5. La serata

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Quella domenica era passata più velocemente di tutte le domeniche della mia vita.
Io e Ofelia dopo due ore insieme sembravamo conoscerci da una vita, eravamo molto simili.
Lei aveva due fratelli, un maschio e una femmina entrambi più piccoli di lei, Agata e Livio.
Agata era il contrario di lei, pelle chiara e capelli biondi raccolti in una coda bassa che toccavano il vestito bianco con i fiori.
Livio invece era più simile ad Ofelia, anche lui pelle più scura e capelli marroni.

Una volta arrivate al bar della spiaggia ci sedemmo su una sdraio di un lettino, c'era molto molto caldo.
<<Ti fidi di me>> le chiesi.
<<Ti conosco da malapena sette ore ma mi fido>> disse ridendo.
<<Allora seguimi>>
Tolsi le scarpe e lei mi seguii, le appoggiai sotto un divanetto guardandomi in giro per essere sicura che nessuno mi avesse visto.
<<Voglio andare a fare il bagno>>
<<Se ci entro vestita i miei mi uccidono>> disse con un sorriso.
<<Tranquilla entriamo fino alle ginocchia>>
Il mare dell'Abruzzo era molto strano, mai visto in vita mia.
L'acqua era bassa in qualunque posto, dalla riva agli scogli, la sabbia portata dalle onde creava un pavimento alto e liscio.
Solo dagli scogli l'acqua aveva un dislivello, da un metro e mezzo si passava a cinque in neanche un metro.

<<Fino a quando stai?>> le chiesi
<<Fino a sabato come tutti, anche Christian e Alex>>
<<Bene>>
Stava i miei stessi giorni.
Fino alla fine.
Il mare era davvero bello, la sera con la torcia del telefono vedevi tutto, era pulitissimo e cristallino.
Piccoli granchi e paguri si muovevano molto lentamente sulla sabbia ondulata.
Un calcio all'acqua, gli schizzi.
<<Maledetta te>> disse lei con una risata.
<<Vuoi guerra?>> continuó.
<<Che guerra sia>>affermai.
Un mare di schizzi, le nostre risate nel silenzio del mare.
Quando uscimmo dall'acqua il mio top bianco per poco divenne trasparente e i suoi pantaloncini di jeans diventarono di un lavaggio più scuro.
<<Mai più eh>> disse lei ridendo.
<<Si vedrà>>
Eravamo felici e lo sapevamo.

Circa due ore dopo eravamo ancora sedute al tavolino del bar a parlare.
<<Alex ti ha detto qualcosa su di me?>> le chiesi senza girarci troppo attorno.
<<No perché?>>
<<Non so é carino>>
Lei aveva già capito.
Poco dopo decidemmo di tornare in hotel, ormai si era fatto tardi e i nostri genitori erano già in camera da un pezzo.
<<Tu qualche ragazzo carino l'hai trovato?>> le chiesi intanto che attraversavamo la strada.
<<Al momento no>>
Saliti i gradini esterni dell'hotel una voce.
<<Ragazze venite qui>>
Lui.
La sua voce.
<<Arriviamo>> era stata Ofelia a parlare.
<<Possiamo stare per poco, dobbiamo salire>> dissi io.
Un lettino in due solo per sederci.
<<Mi dai il tuo instagram?>>chiese Alex.
Non avevo capito a chi lo stesse chiedendo.
<<Di chi?>> chiesi.
<<Il tuo>>
<<Perché lo devi dare a Christian?>>
<<No, perché lo voglio io>>
Sorrisi.
<<Passa il telefono>>
Mi auto cercai sul suo telefono e quando lessi che ero tra le ricerche recenti andai a fuoco.
Gli restituii il telefono e mi girai per andare in camera.
<<Tieni il telefono vicino>>disse.
<<Buonanotte>>
<<Buonanotte>>
Una volta in camera mi struccai e mi tolsi i vestiti, c'era talmente caldo che dovetti costringere il marito di mia madre ad accendere il condizionatore.

Dal balcone si vedeva bene il cielo, le stelle sembravano ancora più bianche di prima, la mezza luna splendeva grande e bianca in quell'infinità di nero.
Quando ti innamori della luna non guardi più le altre stelle.
Appena mi stesi a letto una notifica.
Fà che sia lui.
Gli scrivo io.
"oiii"
"finalmente" ma finalmente cosa? potevi scrivermi tu.
Pensai.
"scusa" scrissi.
Il mio cervello non ci capiva già più, era mezzanotte e mi stavo scrivendo con un sedicenne.
La sua risposta subito.
"ma che tranquilla ahahah"
Solo dopo dodici minuti è arrivato il messaggio che mi ha tenuta sveglia per tutta la notte.
"Comunque se posso, hai degli occhi bellissimi"

Una settimana per innamorarsi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora