3 James

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La sveglia ha suonato più di tre volte e tutte e tre le volte l'ho rimandata a dieci minuti dopo. Non so cosa mi sono messo addosso perchè ho fatto tutto di fretta in furia,non ho fatto nemmeno colazione per arrivare in tempo il primo giorno di scuola, e i miei nonni per ripicca non mi hanno voluto portare a scuola. Menomale che casa loro si trova poco lontano da qui.

Nemmeno metto piede nel corridoio che mi ritrovo più di mille persone tutte avvinghiate in diversi punti del corridoio tutti davanti a diversi armadietti.Provo a mettermi in mezzo a tutta quella folla per cercare la mia classe da solo, non avevo intenzione di rivolgere parola a nessuno di prima mattina.

<Credo che la nuova ragazza si chiami Jennifer> 

Passai accanto a un gruppetto dove una ragazza biondina pronunciò quelle parole. Le ignorai insieme a tutto il grupetto e mi diressi verso la mia classe, non volevo sapere nulla nè di Jennifer nè della sua famiglia.

Entrai in una classe dove c'erano poche persone all'interno e mi sedetti a un banco vuoto dove accanto c'era un'altro banco di diverso colore rispetto a tutti gli altri.Nero. Tutti bianchi e quello nero. Sbuffai e mi misi testa sul banco a guardare quello accanto al mio nero. Dovrà essere per forza di qualcuno in particolare altrimenti non ci sono spiegazioni.

Suonò la campanella dopo nemmeno venti minuti e ritrovai alla porta una massa di persone intente ad entrare o uscire e tra tutte loro ho visto lei. Allo stipite della porta c'era lei, che ancora non aveva notato che stessi in quella classe. Subito dopo entrò la biondina e mi venne contro. Forse sono sul suo posto?

<Come mai tu lo tieni diverso da tutti gli altri?> Ignorai la sua frase e le feci questa domanda totalmente differente dal suo discorso.

<Non sono affari tuoi, se hai sbagliato posto dimmelo che ti porto nel tuo o addirittura nella tua classe.> 

C'era una ragazza snella davanti a me, sarà sicuramente lei la sua amichetta. Ma il posto poteva anche scordarlo, io non mi alzo. Sempre se non ho sbagliato classe però. Cazzo che figura di merda.

<La mia classe è la 4sc è questa?> Scandii quelle parole con un pizzico di ansia, se questa non era veramente la mia classe avrei fatto una figura di merda davanti a tutti e non volevo. Mi inventerò qualcosa sul momento.

Vidi la biondina sbarrare i suoi grandi occhi cerulei e guardarmi dritto negli occhi. Avevo azzeccato classe.

<Si, è questa la classe, ma non è quello il tuo posto.> 

 La cosa che mi diede più fastidio in assoluto è che non mi guardava mentre parlava. Buttai fuori una grossa boccata d'aria.

<Non me ne fotte, rimango qua. O le da fastidio principessina?> Alzai gli occhi al cielo divertito dalle mie stesse parole. Oltre che principessa con quegli occhi sembra un fiocco di neve.

Fiocco di neve.

<Vedremo che ti dirà la professoressa allora.>

 Con una scrollata di spalle si mise a guardare verso la direzione del banco vuoto di davanti per far sedere la sua amica.

Quando la professoressa entrò in classe si mise subito a fare l'appello e la cosa che notai subito è che la mia compagna di banco la chiama 'signorina Cooper'. Cazzo.

Avevo già sentito questo cognome da qualche parte.O da qualcuno. 

<Fai attenzione ai figli della famiglia Cooper a New York, sono la famiglia più prestigiata di New York in questione.> Oliver.

Ero così scosso quella sera che non mi ricordavo nient'altro che quelle uniche parole, dopo che mi fece la solita ramanzina sul chi stare attento e chi meno per non creare casino, mi aveva chiuso nello sgabuzzino. Ne ero uscito questa mattina che erano le quattro e mi ero fiondato in bagno solo per vomitare. Non avevo il telefono per chiamare qualcuno nè tantomeno le forze per farlo.

Appoggiai la testa sul tavolo non appena la professoressa si mise a parlare di equazioni e blablabla.Matematica di prima mattina? Anche no grazie. Non faccio nemmeno in tempo a chiudere gli occhi che sentii la voce della professoressa richiarmi.

<Tu sei..> Guardò più volte il registro dei nomi per capire chi fossi.

<James> Lo dissi prima di lei, sapevo che avrebbe detto Riley e non James.

<James cognome?>

Alzai gli occhi al cielo a quella domanda, ma perchè sono venuto a scuola oggi.

<Riley, James Riley> 

Vidi la biondina accanto a me guardarmi attentamente, come se mi stesse psicoanalizzando per sapere di più, cosa che non permisi.

<Perfetto, raccontaci qualcosa di te Riley, ho sapuro che ti sei trasferito qui da poco, come mai questa scuola?>

La professoressa come tutte le ragazze della classe erano interessate a sapere di più sul mio conto. Che rottura di palle.

Dopo una manciata di ore il suono della campanella annunciò l'inizio della ricreazione. Tutti quelli della mia classe uscirono fuori per parlare con i compagni delle altre classi mentre qui dentro con me sono rimaste un paio di ragazze ferme intorno a me per farmi domande sul mio conto e lei. Jennifer. E' ferma al suo banco a guardarmi in cagnesco.

La odio.

Don't listen to themDove le storie prendono vita. Scoprilo ora