8. Cassie

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 Will divora l'ultimo pezzo di pizza e guarda in direzione di papà. <<Ho finito. Posso alzarmi?>>, domanda mio fratello senza guardare nella mia direzione.

Ultimamente è sempre così sfuggente. Ha smesso di voler avere un dialogo con me dal giorno del funerale.

Papà annuisce. <<Prima però metti il piatto in lavastoviglie>>.

Will scatta su dalla sedia e sparisce al piano di sopra in tempo record. Non ci siamo detti più di dieci parole dal mio arrivo. E non è che non ci abbia provato. Ogni sforzo con lui sembra inutile.

<<Gli passerà>>, dice mio padre, seguendo la direzione del mio sguardo rivolto verso le scale.

Annuisco. <<Sì, forse>>.

<<Dagli tempo. Non è facile per lui tutto questo cambiamento improvviso>>.

<<Lo so>>. Non è facile per nessuno di noi. Mi manca la mamma. Lei avrebbe saputo cosa fare.

Si alza in piedi e porta con sé i piatti in cucina. Lo seguo e mi siedo sul bancone, mentre lui pulisce le stoviglie.

<<Cosa ne pensi di Jaiden?>>, domanda all'improvviso.

Mi coglie alla sprovvista. <<In che senso?>>.

<<E' cambiato qualcosa dal liceo, è maturato o ti tratta ancora in quel modo?>>.

Mi sfugge una smorfia involontaria. <<Non è più stronzo come un tempo con me. Per lo più mi ignora>>. Non so perché mento a mio padre. È vero che Jaiden non sta mettendo in giro voci false per farmi terra bruciata attorno come faceva un tempo, ma non si può nemmeno dire che sia gentile.

<<I suoi compagni lo adorano e non riesco a capire il perché. Ti giuro che mi sto sforzando, ma con tutte le bravate che fa, mi risulta difficile dargli una possibilità>>.

<<Lui è così e non chiederà mai scusa per le sue azioni>>.

Annuisce. <<Ho visto il video dell'altra sera. Ha fatto a pugni con quel ragazzo per sfogare la sua rabbia nei miei confronti>>.

Lo sapevo eccome. <<Hai mai pensato che forse anziché combatterlo, dovresti assecondarlo?>>.

Si blocca con il piatto a mezz'aria. <<E dargliela vinta a quel moccioso arrogante?>>.

Sospiro. <<Jaiden non è sempre stato così. Gli è successo qualcosa che l'ha cambiato. Credo solo che più lo sfidi e meno ottieni>>.

Ci riflette. <<Parlerò con il mio staff, ma il video della sua azzuffata è diventato virale. Non posso passarci sopra>>.

<<No, non dovresti>>.

Il giorno dopo, quando arrivo al palaghiaccio, trovo Jaiden, da solo, in pista che prova dei tiri in porta. Non mi sente arrivare e non alza lo sguardo. Tiro fuori la macchina fotografica dallo zaino e inizio a fare qualche scatto.

Non riesco a vedere bene la sua espressione, ma sembra concentrato e perso nel suo mondo. Sto rubando un pezzo di Jaiden Price. Se mi scoprisse si incazzerebbe, già lo so, ma non importa. È l'unico momento in cui lui è in pace con sé stesso e con il mondo.

All'improvviso si volta e abbasso rapidamente la macchina. <<Potrei denunciarti, sai>>, scherza. Si leva il casco e si avvicina al vetro che ci separa.

Sul suo viso ci sono ancora i segni dell'azzuffata della scorsa settimana. I lividi stanno cominciando a sbiadire ma i tagli hanno lasciato una leggera cicatrice. Eppure, resta sempre bello. Rotto e imperfetto, ma bello.

<<Ho il tuo consenso firmato>>, dico indicando il mio zaino dove tengo le scartoffie.

Alza gli occhi al soffitto. <<Già>>.

<<Mio padre ha visto il video e prima che tu me lo chieda, no, non gliel'ho mostrato io>>. Non so perché lo sto mettendo in guardia. Dopo come mi ha trattata alla festa, non si merita un briciolo di compassione da parte mia. Eppure, glielo dico lo stesso.

Sei proprio stupida Cassie.

Fa una smorfia. <<Quanto è incazzato?>>.

<<Parecchio>>. Inutile negarlo.

Abbassa la testa, sembra deluso. <<Ho esagerato>>.

Sgrano gli occhi. <<Oh, Dio! Stai ammettendo le tue colpe?>>.

Mi guarda di traverso. <<Ero incazzato perché non mi ha fatto giocare e mi sono sfogato su uno sconosciuto. Non avrei dovuto farlo davanti a tutte quelle persone>>.

Ah, ecco. Mi sembrava tutto troppo bello. <<Molto maturo da parte tua>>, dico sarcastica.

Si acciglia. <<Sempre a giudicare, eh?>>.

Incrocio le braccia al petto. <<Io l'altra sera ti ho aiutato e tu mi hai buttata fuori senza un briciolo di riconoscenza. Non ti meriti niente>>.

Imita la mia posa e incrocia le braccia. Quasi mi intimidisce, alto e imponente, con quello sguardo omicida. Apre la bocca per rispondere, ma mio padre ci interrompe. Grazie a Dio! <<Jaiden. Nel mio ufficio. Ora!>, sbraita.

Jaiden per una volta lo ascolta e lo raggiunge, lasciandomi sola a domandarmi che cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo odio da parte sua.

I ragazzi entrano in pista uno alla volta e interrompono il filo dei miei pensieri. L'assistente di papà da loro le indicazioni prima di iniziare con l'allenamento. Impugno di nuovo la macchina e comincio a lavorare.

Jaiden e mio padre ricompaiono mezz'ora più tardi, ma non percepisco lo stato d'animo di nessuno dei due perché si mescolano fra la folla di giocatori e l'allenamento procede senza intoppi.

Mentre i ragazzi sono in doccia, accendo il pc e lavoro sulle foto che ho scattato oggi. Le prime sono quelle che ho scattato a Jaiden. Sono davvero belle e piene di significato. Decido di scaricarle e mandargliele per messaggio.

Aggiungo anche un piccolo testo in allegato.

CASSIE: Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere averle. Puoi tenerle o eliminarle. Come ti pare.

Un'ora più tardi, quando rientro nel mio appartamento, il mio telefono trilla per l'arrivo di un messaggio. Il cuore mi sbalza fuori dal petto.

È il primo scambio in assoluto che ho con Jaiden per messaggio anche se ci conosciamo dall'asilo. È strano e allo stesso tempo esaltante.

JAIDEN: Anche se hai rubato un momento privato, sono belle le foto.

Sorrido. Il fatto che non mi abbia risposto con un insulto è un enorme passo avanti.

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