Capitolo 3

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Mi sveglio senza nessuno che fa rumore.
Sento solo il silenzio e uccellini che cantano.
Niente tazze, niente penne, niente. Tutto è rimasto lì come stava. Oggi la scuola era chiusa, quindi potevo starmene bello tranquillo nella mia stanza senza incontrare qualcuno di sgradevole.
Suona il campanello.
Chi poteva mai essere a quest'ora del mattino? Sono ancora mezzo rimbambito per il mio risveglio e sono con delle ciabatte a forma di unicorno poco discutibili.
Apro la porta e... Madeline? Chi se l'aspettava davanti alla mia porta?
Non si è presentata con una faccia scontrosa, però.
«Madeline, vuoi ancora parlarmi dei fiori che ti ho regalato? Della morte di Samantha? Sei noiosa.»
«Si, Marcus. Vorrei parlarti della morte di Samantha. Vorrei chiederti e parlarti del perché sia morta.»
«Uhm... va bene, siediti.»
Faccio io.
È l'unica volta in 2 mesi che mi si presenta in modo gentile ed amichevole. Forse è anche lei afflitta dal lutto della sua carissima amica.
«Samantha Milligan era una delle mie migliori amiche d'infanzia. Giocavamo sempre, e se la maestra ci sgridava, noi continuavamo a giocare perché non ci interessava chi ci fermasse, ma chi continuava a sostenere la nostra amicizia.
Praticamente viveva a casa mia, almeno 2 o 3 volte a settimana veniva ospitata da me: mangiavamo, guardavamo la televisione e stavamo tutto il pomeriggio insieme. Qualche tempo dopo, venne a mancare mio fratello, ovvero la persona che mi ha salvato la vita più volte, anche nei momenti più bui. Per questo ho iniziato a chiudermi in me stessa e a rispondere male alla gente, soprattutto a te. Se vuoi, ora ti lascio stare. Ci incontriamo oggi pomeriggio per confrontarci.»
Rimango scioccato dalla sua storia.
Non pensavo avesse un fratello, né tanto meno fosse deceduto.
«Sì ma certo... oggi pomeriggio a che ora?»
«16:00 può andare bene. Grazie.»
Le apro la porta e lei se ne va per la sua stanza. Io continuo a dormire poiché ho molto sonno e oggi pomeriggio mi aspetta una lunga chiacchierata con lei. Bhe, non sono pronto ad essere sincero, però sono sicuro che tra qualche giorno mi inizierà di nuovo a rispondere male e a squadrarmi dalla mattina alla sera.

Il pomeriggio...
15:39

«OH CAZZO, È TARDI! Forse ho dormito un po' troppo.»
Mi vesto in men che non si dica, lavo i denti e metto le mie solite converse nere tutte sfasciate.
Corro fuori scuola e, per fortuna, ho fatto in tempo.
«Scusa per il minuto eccessivo di ritardo, però ho dormito troppo e mi sono un po' distratto.»
«Ok, va bene. Dicevo...»
Iniziamo subito ad incamminarci per non so dove, ma camminiamo e parliamo.
«...Anche con Samantha mi ero allontanata. Il lutto della morte di mio fratello era troppo forte che piangevo notte e giorno, pur sapendo che purtroppo non poteva più ritornare. Mi allontanai così tanto da lei che anche mia madre mi chiese se avessi litigato con Samantha. Dopo qualche tempo, non ci siamo più scritte. Purtroppo ho scoperto troppo tardi che veniva a scuola con me, e non ho potuto fare altro che vederla morire dopo il tragico incidente. Vorrei sapere la tua versione dei fatti.»

«Uh... io gliel'ho detto che non doveva bere troppo. Ha bevuto più di 34 shottini, perciò me ne ero andato a casa pur di non rischiare un incidente. Fui troppo irresponsabile, perché potevo benissimo guidare io, ma non ci ho pensato. Sono stato un egoista a pensare solo a me. Se fosse stato un omicidio involontario, l'assassino sarei stato io. Mi dispiace per il tuo passato e mi dispiace dei tuoi diversi lutti.»

In quel momento fui davvero un egoista senza cuore. Perché non potevo guidare io? Perché le ho detto che tornavo a piedi? Perché è successo quel che è successo? Perché?

«Capisco il tuo dolore anche se era tua amica da poco. Devo andare ora. Ciao.»
«...ciao.»
Mi incammino anche io verso la mia camera. Una volta raggiunta, entro e mi butto sul letto, pensando alle parole di Madeline.
"Qualche tempo dopo, venne a mancare mio fratello..." "Purtroppo ho scoperto troppo tardi che veniva a scuola con me."
Quelle parole mi rimbombano in testa come se fossero campane.

"Qualche tempo dopo, venne a mancare mio fratello..." "Purtroppo ho scoperto troppo tardi che veniva a scuola con me."


"Qualche tempo dopo, venne a mancare mio fratello..." "Purtroppo ho scoperto troppo tardi che veniva a scuola con me."

"Qualche tempo dopo, venne a mancare mio fratello..." "Purtroppo ho scoperto troppo tardi che veniva a scuola con me."

Mi chiedo anche perché proprio a me l'ha detto? Perché non alla sua coinquilina? Io a Samantha la conoscevo solo da 2 mesi, non da tutta la vita.
Mi ripeto ancora: "Perché è venuto a dirlo a te?"
"Perché è venuto a dirlo a te?" "Perché è venuto a dirlo a te?" "Perché è venuto a dirlo a te?" "Perché è venuto a dirlo a te?" "Perché è venuto a dirlo a te?"...

La ragazza delle nuvole Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora