Capitolo 17 Che il gioco abbia inizio

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Mi rotrovai immersa in quell' oscurità, in una casa del tutto sconosciuta, scesi le scale lentamente rimanendo attaccata alla ringhiera; più scendevo e più il freddo passava attraverso la mia sottile e fragile pelle bianca.

Arrivai finalmente in sala e subito cercai l'interruttore della luce, non appena lo trovai tentai di accendere la luce, con la speranza che la corrente fosse tornata e cosí di colpo la luce si accese; ma proprio davanti a me c'erano loro.

La ragazza dell'ospedale e l'angelo infuocato erano una di fronte all'altro, entrambi avevano il viso deforme, la loro boca nera era aperta e da essa si sentivano solo delle grida di pura rabbia.

Io assistevo a tutto ciò, finché non tentai di indietreggiare, ma essi si accorsero di me e con gli occhi ricoperti di sangue mi fissarono finché la ragazza non iniziò a correre verso di me.

Mi voltai subito verso le scale per poi salire di fretta con l' intento di barricarmi in camera, ma qualcosa o meglio qualcuno mi prese per un piede e cosí caddi a terra, era lei...

Mi trascinó con forza fino alla fine delle scale , per poi iniziare a graffiarmi il viso con le sue unghie nere, tentai di riparmi ma lei riuscí ad immobilizzarmi entrambe le mani; finché d'improvviso l'angelo infuocato la fermò.

La prese per i capelli e da li udii la voce dell'angelo "Scappa." Senza pensarci due volte, corsi di nuovo su per le scale e subito mi buttai in camera di mia madre, chiusi subito a chiave la porta .

Sentivo il cuore ,che quasi quasi mi usciva dal petto e le mie gambe tremavano dalla paura, mi accovacciai a terra per poi scoppiare a piangere.

Perché vedo e sento queste cose orrende...

Perché quell'angelo dalle ali bruciate dice di essere mio padre? E se è la verità...

Devo saperne di più.

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