Diamanti grezzi (3.12)

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Sarò breve: aggiornamenti potrebbero saltare perché mi sento in vacanza e onestamente yolo. Capitolo, spero vi piaccia. Volevo lamentarmi di cose ma onestamente sto così scazzata che ho perso la voglia di lamentarmi, semplicemente confermo la mia idea di chiudere il percorso su questi due dopo la fine di Uneven, Boys Erased e questa storia.

Nel dubbio -- roba in corso per quando finirà Uneven, se seguite "Un professore" rimanete sintonizzati.

Gaia

TW: parti del testo di Old fashioned, ma purtroppo non so scrivere canzoni, manco inventate.


Alle sei di mattina, tira la maglietta di Christian quando fa per alzarsi – ha iniziato a svegliarsi così presto un po' per colpa sua e un po' perché è rassicurante, una routine, un numero minimo di ore di sonno che si trascinano lungo tre caffè al giorno e una dieta combattuta con il nutrizionista che prevede l'alcol di emergenza e il gelato di supporto, a richiesta. Tiene in soggiorno un tappetino da palestra e, alle sei e dieci, sta già lì a peggiorarsi la giornata. E Sarah sa che, se quel programma non funziona, la giornata va a puttane – anche se è colpa sua, se oggi non funziona. Perché alle sei chiede a Christian di rimanere, solo un minuto. E lui rimane.

«Non hai dormito?».

«No».

«Apro il rubinetto?».

«Stai zitto e basta».

Christian ride, a volume azzerato. Però rimane sul suo lato del letto e non si lamenta, quando lei rotola contro di lui, incastrandosi contro il suo petto. Non le chiede di dire cosa c'è che non va, che forse Christian ha paura che vengano fuori cose nuove, cose che non sa, e allora si limita a stringerla a sé senza dire una parola. Ieri sera, Sarah ha spento il telefono – che forse ci sono cose che preferisce non sapere, e lo lascia spento, ancora un poco.

Non gli chiede di rimanere con lei, sa che lo farà comunque.


17. Diamanti grezzi (3.12)


Angelina sorride come i bambini, sembra in grado di spaccarsi la faccia mentre ride – e la stringe in un abbraccio che sa di sole, di estate, e la sommerge di parole mentre la tira per andare a prendere il caffè per tutti, è cazzo presto per pranzare ma è tardi per la colazione, te credi nella scienza del brunch? Credo sia una setta e non una scienza, ma vabbè, hai capito, non so se ci credo al brunch. Qualcuno ha detto a Nina Mango che ogni persona sceglie attivamente di non credere a qualcosa di scientificamente esatto: il sistema eliocentrico, le vaccinazioni, malattie endemiche, Babbo Natale, i miracoli, Gesù Cristo, Avril Lavigne, il brunch. Sarah ride, ma dietro di lei si sente la voce di Joseph farsi affilata mentre dice qualcosa a Beatrice. Lei si sente a stento.

Sarah si aspetterebbe di sentirla urlare, parole che si schiantano contro le pareti e diventano un ronzio indistinguibile. Solo che Bea parla piano, i respiri rimbombano più delle sue parole, e Sarah si trova a reprimere un moto di fastidio nei suoi confronti – che non fa cazzo bene fare male a qualcuno che non ha voglia di reagire.

«Non sentirti in colpa» commenta Angelina, guardandola appena. «Joseph è una testa di cazzo atomica, a volte».

«Non mi dispiace iniziare dopo» Sarah sorride, quieta. «Alla fine così aspettiamo pure Chri, sono più contenta».

«State insieme da tanto?».

«Quasi un anno».

Ormai, si deve dire, è diventata brava a raccontare quella storia lì – di quella vita che si è immaginata, se soltanto avesse funzionato: cos'è peggio, un amore troppo gentile o nessun amore? Christian che le ha detto, piano, di non farsi male in questa maniera. Che a forza di scappare dalle persone che la amano, o dicono di amarla, ha finito per tirarsi la pelle con le unghie, strappandola, ferendosi a morte da sola. Sarah non gli ha detto che ha paura, cerca di non dirglielo mai: se Christian se ne rendesse conto, avrebbe paura pure lui (di tutte le persone che si fanno male, lei non può, davvero non può).

Un giorno tu mi odierai || HoldarahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora