spazio autrice
boh nulla sono tornata con una storia di merda perché mi annoio e voglio scrivere quindi ditemi se vi piace e la continuo😁😁
(i prossimi capitoli saranno decisamente più lunghi)— ˗ˋ ୨୧ ˊ˗ —
«e sai che c'è? non tornare mai più qui, brutta bastarda!»
chiusi velocemente la porta di casa prima che mio padre ci scaraventasse addosso una bottiglia di birra, ormai vuota.
rimasi lì fuori, con il fiatone e gli occhi spalancati.
sapevo benissimo che questo giorno prima o poi sarebbe arrivato, da quando mio papà era diventato uno sporco ubriacone non riuscivo più a vivere cosi, non aspettavo altro.
sospirai, «coglione» e dopo aver messo lo zaino in spalla mi incamminai, uscii dal vialetto
e percorsi un lungo stradone.
cazzo, si stava facendo buio ed era freddo, per lo più stavo morendo di sonno.mi guardai attorno, la città era vuota, caratterizzata da tipiche ville a schiera ed
enormi giardini.
presi dalla tasca del jeans il mio samsung
u600 per controllare l'orario, 22:28.
sbuffai, non avevo nessuno da chiamare o nessuno da cui stare, non avevo nessuno. finchè, pochi secondi dopo, come se qualcuno avesse veramente ascoltato le mie innumerevoli preghiere, lessi il cognome
'kaulitz' apparire sul citofono di un'abitazione.
io questi li conoscevo! seguivo il loro stesso corso di fisica a scuola, ma certo.
inoltre erano (piuttosto) famosi nel nostro paesino, avevano una band e di solito si esibivano nei locali del quartiere.sospirai, senza pensarci due volte suonai il campanello e in pochi secondi la porta si spalanco, mostrando una figura alta dai capelli neri...bill.
lo riconobbi subito, a me stava pure simpatico. era un ragazzo dolce, indossiva jeans skinny e faceva sempre uno smokey eye, persino per venire a scuola. «...jane?»
«si, si jane...si.» mormorai, sforzando un sorrisetto. « tutto bene? ti serve qualcosa?»
alzò un sopracciglio,
«io potrei... posso entrare un attimo?»
lui si fece da parte ed io mi insinuai guardando attorno, non sembrava male.
bill chiuse la porta dietro di sé e incrociò le braccia.
mi fissava confuso ed io senza troppi giri di parole dissi: «senti, ho dei problemi con mio padre e non posso...non voglio vivere con lui. cerco un posto in cui stare...»
infilai le mani nelle tasche,
«vuoi trasferirti da noi?» sembrava più smarrito. scossi la testa veloce «ma no, no...certo che no. solo che non so dove andare, ed è tardi... fa anche molto freddo perc-»dei passi provenienti dal piano di sopra ci interruppero. «bill?» una voce familiare echeggiò dalle scale mentre osservavo
scendere tom, il gemello coi dread.
ci raggiunse e mi scrutò lesto. «sono jane» sbuffai, non si ricordava nemmeno di me.
«aahh cazzo, vero vero.» annuì col capo e si leccò il piercing al labbro.
feci una leggera smorfia prima di spostare il mio sguardo di nuovo su bill, «quindi?..»tom accigliò le sopracciglia e posò anche lui il suo sguardo sul fratello «quindi cosa?» «jane...se vuoi resta stanotte, ti aiutiamo a trovare un posto in cui stare» rispose incerto, «ma di che cazzo parlate?» tom esclamò e li lanciai un'occhiataccia « mio padre mi ha cacciato di casa e vivere per strada non mi sembra proprio l'idea più giusta!»
i gemelli si contemplarono in silenzio, decisamente sbalorditi. « calmati...santo dio»tom fissò il pavimento
mentre bill si schiariva la gola «tom..lui voleva dire che puoi restare qui quanto vuoi, tranquilla. almeno finché non trovi un abitazione fissa»
«si cazzo, un abitazione fissa! semplicissimo» risi sarcastica e tom aggiunse «guarda io so di un appartamento qui vicino in affitto, vai lì»
scrollò le spalle con nonchalant
«costerà una fortuna...» sbuffai, poggiandomi
al muro dietro di me.
«parleremo con l'agente immobiliare, sicuro ci verrà incontro» suggeri bill, tom annuì «tranquilla, quello è un buco sminchiato che non varrà più di 300 dollari»
bill colpì gentilmente la spalla di tom,
«sta zitto. non è sicuramente meglio del nostro di appartamento.» invece a me casa loro piaceva eccome, era accogliente e per niente piccola.«va bene, va bene, grazie...posso riposare adesso?» stavo dormendo in piedi e sentivo la spalla cedermi per quanto fosse pesante lo zaino.
«si si certo, vieni» bill si incamminò verso il soggiorno seguito da tom, da dietro potevo ammirare i dread raccolti in una coda disordinata, erano carini comunque...
«non abbiamo una stanza in più, ti va bene il divano?...puoi usare il bagno, e la cucina.. sentiti a casa tua» corse a prendere una coperta da terra per poggiarla sul bracciolo del sofà, «ma sì, va benissimo...grazie»
gli sorrisi appena, prima di buttare esausta il borsone sul tappeto.sentii tom ridacchiare e si poggiò a braccia conserte sul muro, «quindi verrai a scuola con noi domani?» chiese, decisamente non entusiasta all'idea.
io alzai gli occhi al cielo e mi voltai verso di lui «se ti sto sul cazzo non è colpa mia»«dai tom, lasciala in pace! tu non sai cosa sta passando» disse bill ad occhi ristretti, furibondo per il comportamento del fratello.
sollevata, lo ringraziai internamente.
notai tom zittirsi, farsi più serio.
«non è l'unica ad avere problemi con i propri genitori» sussurrò infine prima di scomparire al piano di sopra e sbattere una porta, quella di camera sua supposi.
ma in quel momento ero troppo sopraffatta per pensare concretamente
bill socchiuse gli occhi «jane, scusalo...lascia stare» sospirò prima di andare anche lui.rimasi in piedi imbambolata a fissare le scale. non sapevo cosa fosse appena successo, perché tom se la fosse presa così e tanto o perché bill sembrasse così addolorato. scossi la testa e presi un bel respiro,
'dormi jane. stenditi e chiudi gli occhi.
spegli il cervello.
dimenticati tutto,
di questa terribile giornata.'
con le ultime forze rimaste raccolsi dallo zaino una maglietta pulita e la indossai, dopo aver tolto le converse mi stesi finalmente sul divano.
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𝐒𝐓𝐀𝐘; tom kaulitz
Ficção Adolescentejane è una giovane studentessa che dopo essere stata cacciata di casa da suo padre cerca un posto in cui alloggiare, e si ritrova in poco tempo vicina di casa dei gemelli kaulitz. ✩ started, 120824 ended, TW: scene esplicite & linguagg...