Capitolo 4 - Silenzio

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𝑺𝒐𝒍𝒆𝒊𝒍'𝒔 𝒑𝒐𝒗

𝒎𝒂𝒕𝒕𝒊𝒏𝒐 𝒔𝒔𝒈𝒖𝒆𝒏𝒕𝒆

il vento fresco entrava dentro la stanza insieme alla luce del sole cocente di Agosto, pensavo che dormendo un pò avrei ragionato più sensatamente ed effettivamente era così, quel ragazzo era davvero incredibile e gli avrei scritto più che volentieri se fosse della mia stessa città, ma comunque non ho scelta perché devo ridargli la sua giacca.
Prendo il telefono in mano e scelgo cosa scrivergli.

𝑶𝒊𝒊, 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒍𝒂 𝒓𝒂𝒈𝒂𝒛𝒛𝒂 𝒅𝒊 𝒊𝒆𝒓𝒊 𝒔𝒆𝒓𝒂, 𝒇𝒂𝒄𝒄𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒐𝒈𝒈𝒊 𝒂𝒍𝒍𝒆 17:00 𝒑𝒆𝒓 𝒓𝒊𝒅𝒂𝒓𝒕𝒊 𝒍𝒂 𝒈𝒊𝒂𝒄𝒄𝒂?
       

vedo che hai letto il post-it, dai dammi l'indirizzo t veng a piglia

Gli passo il mio indirizzo, ed essendomi svegliata decisamente tardi corro a fare una doccia e mi inizio a preparare.
Decido di indossare dei pantaloncini di jeans ed un top nero, faccio la piastra ai capelli e mi trucco con un pò di correttore per coprire le occhiaie troppo evidenti, e con il mascara che non manca mai, colgo l'occasione anche per mangiare qualcosa visto che è da due giorni a questa parte che il mio corpo assume solo alcool.

𝒔𝒄𝒊𝒏𝒏 𝒂𝒎𝒎𝒐 𝒔𝒕𝒐 𝒒𝒖𝒂 𝒔𝒐𝒕𝒕𝒐

il messaggio era di Emanuele, quel "ammo" mi fece sorridere, ma poi tornai alla realtà dei fatti e a tutta la distanza che ci separava.
Indosso un paio di scarpe prendo la borsa, un'ultima occhiata allo specchio e mi incammino per le scale.

< uaa sto ca da 20 minuti >
era vestito con una canottiera nera che evidenziava le sue braccia allenate ed i tatuaggi che aveva su entrambe le braccia oltre ai tatuaggi che aveva sul petto e sulla schiena che non avevo visto la sera prima, dei semplici pantaloncini neri fino alle ginocchia che ovviamente evidenziavano entrambe le gambe cosparse di tatuaggi.

< esagerato > rispondo sorridendo.
lo vedo avanzare verso di me intento a salutarmi come la sera prima.
< sali t port in un posto > dice aprendomi la portiera della macchina.
< non dovevamo vederci solo per la giacca > rispondo ironicamente entrando nella sua macchina.
< e aro sta a giacc ? > dice guardandomi dall'alto al basso.
cazzo la giacca, ho scordato la cosa più importante.
< l'ho scordata aspettami qui la vado a prendere >
faccio due passi verso l'entrata ma la sua mano mi blocca il braccio e mi tira a sè.
< ja ma che m n fott ra giacc, sali ammo > sentire quelle parole uscire dalla sua bocca mi fecero venire una strana sensazione allo stomaco. erano farfalle?
Il moro mette in moto la macchina e presi quegli attimi per osservarlo l'ennesima volta.
Indossava sempre lo stesso cappello nero e gli stessi occhiali, sembrava guidare molto bene vista la velocità a cui andava...
< cazzo ma vuoi andare più piano?! > chiedo urlando vista la brutta frenata che aveva appena fatto.
< stai tranquill tutto sotto controllo >
< lo vedo > dico alzando gli occhi al cielo.
ci fermiamo in un parco distante una ventina di minuti, era totalmente deserto c'erano si e no 5 persone.
< dove mi hai portato? > dico ridendo.
< quando vengo a Roma vengo semp ca >
< cosa c'è di bello qui? è deserto >
< il silenzio e la tranquillità di fare quello che vuoi senza il giudizio di nessuno >
la conversazione si stava facendo più tosto seria, si capiva da un chilometro di distanza che era diverso dagli altri, ma questo non cambia la realtà dei fatti.



[ spazio autrice ]
scusate sempre per il napoletano
grazie per i commenti ricevuti ❤️

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