3. Jaiden

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 Corro.

Corro sempre più veloce.

Cerco di scappare via dai miei stessi pensieri. Mi spingo al limite per smettere di rivedere Cassie rannicchiata nel mio bagno che piange. Eppure è inutile. Per quanto io ci provi, lei rimane impressa nella mia testa.

Cassie è l'unica persona che riesce sempre a smuovermi qualcosa dentro. È pericolosa per me. Letale. Per questo, per tutto il liceo, l'ho tenuta a distanza. E dovrò continuare a farlo. Non doveva rientrare nella mia vita.

Mi asciugo il sudore dalla fronte con l'orlo della maglietta e arresto la corsa. Dieci chilometri ad una velocità spaventosa. Appena entro nel mio appartamento silenzioso, il pensiero di lei torna con più prepotenza di prima.

So che cosa le stava capitando ieri notte. Il motivo per cui piangeva. Se avessi un cuore, anziché trattarla di merda, l'avrei consolata, ma tengo per me la mia vulnerabilità. Voglio proteggermi e alzare muri è la mia specialità.

Sua madre è morta da poco. Lo so perché sono stato al suo funerale, anche se nessuno lo sa. Me ne sono rimasto in disparte per tutto il tempo a fissare la testa chinata in avanti di Cassie. Non ha versato una lacrima quel giorno. Suo padre si reggeva a malapena in piedi e il suo fratellino di undici anni era scosso dai singhiozzi.

Ma non lei. Lei era immobile, impassibile. La colonna che teneva in piedi la sua famiglia.

Quindi, quando l'ho trovata che piangeva, ho capito subito che ha avuto il suo momento di debolezza in privato. Avrei dovuto lasciar perdere, ma lo shock di averla lì di fronte, ha avuto la meglio e ho fatto lo stronzo.

Dopo una rapida doccia, mi preparo per l'incontro con il nuovo coach: il padre di Cassie. Purtroppo, ci conosciamo molto bene. È stato il mio allenatore al liceo e diciamo che non siamo mai andati troppo d'accordo. All'epoca ero una vera testa calda, ora lo sono un po' meno. Circa.

Nolan mi chiama appena entro in auto diretto alla pista. Gli allenamenti non cominceranno prima di lunedì mattina, quindi ho ancora due giorni di festa prima di rigare semi-dritto.

<<Che c'è?>>, rispondo bruscamente.

<<Buongiorno fiorellino, dormito bene?>>, mi prende in giro.

Faccio una smorfia infastidita anche se non può vedermi. <<Sì, grazie>>, borbotto.

Sghignazza divertito. I miei modi da strafottenti a Nolan non importano granchè, anzi a volte sembra trovarmi divertente, il che lo rende perfetto per sopportare i miei continui sbalzi d'umore. <<Dove sei sparito ieri sera? La ragazza bionda che hai puntato ad inizio serata è andata via con Tom>>.

Alzo le spalle. Non me ne frega un cazzo. <<Mi stavo annoiando>>.

Non se la beve. <<Balle, che è successo?>>.

Io e Nolan siamo amici di infanzia e mi conosce troppo bene. Non riesco a nascondergli niente purtroppo. <<Cassie>>.

Resta in silenzio a lungo. L'ho spiazzato. Nemmeno lui sa il vero motivo per cui odio Cassie e l'ho trattata di merda per tutto il liceo. E non sa neanche del funerale. Certe cose, riesco ancora a tenerle per me. <<Cassie, quella Cassie?>>.

Tanto vale parlarne ora e togliersi di mezzo l'argomento. Nel frattempo sono arrivato al palaghiaccio e Nolan è appoggiato alla sua auto che mi aspetta. Chiudo la chiamata e lo raggiungo.

<<Perchè hai detto Cassie? Ti manca? Non capisco>>, chiede confuso.

Storgo la bocca. <<E' qui>>.

SOULFUL -FEARLESSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora