Epilogo 2

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Cipro, estate del 1831

Colin per quell'estate aveva portato la sua famiglia in vacanza in Italia e provò un enorme piacere nel vedere i loro volti felici e curiosi. Agatha di sei anni aveva i capelli ramati come quelli di sua moglie e gli occhi verdi come i suoi. Era una bambina molto curiosa, molto gentile ma veramente molto testarda. Probabilmente qualità che aveva ereditato da lui. In quel momento da brava sorella maggiore stava camminando tenendo per mano suo fratello Thomas che invece aveva cinque anni. Lui era praticamente la sua copia in miniatura. Capelli scuri, occhi verdi e un caratterino da monello quando era insieme a lui. Era il suo piccolo diavoletto mentre con Penelope e le sue sorelle sembrava avere tutt'altro carattere. Era dolce, premuroso, faceva sempre loro dei regali mentre il massimo di regalo che lui aveva ottenuto dal figlio fu quello di svegliarsi un giorno e ritrovarsi il viso completamente sporco d'inchiostro. Poi c'era Jane di tre anni che stava seduta in quel momento sulle sue spalle. Lei era l'altra sua principessina ed era uguale a Penelope. Quando si accorse che la bambina aveva ereditato il colore degli occhi di sua moglie si emozionò come un bambino nel giorno di Natale. Anche lei aveva una piccolissima voglia come sua moglie, ma era situata dietro il suo collo e lui si divertiva a spostarle i capelli per baciarla in quel punto. A chiudere il gruppo c'era Penelope che gli stava stringendo la mano e cercava di mantenere il passo. Era nuovamente in dolce attesa del loro quarto figlio e la pancia era ancora poco evidente. «Sembrano divertirsi» Disse serena e felice Penelope mentre sollevava leggermente il tessuto del suo vestito per salire un gradino. Colin la guardò con attenzione mentre saliva i gradini perché aveva paura si potesse fare male e alla sua frase le sorrise con amore. Quando si fermarono si concesse un paio di minuti per ammirarla perché era bellissima con addosso quel leggero vestito bianco. La faceva sembrare una dea. Lei era la sua dea. Si portò la mano di lei alle labbra e ne baciò il dorso. «Secondo me si divertiranno di più quando questo pomeriggio andremo al mare» La piccola Jane iniziò a muovere le gambine divertita e Colin si ritrovò a ridere. «Jane piano o cadrai dalle mie spalle» Avevano raggiunto un punto abbastanza alto da cui si poteva osservare lo splendido panorama di Cipro. Agatha si voltò a guardare i suoi genitori con occhi luminosi. «Andremo al mare vero?» Penelope si abbassò verso la sua bambina e le raccolse in modo morbido i capelli per non farle sentire troppo caldo. «Così sembra aver detto e deciso vostro padre» Agatha sorrise dolcemente alla madre quando finì di raccoglierle i capelli. «Sai mamma credo di sapere il perché a papà piace così tanto Cipro» Lei guardò confusa sua figlia non aspettandosi tale frase ma le sorrise. «Ah sì? Quindi quale sarebbe il motivo?» Anche Colin si fece più attento perché incuriosito dalla risposta della figlia. «Perché il mare di Cipro ha lo stesso colore dei tuoi occhi mamma» Penelope depositò un bacio sulla fronte della sua bambina e si voltò a guardare suo marito che era diventato tutto rosso in viso. «È la verità?» Colin si grattò la testa in imbarazzo e Penelope rise pensando che anche a quaranta anni suonati suo marito sarebbe rimasto sempre lo stesso. Thomas iniziò a tirare una mano a Colin «Papà potremo farci il bagno?» Colin sentendosi tirare per una mano osservò suo figlio e poi osservò il mare. «Se il mare rimane calmo, potrete fare tutti i bagni che vorrete» Agatha e Thomas iniziarono a saltellare mentre Jane che era ancora troppo piccola inziò a sbadigliare. Penelope si avvicinò a lui e allungò le braccia verso la bambina. «Dalla a me Colin, Jane è esausta» Lui spostò la bambina dalle sue spalle e la tenne per un po' tra le sue braccia e le accarezzò i capelli ramati. «Se vuoi la tengo io, sarai stanca anche tu e nelle tue condizioni non dovresti affaticarti» Penelope guardò teneramente il marito perché era sempre così premuroso verso di lei. «Anche se sono stanca credo sia il caso che la tenga io. Non credo di essere abbastanza veloce da riuscire a rincorrere quei due se dovessero fare dei danni e poi protettivo come sei me lo impediresti nelle mie condizioni» Colin ascoltò il discorso di sua moglie ed effettivamente pensò che il suo discorso non facesse una piega. Baciò la fronte di sua figlia e la mise tra le braccia di Penelope. Lei accarezzò la punta del naso della bambina e iniziò a canticchiarle una ninna nanna sapendo che così si sarebbe addormentata subito e infatti la piccola in poco tempo si accoccolò nell'incavo del suo collo addormentandosi. Colin accarezzò i capelli di Penelope e la guardò con amore perché quando la vedeva prendersi cura dei loro figli il suo cuore gli esplodeva per la gioia. Lei alzò lo sguardo verso di lui sorridendogli con amore. «Sono felice che siamo riusciti a partire prima che io diventi una balenottera» Colin scosse la testa e alzò gli occhi al cielo. Non amava quando si criticava fisicamente. «Non diventerai una balenottera Penelope. Sei comunque meravigliosa e ogni volta mi sorprendi. Hai fatto nascere Jane da sola in una carrozza mentre eravamo in viaggio per andare al matrimonio di Eloise» Penelope rise leggermente a quel ricordo. «Tu eri entrato letteralmente nel panico...» Lui rise in imbarazzo ricordando perfettamente il momento in cui le si erano rotte le acque. «Certo non sapevo dove mettere le mani» Lei lo provocò divertita vedendolo indispettito. «Amore mio l'unico punto in cui dovevi mettere le mani era solamente uno in quel momento» Colin sbuffò e abbassando lo sguardo sorrise quando vide Jane stringere tra le mani il tessuto del vestito di Penelope e anche lei sorrise guardando la figlia. «Diciamo che Jane tra i nostri figli è stata quella che si è voluta sbrigare a nascere, perché voleva essere presente al matrimonio di sua zia e rubarle tutta la scena» Colin iniziò a ridere di cuore a quel ricordo e alle facce che avevano fatto i suoi familiari quando li avevano trovati nella carrozza con la bambina tra le braccia e il cordone ancora attaccato. Le cinse le spalle con un braccio e le baciò la testa. Penelope abbassò lo sguardo verso la sua pancia sentendo arrivare un calcetto. «Spero che anche lui o lei, non faccia scherzi. Su questo aspetto hanno ripreso tutti da te. Sono imprevedibili» Colin le baciò una tempia e poi appoggiò le sue mani sulla pancia di Penelope. «Le nostre figlie sono identiche a te soprattutto Jane. Sono molto contento che abbia ereditato il colore dei tuoi occhi. Era una cosa che desideravo da tanto» Penelope gli baciò il mento e vennero distratti dalla voce squillante di Thomas. «Mamma, papà! Guardate cosa ho trovato!» Sia Colin che Penelope abbassarono lo sguardo quando il bambino si avvicinò a loro con una lucertola tra le mani. «Papà guarda un serpente!» Penelope guardò l'animale e per sicurezza si spostò dietro le spalle di suo marito perché non era molto amante di quella specie di animali. Colin guardò divertito con la coda dell'occhio Penelope che si era nascosta dietro di lui e poi guardò suo figlio correggendolo sulla vera natura di quell'animale. «Thomas questa è una lucertola perché ha le zampe. Vedi?» Thomas annuì e poi guardò dietro le spalle del padre. «Mamma la vuoi vedere?» Lei scosse la testa rabbrividendo ma cercò di accennare un sorriso verso il bambino. «Preferisco di no amore mio, non amo molto questo genere di animali...» Lui annuì e la rimise sul muretto dove l'aveva trovata e Penelope sospirò di sollievo. Agatha invece stava osservando dei bambini giocare a palla e sospirò. Colin notandola si avvicinò a lei e le mise una mano sulla spalla. «Qualcosa non va tesoro?» Vendendo che la figlia non gli rispondeva anche lui guardò nella sua stessa direzione vedendo quei bambini giocare. «Se vuoi andare a giocare con loro vai, basta che non ti allontani lo sai» Lei lo guardò ed abbassò la testa combattuta sul da farsi. «Vorrei papà ma se non mi capiscono perché parlo una lingua differente dalla loro? Oppure se mi dovessero dire di no?» Colin le spostò i capelli e le baciò la fronte. «Sono certo che ti farai capire benissimo da loro e se poi dovessero dirti di no, rimane un problema loro perché hanno perso una ottima giocatrice» Lei annuì e allacciando le braccia al collo del padre e gli diede un bacio su una guancia. «Grazie papà» Agatha scese i gradini per andare da quei bambini che sorprendente la fecero giocare insieme a loro senza problemi. Penelope iniziando a sentirsi abbastanza stanca si era andata a sedere su una panchina che era all'ombra di un alberello e osservò due donne italiane che stavano guardando Colin con occhi forse un po' troppo languidi. Quando una delle due fece per avvicinarsi a lui, lei lo chiamò nella speranza di allontanarlo da loro. «Colin puoi venire un attimo» Lui si voltò sorridente e la raggiunse in poco tempo. «Dimmi Pen cosa c'è? Ti senti male?» Lei scosse la testa sorridendogli, poi lo afferrò per il collo della camicia e lo abbassò verso il suo volto baciandolo con passione. Colin rimase scioccato inizialmente per quel bacio così inaspettato ma poi lo ricambiò e quando si staccò dalle sue labbra notò lo sguardo soddisfatto di sua moglie mentre osservava quelle donne che si stavano allontanando. Colin si portò una mano alle labbra e cercò di trattenere una risata. «Ottimo modo di marcare il territorio amore mio...» Penelope a quelle parole divenne completamente rossa e si ritrovò a balbettare. «Nn-Non è come... pensi...» Lui esplose in una risata e lei distolse lo sguardo imbronciandosi. Colin le si sedette accanto e con delicatezza le girò il volto. «Mi fai impazzire quando diventi gelosa e mi fai venire la voglia di fare certe cose che non posso dire perché c'è Thomas nei paraggi... Ti posso baciare o sei troppo arrabbiata?» Lei lo guardò negli occhi e sbuffò divertita. «Baciami o mi arrabbierò sul serio» Thomas si voltò a guardare i suoi genitori e si mise tra di loro nell' esatto momento prendendosi così due baci sulle guance. «Ops... Mi dispiace di averti fermato papà. Sei troppo lento e vecchio!» Colin guardò storto il figlio che inziò a scappare giù per le scale e lui alzandosi di scatto inziò ad inseguirlo. «Piccolo demonio... Se ti prendo sei finito! E poi a chi hai chiamato vecchio?!» Thomas si voltò facendo una linguaccia verso il padre. «A te papà! Vecchio, vecchio e vecchio!» Colin accelerò il passo raggiungendo il figlio e lo prese per i pantaloni. «Il vecchio ti ha appena acciuffato! Ora sei finito!» Il bambino iniziò a dimenarsi ed invocò l'aiuto della madre. «Mamma salvami ti prego, papà vuole uccidermi!» Lei scosse la testa divertita e stando attenta a non svegliare Jane iniziò a seguirli a sua volta.

Quando giunse il tramonto andarono tutti in spiaggia e Penelope stando seduta su quell'enorme telo si godeva la brezza fresca che le sfiorava la pelle e la vista dei suoi bambini che rincorrevano felici e spensierati il padre le scaldava il cuore. Riuscirono a far cadere in acqua Colin e lei inziò a ridere. Jane tornò da lei con i capelli zuppi e i fermagli le si erano annodati nei ricci. «Fermati amore o ti farai male» Colin si avvicinò a lei tenendo Agatha e Thomas sotto le braccia come se fossero due sacchi di farina. «Cosa me ne faccio di loro? Li butto in mare mia signora?» Penelope guardò il marito divertita e poi i figli che cercavano di scappare da quella presa ferrea. «Potresti» Gli disse Penelope divertita mentre cercava di liberare i capelli di Jane e i suoi bambini a quelle parole impallidirono. «No papà perdonaci, ti vogliamo bene. Sei il papà migliore del mondo! Non gettarci in mare» Gli dissero i due in coro e Colin li guardò divertito perché quando si alleavano li adorava. «Vi libero solo perché mi avete detto di volermi bene e che sono il papà migliore del mondo» Li mise giù e li vide correre nuovamente verso l'acqua e iniziare a schizzarsi l'acqua a vicenda. Penelope riuscì a togliere quei fermagli dai capelli di Jane e vide la bambina andare con la manina alzata verso Colin che le sorrise e afferrandole la manina iniziarono a passeggiare sulla riva. Quando la bambina fu stanca di passeggiare tornarono indietro e si sdraiò sul telo rannicchiandosi accanto a Penelope, mentre Colin ancora zuppo d'acqua si sedette sulla sabbia e la guardò con amore. «Ho una cosa per te» Lei lo guardò curiosa. «Cosa?» Non si aspettava nulla da parte sua in quel momento. Colin le sorrise. «Chiudi gli occhi Pen» Lei lo guardò per un istante e fidandosi ciecamente di lui chiuse i suoi occhi senza fare domande. Colin le appoggiò una grande conchiglia che aveva appena trovato sull'orecchio e come in passato vide Penelope mettere la sua mano su quella di lui e aprendo gli occhi lo guardò con amore. «È meravigliosa Colin ti ringrazio» Lui scosse la testa e la guardò con amore mentre la luce del tramonto le illuminava il volto. «Non è nulla di che paragonata a te amore mio» Penelope gli pulì il viso dalla sabbia e poi lo baciò con amore. Agatha e Thomas li raggiunsero e si misero sul telo accanto a Jane che si era addormentata. Videro Agatha recuperare da dentro la borsa un altro telo che porse a Thomas per farlo asciugare e un asciugamano più piccolo con il quale coprì Jane. Penelope sorrise guardando la premura della figlia verso i suoi fratelli più piccoli mentre Colin guardando verso i suoi bambini gli venne in mente una cosa e iniziando a sorridere si alzò in piedi. «Agatha, Thomas controllate vostra sorella» Penelope lo guardò confusa quando lo vide alzarsi mentre lui invece la guardò divertito e rapidamente le passò una mano sotto le gambe e con l'altra le cinse la vita. Lei si strinse saldamente al suo collo capendo subito le intenzioni del marito. «Oh no. No! Colin... Ti prego...sai che sono ancora una frana a nuotare...» Lui iniziò ad entrare lentamente dentro l'acqua. «Non avere paura amore mio, non ti lascerò e non ti accadrà nulla» Lei serrò gli occhi pronta a sentire l'acqua gelida contro la sua pelle ma all'improvviso si accorse che in realtà fosse tiepida e piacevole. Guardò Colin negli occhi e le venne in mente il suo racconto. Lui si abbassò completamente nell'acqua e le sorrise. «Visto? Non è successo nulla» Lei gli accarezzò una guancia e poi scese ad accarezzargli le labbra. «Era qui vero?» Gli domandò di punto in bianco e lui che aveva chiuso gli occhi rilassandosi per quel contatto li riaprì guardandola confuso. «A cosa ti stai riferendo Pen?» Lei si appoggiò con il volto nell'incavo del suo collo mentre le onde le arrivavano lente e dolci sul corpo. «Il tuo racconto. L'acqua tiepida e la brezza fresca al tramonto durante il tuo viaggio qui a Cipro» Lui le sorrise dolcemente vedendo che ancora a distanza di anni ricordava alla perfezione il suo diario. «Si è questo il punto esatto amore mio ed è anche lo stesso punto del dipinto. Solo che questa volta mi sto godendo questo tramonto non provando tristezza e malinconia ma provando gioia e amore. Gioia per avere te l'amore della mia vita qui tra le mie braccia. Gioia nel vedere quei sorrisi bellissimi sui volti dei nostri figli...» Lui la guardò e si perse per un istante in quegli occhi azzurri che lo stavano guardando luminosi e carichi d'amore. «E provo amore, un amore senza confini per te che mi hai reso un uomo migliore Penelope. Hai spezzato le catene della società che mi tenevano imprigionato e mi hai reso libero di essere me stesso. Ti amo amore mio» Lei passò le sue dita bagnate tra i suoi capelli sentendo il suo cuore batterle nel petto come la prima volta che lo aveva conosciuto e lo guardò negli occhi. «Anche tu mi hai cambiata. Mi hai resa più sicura di me stessa, mi fai sentire amata e desiderata come donna. Mi doni ogni giorno la gioia con i tuoi sorrisi e la tua risata che mi ha fatta innamorare di te mi fa battere il cuore come la prima volta. Mi hai dato la possibilità di avere la famiglia che ho sempre desiderato. Una famiglia felice e ricca di risate. Ti amo Colin» Si baciarono dolcemente mentre il sole del tramonto li illuminava e l'acqua calma del mare si infrangeva lenta contro i loro corpi. Agatha guardò i suoi fratelli che si erano addormentati vicini alle sue gambe e poi guardò sorridendo i suoi genitori dando involontariamente voce ai suoi pensieri parlando da sola. «Quando sarò grande, anche io troverò un amore vero e speciale come il loro»

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