7. Jaiden

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 Nolan e i ragazzi sono stati davvero incredibili all'amichevole. Se la sono cavata alla grande. Non posso dire lo stesso di me. Me ne sono dovuto restare in panchina per tutto il tempo. Non sono entrato in pista neanche per un minuto.

Ed ora sono una furia. Ho voglia di prendere a pugni qualcosa o qualcuno. In cima alla lista ci sarebbe il coach ma se lo facessi, mi sbatterebbe fuori e non ho intenzioni di servigliela su un piatto d'argento. Col cazzo.

La partita è finita in pareggio e i ragazzi vogliono festeggiare questo inizio di stagione. Improvvisano una festa alla confraternita e neanche mezz'ora dopo il mio arrivo, sono già sbronzo e stordito.

Ma la rabbia non si è ancora placata.

Un tizio mi finisce addosso e mi si accende la miccia. <<Attento a dove vai, coglione!>>, urlo, spingendolo dal petto. Sì, sto cercando di provocarlo.

Vinco io.

Mi spintona a sua volta. Ah-ah, pessima scelta. <<Coglione, a chi?>>.

Gli occhi mi si accendono di ira. Un'ira feroce e repressa. <<A te>>.

Vedo arrivare il pugno e lascio che mi colpisca per primo. Accuso il colpo sulla bocca, sorridendo come lo Stregatto, prima di rispondere con tutta la violenza che possiedo. Finiamo per fare a cazzotti distesi sul pavimento lurido e la folla attorno a noi ci incita.

Ecco ciò di cui avevo bisogno. Una scopata non sarebbe stata sufficiente per sfogarmi. Non questa volta.

Non sento neanche il dolore ad ogni pugno che ricevo. L'unica cosa che mi interessa è restituire i colpi al doppio della potenza di questo stronzo. Finisco a cavalcioni del mio rivale e sto per distruggerlo, quando il mio braccio viene bloccato a mezz'aria da qualcuno.

Nolan, in piedi accanto a me, è incazzato. <<Adesso basta>>.

Mi guardo attorno e noto i telefonini puntanti su di me. Questa scena farà il giro del campus in poche ore. Se il coach o peggio, il rettore vedranno questo video, mi butteranno fuori dalla squadra.

Tiro via di scatto il braccio dalla sua presa e barcollando, mi alzo in piedi. <<Lasciami in pace, cazzo>>.

Mi allontano dalla ressa e non mi preoccupo di vedere se il mio avversario si è rialzato. Non me ne frega un cazzo di lui. Nolan non avrebbe dovuto intromettersi.

Prendo un bicchiere pieno di liquido trasparente e lo porto con me al bagno. Non mi importa della fila che aspetta e nemmeno chiedo se è occupato, spalanco la porta ed entro.

Ovviamente dentro questo cavolo di cesso ci trovo Cassie. Che tempismo del cazzo. Me la ritrovo ovunque io vada.

Si sta guardando allo specchio quando piombo dentro e richiudo la porta alle mie spalle, lasciando fuori il caos creato dalla musica e dal vociferare della gente ammassata.

Salta all'indietro. <<Ma che?>>, domanda spaventata. Si gira e i nostri occhi si incrociano. <<Cosa ti è successo alla faccia?>>.

<<Levati>>, ordino infilandomi fra lei e il lavandino.

Abbandono il bicchiere sul ripiano e mi guardo allo specchio. Sono ridotto uno schifo. L'occhio destro è gonfio, sulla mascella sta già comparendo un livido e ho due tagli: uno sul sopracciglio sinistro e uno più profondo sul labbro inferiore. Sono sporco di sangue dappertutto.

Sento lo sguardo giudicante di Cassie addosso. <<Hai fatto a pugni>>.

<<Non sono affari tuoi>>.

Sospira, minimamente turbata dalla mia scortesia. Mi prende le mani e le esamina. Non so nemmeno perché glielo lascio fare. Mi sento solo stanco ora che l'adrenalina dell'azzuffata sta cominciando a scemare. Oppure mi piace il suo tocco leggero sulla mia pelle. Dovrei essere morto per non apprezzarlo.

<<Fatti aiutare>>, dice dolcemente.

Tiro indietro le mani ma sono più ubriaco di quello che penso perché il mio copro sembra non rispondere. <<Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno>>.

Alza gli occhi al soffitto e sbuffa. <<Fra dieci minuti puoi tornare a fare il bullo spocchioso>>, borbotta infastidita.

Non mi oppongo quando mi spinge a sedere sul bordo della vasca da bagno e nemmeno quando prende un asciugamano pulito. Lo inumidisce sotto il rubinetto e poi inizia a pulirmi i tagli e il sangue dal viso.

<<Perchè stavi facendo a botte?>>. Si infila in mezzo alle mie gambe divaricate e devo chiudere le mani a pugni prima di seguire il desiderio improvviso di toccarla.

I tagli iniziano a bruciare e mi sfugge una smorfia. È un'ottima distrazione dall'averla a pochi centimetri da me. Le sue tette praticamente mi sfiorano il petto. È passato troppo tempo dall'ultima volta che siamo stati così e lei nemmeno se lo ricorda.

E mi odierebbe ancora di più se solo sapesse.

<<Perchè mi andava>>, rispondo alla sua domanda spazientito. Detesto dover giustificare sempre le mie azioni.

Si morde il labbro inferiore, concentrata. Cazzo, possibile che debba essere così sexy in questo momento? L'alcool mi ha ucciso i neuroni sta sera. <<Se mio padre lo scopre, sei finito>>.

<<E tu non fare la spia>>.

Si blocca, l'asciugamano sospeso in aria. Mi guarda con aria truce. <<Non sono quel genere di persona. Non hai bisogno di me per farti cacciare. Stai facendo tutto da solo>>.

Riavvicina l'asciugamano al mio viso, ma la blocco, afferrandola per il polso. <<Esci e vattene da qui>>. La respingo. È l'unica cosa in cui sono bravo.

<<Ma>>, protesta.

Mi alzo in piedi e la sovrasto con la mia altezza. <<Non te lo ripeto di nuovo, Cassie. Esci!>>, ringhio. Sono troppo ubriaco e troppo alterato per tollerare la sua presenza in questo momento.

Lascia cadere l'asciugamano sul lavandino. <<Ogni volta che finisco con l'essere gentile con te, poi me ne pento sempre>>.

Assottiglio lo sguardo. <<Non aspettarti un grazie da parte mia>>. Le indico la porta. <<Vattene, non ti voglio qui>>, sbotto.

Il mio tono e le mie maniere la feriscono, ma rialza il muro bello spesso di fronte a lei e senza dire una sola parola esce dal bagno, sbattendo la porta alle sue spalle.

Mi prendo altri cinque minuti prima di tornare alla festa. Non raggiungo i miei amici, mi guardo attorno e quando incrocio gli occhi tristi di Cassie in mezzo alla folla, irrigidisco i muscoli. Devo smettere di pensare a lei. Devo togliermela dalla testa. Subito.

Distolgo lo sguardo e inizio a muovermi. La ragazza che mi ha palpato il sedere in cucina appena arrivato, mi fa l'occhiolino e ammicca. Senza dire una parola, la prendo per mano e la trascino al piano di sopra. A metà scala però mi blocco e mi giro, d'istinto.

La cerco, ancora una volta. Non riesco a trattenermi. Cassie è ancora nello stesso punto e mi sta guardando. Scuote la testa in segno di disapprovazione prima di scomparire in mezzo alla folla e sparire dalla mia vista.

Fanculo, Cassie. Non vincerai. Continuo a salire e trascino la ragazza con me. Una notte di sesso senza impegno sistemerà tutto come il solito.


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Cosa ne pensate fino ad ora? Quanto odiate già Jaiden da uno a dieci? ahahah

Vi assicuro che prima o poi cambierete idea, promesso! 

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