Colin scese dal letto e recuperando la casacca dal pavimento la indossò senza mai staccare lo sguardo da Penelope, che lo stava guardando ancora divertita. «Torno subito, tu aspettami.» Penelope annuì e quando lo vide dirigersi verso la porta si mise a sedere sul bordo del letto. «Colin aspetta» Lui si voltò a guardarla con la mano sulla maniglia della porta della stanza. La vide scendere dal letto e camminare completamente nuda verso di lui. A quella visione sentì il cavallo del pantalone iniziare ad andargli stretto e dovette fare dei respiri profondi per non pensare a cose molto impure, che avrebbe volentieri fatto alla ragazza. Quando Penelope gli fu vicina lo guardò negli occhi notando la sua confusione. Gli sorrise e mettendosi sulle punte lo baciò. Vedere quell'iniziativa da parte di Penelope, gli fece battere forte il cuore. Ricambiò il bacio e cogliendone l'occasione lo approfondì. Mise un mano dietro al collo della ragazza, insinuando lento le dita tra i suoi capelli ramati e con l'altra mano fiorò prima prima i suoi fianchi e poi un gluteo che andò a stringere leggermente. Quel gesto le provocò un brivido di piacere e dovette staccarsi dalle labbra di Colin e andare indietro con la testa per prendere un pò d'aria, lui approfittò anche di quel movimento riuscendo così a baciarle il collo all'altezza della gola. Un altro bussare alla porta lo costrinse ad allontanare Penelope dalle sue braccia. «Sento cosa vuole e torno subito promesso. Tu per favore cerca di fare la brava.» Le disse divertito e lei in tutta risposta assunse un broncio adorabile e incrociò le braccia. «Io sono sempre brava» Colin alzò gli occhi al cielo e decise di provocarla. «Certo Lady Whisteldown, siete bravissima» Penelope sgranò gli occhi e rimase a bocca aperta, non aspettandosi che Colin tirasse in ballo la sua altra identità in quel modo. Colin era riuscito ad ammutolirla e con quella soddisfazione uscì dalla camera prima di ripensarci e saltare addosso. Penelope guardò la porta chiudersi e tornò verso il letto, indossò per sicurezza la camicia e si sdraiò notando che sia il letto che il cuscino avevano il profumo di Colin, si girò su di un fianco accarezzando le lenzuola. Dopo qualche istante chiuse gli occhi e cullata dal profumo del ragazzo e il tepore della camera, cadde lentamente tra le braccia di Morfeo.
Colin dopo essersi chiuso la porta alle spalle si ritrovò a scuotere la testa e a sorridere come non accadeva da tempo e il merito era tutto di Penelope. Doveva ancora digerire la questione Whisteldown, ma sapeva che per amor suo sarebbe riuscito ad accettare quella faccenda. Era geloso del successo della ragazza, ma allo stesso tempo provava tanto orgoglio. Provava così tanti sentimenti che si sentiva quasi ubriaco. Raggiunse la porta dello studio e aprendola trovò il suo maggiordomo con un suo completo e quello che doveva essere l'abito di Penelope. «Signore le ho fatto stirare il completo che indosserete questa sera all'evento di Hawkins e qui c'è l'abito che la cameriera personale di Miss Featherington ci ha consegnato.» Colin prese ciò che Dunwoody gli stava porgendo. «È stato fatto tutto con discrezione?» L'uomo annuì. «Nessuno ci ha notati e nessuno ha notato la cameriera consegnarci l'abito, potete stare tranquillo signore.» Colin si sentì più sollevato, non gli interessava se la gente avrebbe sospettato qualcosa di lui ma non voleva far finire Penelope al centro dell'attenzione creando uno scandalo che la riguardasse. Vedendo che Dunwoody era ancora lì, lo guardò confuso. «C'è altro?» Il maggiordomo gli porse un invito. «Da parte di vostro fratello Lord Bridgerton. Vi occorre altro signore o a Miss Featherington?» Colin gli sorrise «Tranquillo puoi andare.» Dunwoody fece un mezzo inchino e tornò alle sue faccende. Colin si diresse verso la camera da letto tenendo su un braccio il suo completo e l'abito azzurro di Penelope. Si rigirò tra le dita la lettera con il sigillo di famiglia. Aprendo la porta posò subito lo sguardo sul letto rimanendo sorpreso nel notare che Penelope si fosse addormentata. Stava dormendo su di un fianco con il volto coperto da quei capelli ribelli e una mano sull'altro cuscino. Sorridendo a quella vista si avvicinò con passo lento perché non voleva svegliarla in alcun modo. Appoggiò i vestiti e la lettera sul baule che era davanti al letto. Facendo attenzione si sedette sul letto e poi cercò di mettersi su di un fianco anche lui, maledicendo il letto quando lo sentì cigolare leggermente sotto il suo peso. Vide Penelope cambiare la posizione, adesso il volto era rivolto verso l'alto, la mano che era sul cuscino si era spostata vicino al suo volto e l'altra era appoggiata sul fianco ancora semi di lato. Colin si stava beando di quella situazione perché aveva Penelope finalmente tutta per sé e presto avrebbe reso ufficiale il loro fidanzamento. Non gli importava se qualcuno fosse stato contrario, lui l'amava e avrebbe fatto di tutto pur di restare con lei e proteggerla. Soltanto Dio poteva sapere che pazzie avrebbe potuto commettere solo per proteggerla. Insinuò le dita tra le sue e si sporse per baciarla, quel gesto gli riportò alla mente il loro primo bacio e si ritrovò a sorridere sulle sue labbra prima di baciarla. Fu un bacio lieve e Penelope a quel contatto aprì lentamente gli occhi. Quando si rese conto di aver Colin al proprio fianco gli sorrise e lui a quel sorriso si sentì sciogliere, domandandosi per quanto tempo quei sorrisi gli avrebbero procurato quelle sensazioni. «Mi sono addormentata?» Lui annuì e ridacchiò quando la vide stiracchiarsi perché sembrava una bambina. «Mi dispiace di averti svegliata.» Le spostò una ciocca da vicino le labbra e lei si girò nuovamente sul fianco per guardarlo. «Posso avvicinarmi a te?» Colin senza risponderle le passò un braccio dietro la schiena e l'attirò conto il suo petto e iniziò ad accarezzarle i capelli. Penelope si accoccolò meglio contro il suo petto e a quel contatto chiuse nuovamente gli occhi. «Colin così finirai con il farmi addormentare nuovamente» Lui abbassò lo sguardo su quella chioma ramata sorridendo. «Ti piace quello che sto facendo?» Lei sospirò rilassata «A me piace tutto quello che fai» Quella frase lo fece gonfiare di orgoglio. Penelope spostò leggermente la testa per guardarlo negli occhi. «A te cosa piace? Non avendo questo genere di esperienze, vorrei sapere cosa fare così da poterti far provare piacere.» Colin ringraziò mentalmente Dio, per avergli fatto incontrare quella donna meravigliosa. Nessuna mai si era preoccupata di sapere cosa gli piacesse o cosa non gli piacesse. Colin le baciò la punta del naso. «Come mi toccavi prima mi piaceva.» Penelope studiò per un secondo il suo sguardò, poi guardò la casacca di lui e afferrandone un lembo lo tirò fuori dai pantaloni avendo così accesso alla pelle del busto del ragazzo. Quel gesto provocò a Colin dei brividi di piacere e chiuse gli occhi quando sentì la piccola mano di Penelope accarezzargli con i polpastrelli il fianco e risalire poi fino al costato. «Così?» Gli domandò con tono dolce. «Si Pen...così.» Stava entrando in uno stato di pura estasi però la posizione iniziò a stargli scomoda, così mettendosi supino portò la ragazza di più su di sé e le diede modo di aver più spazio per toccare il suo corpo. Colin aprì gli occhi quando sentì le dita della ragazza insinuarsi nei suoi pantaloni e le fermò la mano. «Pen non lì, non ora.» Penelope lo guardò confusa. «Non posso sollevarti la casacca?» Colin si sentì un completo idiota ed arrossì. Aveva peccato di malizia. «Certo che puoi sollevarla.» Ma ormai Penelope lo stava guardando con quello sguardo carico di domande. Si portò un braccio su gli occhi perché sapeva che se avrebbe guardato quegli occhi azzurri non avrebbe più avuto via di scampo. «Pen giuro che ti spiegherò tutto, ma non ora. Torna accanto a me, ho solo voglia di stringerti fino a quando non dovremo andare via.» La ragazza sospirò e lui spostò il braccio per guardarla. Per cos'era quel sospiro così sommesso? «Colin dobbiamo per forza andare via? Io...» Colin si puntellò sui gomiti per guardarla meglio. «Tu?» Voleva capire cosa la stesse turbando, così da poterla rassicurare. Se c'era una cosa che aveva capito subito di lei era la sua fragilità e la sua insicurezza dovuta molto probabilmente a causa sua e ora ne voleva porre rimedio. Penelope distolse lo sguardo non voleva essere giudicata da lui o considerata magari una poco di buono. Il fatto che lei avesse distolto lo sguardo per lui fu un chiaro segno che qualcosa la stava tormentando e che non voleva essere probabilmente giudicata. «Penelope guardami per favore.» Lei lo guardò mordendosi appena il labbro inferiore «Ci siamo promessi di essere sinceri e onesti. Dimmi cosa ti turba ed io ti giuro che non ti giudicherò.» Penelope annuì. Essere sincera e dare voce ai suoi pensieri senza scriverli sul Whisteldown era veramente difficile. Si armò di coraggio e diede voce a ciò che la stava tormentando. «Non vorrei che tu pensassi che io sia una poco di buono che sta cercando di aggrapparsi alla tua virtù, ma ho paura Colin che una volta che uscirò da questa casa tutto possa svanire come in un sogno.» Colin alla fine si mise a sedere con la schiena contro la testiera del letto e cingendola si portò la ragazza contro il petto. Riprese ad accarezzarle i capelli essendo ora a conoscenza che quel gesto la rilassava. Era logico per lei provare quella paura che ora era diventata anche la sua da quando aveva compreso i suoi sentimenti per Penelope. Comprese anche la potenza che potevano avere le parole sulle persone e si sentì mortificato per questo. «Penelope non penso che tu sia una poco di buono, anzi dovrei esserlo io perché ho portato una donna del tuo rango nella mia casa senza chaperon ed ho cercato di farti mia ancor prima del matrimonio.» Penelope lo guardò accigliandosi leggermente. «Sono stata io a proporre di venire a casa tua. La colpa è mia, tu non hai fatto nulla di sbagliato e poi sono sempre stata io ad acconsentire di diventare tua.» Colin sorrise da quella difesa così appassionata e le accarezzò il volto. «Pen voglio farti capire che i miei sentimenti sono veri, sono reali e so che dopo il male che ti ho fatto» Penelope lo interruppe a metà frase e lui scosse la testa divertito. «Colin tu non mi hai fatto del ma-» Era una vera battaglia avere la meglio su di lei, così le mise una mano sulle labbra per farla tacere un istante e la guardò con uno sguardo di ammonimento. «Pen apprezzo la tua difesa, ma è giusto che io venga punito per gli errori che ho commesso con te e ogni giorno farò in modo di ottenere il tuo perdono, però ciò che cerco di dirti senza che tu mi interrompa è che capisco, capisco che tu abbia paura che i miei sentimenti possano essere fievoli ma credimi non è così. Quando usciremo questa sera da questa casa per andare all'evento di Hawkins, ti posso assicurare che io non svanirò e che resterò per sempre al tuo fianco, fino alla fine dei miei giorni. È una promessa.» Lui le tolse delicatamente la mano da sopra le labbra e le sorrise. «Ora torna a sdraiarti accanto a me, ho bisogno di sentirti vicina.» Quella dichiarazione aveva cancellato ogni dubbio dal suo cuore e dalla sua mente rendendola più leggera. Colin l'amava seriamente e sarebbe rimasto al suo fianco. Quando lo vide aprire il braccio per invitarla ad avvicinarsi, lei sorridendogli dolcemente si sdraiò nuovamente accanto a lui mettendo il volto nell'incavo del suo collo e un mano sul suo petto. Restarono in quel modo ad occhi chiusi coccolandosi fino a quando non giunse il tempo per entrambi di doversi preparare. Penelope non sentendo più la mano di Colin accarezzarla, spostò il volto dall'incavo del suo collo trovandolo ad occhi chiusi e credette che si fosse addormentato. Guardò per un istante quel volto così dannatamente bello e che aveva amato da sempre. Delicatamente passò le dita vicino al suo orecchio e poi le insinuò tra si suoi capelli scuri iniziando a chiamarlo con un tono dolce e delicato. «Colin..» Non ottenendo alcuna risposta fermò le sue carezze e piegandosi verso di lui provò a baciarlo. Aveva il sospetto che lui fosse sveglio e si ritenne soddisfatta quando lo sentì trattenere il respiro, ma nel suo tentativo di vincere a quel gioco non ricambiò il bacio. Penelope lo guardò divertita. «Colin? Peccato che tu stia dormendo e di conseguenza non puoi sentirmi... Io ora inizierò a prepararmi e se tu non ti sveglierai per quando avrò finito andrò via da sola e non ti bacerò più fino a domani.» Lei spostò il braccio del ragazzo e mise le gambe fuori dal letto pronta per scendere. Colin pensava di essere stato molto bravo a fingere di dormire, voleva vedere cosa avrebbe fatto la ragazza se lo avesse trovato addormentato e inizialmente gli stava piacendo quel suo tentativo dolce di provare a svegliarlo, ma in qualche modo doveva essersi tradito perché quando lei lo minacciò lui aprì gli occhi e posò lo sguardo su di lei perché non voleva restare fino al giorno dopo senza poterla baciare. «Sono sveglio, sono sveglio però tu sei una dannata... Ti sembra il caso di minacciare tuo marito?» Penelope iniziò a ridere di cuore. «Ma voi non siete ancora mio marito Mr. Bridgerton e anche se già lo foste, vi avrei minacciato ugualmente. Volete un mio bacio? Venite a prendervelo ma sappiate che non ve lo renderò facile.» Colin la guardò con sguardo di sfida. Penelope stava giocando con il fuoco, probabilmente non ricordava quanto poteva essere competitivo un Bridgerton. Colin balzò giù dal letto e cercherò di afferrarla rimanendo sorpreso dall'agilità di movimento della ragazza. Stavano ridendo entrambi e dopo vari tentativi riuscì ad afferrarla per la vita e stringerla tra le sue braccia. «Miss Featherington mi farete dannare in questo modo ogni volta che vorrò darle un bacio?» Penelope gli allacciò le braccia al collo e finse di pensarci su. «Mmmh, non saprei Mr. Bridgerton dovrete scoprirlo solo con il passar del tempo» Colin scosse la testa e si piegò per baciarla. Sperò che quei momenti con lei non finissero mai. Dopo quel bacio Penelope prese il suo vestito che aveva visto sul baule e guardò per un istante Colin, non sapeva cosa fare. «Dovrei andare nell'altra stanza?» Gli domandò dubbiosa e Colin ci pensò per un istante, forse era meglio se una domestica le avesse dato una mano a prepararsi. «No resta qui, ti chiamo una cameriera. Io mi vestirò nello studio.» Lei annuì ed attese che arrivasse la cameriera per aiutarla. Colin abbastanza rapidamente entrò nel suo studio e si cambiò andando poi a chiamare una cameriera che aiutò Penelope a prepararsi. Mentre attendeva che la ragazza fosse pronta, recuperò da dentro la tasca della sua giacca marrone le lettere che lei gli aveva consegnato e fu sollevato nel notare che non si fossero bagnate. Si sedette alla scrivania e aprendo un cassetto ci ripose le lettere sorridendo. Sentì la porta aprirsi e vide la cameriera porgergli una riverenza e allontanarsi, lui si alzò e si avvicinò alla porta della stanza rimanendo incantato dalla vista della ragazza che si stava ammirando davanti allo specchio. «Sei bellissima.» Penelope si girò sorridendogli. «Anche voi Mr. Bridgerton» Colin le sorrise e le porse il braccio. Penelope dopo essersi avvicinata mise la mano sul braccio che lui le stava porgendo. «Colin credo che dovrei passare prima a casa. Sono via da molte ore e vorrei non far preoccupare Felicity, perché so che se inizia a viaggiare con la testa sarebbe capace di andare a denunciare la mia scomparsa.» Colin annuì perché non aveva poi tutti i torti, sapeva bene anche lui che Felicity fosse matta quasi quanto sua sorella Hyacinth. «Molto bene allora andiamo prima che possano pensare che io ti abbia rapita.» Penelope lo guardò divertita. «L'idea di essere rapita da te mi affascina» Colin a quella frase provò una sensazione ed una voglia strana. Posò lo sguardo su di lei che lo guardava divertita. «Tu hai veramente deciso di farmi impazzire.» Lei gli posò un bacio sul braccio alla quale era aggrappata e lui si sentì sciogliere.
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Nata per amarti
Storie d'amoreL'amore ci può colpire e trovare in ogni momento. Può arrivare come un fulmine a ciel sereno forte e passionale oppure può arrivare a stravolgere un amicizia in modo lento e dolce come una piccola tortura. Questa storia parla di Penelope Feathering...