnò il neonato ad una domestica per fargli fare il bagnetto e controllò rapidamente la ragazza. «State tranquillo Mr. Bridgerton vostra moglie sta benissimo, non ci sono segni di emorragia ha solo perso i sensi per lo sforzo. Ora le diamo dei sali e vedrete si riprenderà subito» Porse a Colin la boccettina con i sali e lui la mise sotto al suo naso di Penelope vedendo che lentamente stesse riprendendo i sensi. Colin sospirò di sollievo e la strinse a sé quando la vide aprire leggermente gli occhi. Penelope si sentiva esausta e confusa. «Colin dov'è il nostro bambino? Sta bene?» Colin le baciò la fronte mentre una lacrima gli rigava una guancia. «Shh amore mio, riposa. Il nostro bambino sta bene gli stanno facendo il bagno, ora ce lo riportano» Violet e Lady Danbury le accarezzarono i capelli e la guardarono con orgoglio. «Sei stata bravissima Penelope. Sei stata molto più coraggiosa e tosta di molte altre donne durante il parto» Le disse Lady Danbury e Penelope girando il volto verso di loro sorrise. «Grazie per essere rimaste al mio fianco e Lady Danbury non credo sarà necessario colpire Colin con il vostro bastone» L'anziana contessa e Violet iniziarono a ridere mentre Colin le guardò confuso. «Mi mancava essere minacciato. Per cosa sta volta?» Lady Danbury mise una mano sulla spalla di Colin. «Un giorno dissi a Penelope per farla ridere che se tu fossi mancato alla nascita del bambino, appena saresti tornato a casa ti avrei colpito con il mio bastone» Colin teatralmente fece finta di fare un sospiro di sollievo e si passò la mano sulla fronte. «Mi sono salvo per poco. Non mi andava di essere colpito dal vostro bastone» Penelope gli accarezzò una guancia e poi si portò per istinto una mano sulla pancia provando una sensazione così strana. Si rese conto di aver veramente partorito nello stesso momento in cui Rae la sua domestica personale le consegnò il neonato. «Ciao amore mio...» Penelope spostò appena la copertina per capirne il sesso e vide che fosse una femmina. «È una bambina...» Lei guardò Colin preoccupata pensando che poteva esserne rimasto deluso perché non fosse nato un figlio maschio ma in realtà vide che stesse sorridendo e che le lacrime stavano rigando il volto di suo marito. «Colin...» Lui si emozionò così tanto da non essersi reso conto delle lacrime che gli stavano rigando il volto. Era diventato padre. Era diventato padre di una splendida bambina. Si abbassò a baciarle la testolina e poi i piedini. «È perfetta Pen, tu sei stata perfetta» Lei sentì il suo cuore esploderle dalla gioia e anche sul suo volto scesero alcune lacrime. Colin le diede un bacio a stampo e poi guardò negli occhi sua moglie. «Come la chiamiamo?» Penelope guardò verso Lady Danbury e sorrise verso l'anziana contessa. «Agatha. Il suo nome sarà Agatha come la donna più forte e straordinaria che conosco» L'anziana contessa si portò una mano alle labbra per non far sentire i propri singhiozzi e Violet si alzò per accarezzare le braccia alla sua migliore amica. Colin guardò la contessa sorridendo e poi guardò sua moglie. «Agatha eh?» Prese in braccio la sua bambina che in quel momento aprì gli occhietti e lui sentì il suo cuore riempirsi d'amore per quella piccola creatura che aveva tra le braccia. «Dico che Agatha è un nome splendido, adatto a questa splendida bambina» Si avvicinò alle due donne che la guardarono emozionate e le fecero delle dolci carezze. «Vi presento ufficialmente nostra figlia Agatha Bridgerton» Annunciò Colin e Penelope stando attenta si mise a sedere nel letto guardando con amore quella scena. Appena la bambina inziò a piangere Colin si ritrovò a sorridere e si sedette sul letto accanto a sua moglie porgendole la loro bambina. «Credo che nostra figlia abbia fame» Violet e Lady Danbury abbandonarono la stanza lasciando i neo genitori il tempo di godersi quella nuova vita ed esperienza in privato. Penelope si abbassò la spallina della veste e andò a scoprirsi un seno. Stando attenta posizionò la sua bambina e la vide attaccarsi al suo seno senza esitazione. Colin sorrise a quella scena che gli riempi il cuore di gioia. «Sei bellissima amore mio. Sei radiosa» Penelope lo guardò e gli sorrise. «Anche se sono un disastro?» Colin stando attento ad Agatha baciò Penelope e le sorrise. «Sei il mio disastro e lo sai. Agatha è bellissima ha ripreso da te» Penelope guardò la sua bambina e le sfiorò il nasino. «Ma ha il colore dei tuoi occhi. È la perfetta unione di noi due e sono certa che quando sarà grande con i suoi sorrisi ammalierà le persone proprio come fa il suo fantastico papà» Colin le sorrise divertito e sfiorò un piedino della sua bambina. «Peccato per lei che non lascerò avvicinarsi nessuno.» Penelope rise leggermente. «Geloso...» Notò che la bambina si fosse addormentata con la bocca ancora aperta a formare una piccola "o" «Sono certa che troverà un ragazzo coraggioso che non avrà paura ad affrontarti e quello sono certa sarà il suo vero amore. Saranno tanto felici, come lo siamo noi» Colin la guardò negli occhi e le sorrise con amore. «Io sono il tuo vero amore?» Lei stando attenta a non svegliare Agatha alzò una mano e accarezzò il viso di Colin. «Lo sei. Sei l'unico uomo che ho sempre amato e sarai l'unico uomo che amerò fino alla fine dei miei giorni» Colin prendendo la sua mano ne baciò il dorso. «Ti amo, vi amo» Lei si appoggiò contro il petto di Colin e si rilassò felice. «Anche noi ti amiamo.» Colin guardava beato sua moglie che accarezzava delicatamente il volto della loro bambina e poi la vide scuotere la testa e reprimere uno sbadiglio. «Amore mio dovresti dormire, sei esausta» Lei scosse nuovamente la testa anche se sapeva che lui aveva ragione. «Lo so, però mi sei mancato e vorrei trascorrere un po' di tempo con te» Lui le depositò un bacio tra i capelli e le tolse dolcemente Agatha dalle braccia. Penelope lo guardò confusa quando lo vide prendere la bambina. «Dove la porti?» Colin baciò la testolina della sua bambina e la mise nella culla. «Nel suo lettino e sono certo che questo angioletto non si sveglierà, concedendo così un po' di tempo ai suoi genitori per stare insieme» Penelope lo guardò con amore e appena Colin si sdraiò sul letto lei si appoggiò nuovamente contro il suo petto. «Sono veramente felice di aver fatto in tempo. Non mi sarei mai perdonato se non fossi stato presente» Lei gli accarezzò il petto e guardò verso la culla. «Tua figlia sarà molto ubbidiente. Le avevo chiesto di aspettare il tuo ritorno per nascere e così è stato» Penelope sentendo di aver sete cercò di sporgersi per prendere il bicchiere d'acqua che era sul comodino ma una leggera fitta alla pancia la costrinse a serrare gli occhi per il dolore. Colin notando la sua difficoltà e quell'espressione di dolore si allungò recuperando per lei il bicchiere e l'aiutò a bere. «Amore non sforzarti inutilmente. Chiedi pure a me» Quando lei finì di bere lui le asciugò le labbra e Penelope lo guardò negli occhi. «Sei stanco anche tu, il viaggio deve essere stato molto difficile» Colin scosse la testa ed alzò gli occhi al cielo. «Pen ho affrontato un lungo viaggio in carrozza che non è di certo paragonabile alle ore di travaglio che hai dovuto affrontare tu. Fai la brava e lasciati accudire» Lei annuì e si accoccolò sul suo petto. Gli era mancato veramente tanto. «Sai volevo terminare una sorpresa per il tuo ritorno ma non ho fatto in tempo» Colin che le stava accarezzando i capelli abbassò lo sguardo su di lei confuso. «Una sorpresa? Che genere di sorpresa?» Lei gli sorrise e gli sfiorò il mento con le dita. «Ho scritto un romanzo» Colin sgranò gli occhi per la sorpresa e le sorrise dolcemente. «Penelope ma è meraviglioso e di cosa parla?» Penelope si sollevò leggermente per vedere meglio i suoi occhi. «Di me, di te, di noi» Colin a quella frase sentì il suo cuore spiccare il volo. Le spostò un a ciocca ribelle dietro un orecchio e insinuando le dita tra i suoi capelli la baciò lentamente e con dolcezza. Quando si staccarono si sorrisero. «Un autobiografia, mi piace. Spero che tu mi abbia descritto bello, muscoloso, aitante...» Penelope lo guardò divertita e decise di provocarlo un pochino. «In realtà il personaggio che dovresti essere tu l'ho fatto diventare basso, tarchiato e con pochi capelli sulla testa» Colin aprì la bocca scioccato ma poi si accorse dello sguardo divertito di sua moglie. «Piccola peste...» La tenne ferma tra le sue braccia e gettandosi sul suo collo iniziò a farle il solletico, facendo ridere di cuore l'amore della sua vita.

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