cara vespa, ti dovrei parlare ma le luci sono fulminate.

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È da tanto tempo che non parlo di te a me stesso, ma se continuavo a riprodurre la tua voce sarei impazzito ed io, voglio ancora vivere.
È paradossale quello che ho detto me ne rendo conto, ma tu sei incoerente ed io sono solo ed ho bisogno di sentirti vicino senza ricordarmi del tuo viso e della tua voce.
Perché alla fine ha fatto meno male assimilare tutto il brutto che eri, ha fatto meno male per me ma per gli altri che ancora sono addormentati vicino a me sarà la più grande loro disgrazia.
Ma tu eri questo, seminatrice di odio, piangi isterici e tentativi di suicidio falliti, mi chiedo chi ha mai potuto amarti.
Ma l'amore è cieco il dolore ci vede troppo bene e prega affinché muoia.
Il fatto che non abbia  mai avuto le capacità di parlarti in maniera diretta senza giri di parole, senza prima odiare qualcun altro e sperare di morire prima io, ti avrà spero reso consapevole di come io a modo mio, ti abbia amato nei modi più disperati e fallimentari possibili.
Ora se tu mi vorrai scusare, per tutto questo amore c'è dell'odio, spero che queste parole mie non ti arrivino mai, perché non voglio riaprire ferite che tu non hai mai avuto poiché portate da me al tuo posto.

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