La vita a volte ti ama talmente tanto che ha paura di illuderti, ed allora ti abbandona e ti guarda mentre cerchi con tutte le tue forze di sopravvivere.
La vita ti ama, non vuole vederti raschiare il fondo sperando di vedere la luce dell'altra parte, ma non vuole vedere un ipotetico tuo mondo fatto di illusioni, distruggersi per via di qualcuno, il cui vita l'ha presa a morsi e l'ha aggredita per prendersela nonostante non se lo meritasse.
Quel dolore sarebbe stato troppo forte per te a tal punto che avresti potuto rifiutarla e scegliere la morte al posto suo.
Lei vuole vederti forte, ha bisogno di sapere e vedere che nonostante tutto tu scelga lei. Ma a volte si sbaglia e alcuni come per esempio te, la vita la distrugge e la toglie agli altri.Tu hai come soprannome Dio, per me perché mi hai saputo dare quello di cui avevo bisogno, ma che era la mia più grande paura e me l'hai saputa togliere con così tanta facilità che mi chiedo se fosse vero amore o semplicemente uno svuotamento del tuo ego dalle tue palle dentro di me.
Avevo tentato tante, troppe volte di uccidermi per fuggire via da te, ma come un ragno mi hai intrappolato nella tua ragnatela ed io fallivo sempre nel togliermi il respiro.Non mi sono sentita amata da te, mi sentivo in pericolo e tu continuavi a professarti medico ed io ti accontentavo fingendo di essere il miglior paziente malato d'amore sperando che tu mi potessi dare veramente la cura per il mio veleno chiamato odio.
Ma io non avevo mai odiato prima di incontrarti, io amavo e pregavo.
Il vero paziente eri tu, avevi bisogno di salvare qualcuno.
Mi hai distrutto ed hai preteso che io guarissi con le tue cure scadenti e dolorose.
Mi facevi male, ogni notte passata con te era del sangue perso che non avrei potuto recuperare perché ero consapevole che me ne avresti tolto altro e non aveva senso.
Non ho mai avuto una carezza da te.
Ti amo l'hai detto dopo aver ucciso quell'usignolo la cui unica colpa è stata darmi una sua piuma per accarezzarmi senza sporcarmi come facevi tu.Mi dicesti ti amo ed io in lacrime cercai di scappare da te, ero stanca neanche volavo più perché tu mi avevi picchiato talmente forte che quando mi risvegliai il giorno dopo ritrovai le mie ali nella pattumiera.
Tutti ti volevano, ti volevano davvero perché eri una brava persona ai loro occhi e anche io ti volevo solo per avere la soddisfazione di vederti soffrire come io ho sofferto.
Eri così fiero di te fuori di casa, camminavi a testa alta e sorridevi sempre e nel momento in cui ti chiudevi in camera con me, ti sedevi sul bordo del letto con la testa tra le mani piangevi e mi chiedevi il perché non ero cambiata, perché non ti amavo un po' nonostante tutti i sacrifici a detta tua fatti per me, per la mia felicità.
Felicità che a detta tua non meritavo perché ero inutile, come poteva una come me essere amata se piangevo sempre e tantavo di ammazzarmi con i lacci delle scarpe dopo che avevi nascosto i coltelli.Puntualmente però passati quei pochi minuti di sfogo in cui avevo la possibilità di vedere "l'umano", mi uccidevi diventando un mostro.
Dici che mi ami, che non mi vuoi odiare che non è stata colpa mia, tutte cose, che io so e che sono vere. Non fare la vittima, non lo sei mai stato, sei una merda NON MI HAI CHIESTO SCUSA PER AVERMI ROVINATA nON Hai FATTo nUllA PER SALvarMI, MI HAI UCCISO PEZZENTE.
Tu mi volevi perché non potevi avermi e ti eri creato quel lieto fine dove tu, Frankenstein avevi dato vita a me, essere rivoltante.
Io sono cadavere ora, cadavere di vespa e tu, tu caro mio: sei solo il cadavere di un uomo cresciuto senza padre.
La vita mi amava talmente tanto che mi aveva dato il pungiglione per difendermi da te, perché sapeva che mi avresti rovinato. Ed aveva ragione mi hai rovinato ed io dalla tomba cerco ancora le tue scuse per avere pace, per avere la speranza di innamorarmi senza avere la paura di ritrovarti in un altro corpo.
Sei penoso, cattivo e mi domando perché sei nato? Perché sei nato per farmi male?Mi hai implorato di amarti ed io non l'ho mai fatto, ora spero solo di rincontrare il passero ed amarlo lontano da te.
Addio, non più tua vespa.
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𝐒𝐂𝐇𝐈𝐒𝐌
Short StoryVoci vuote, lacrime secche su guance pallide. Siamo morti in silenzio, Dio e Lucifero. Ti amo e mi manchi, ma l'odio assai.